Una cosa è certa: doveva essere un evento e lo è stato. La Zack Snyder's Justice League non è stato un semplice film supereroistico come ne vengono distribuiti da anni. È stato molto di più: un film che non doveva esistere e che, invece, ha avuto la luce; un film spinto e voluto dal basso, dai fan che per anni hanno richiesto a gran voce l'uscita del cut originale del film (nel caso ve lo foste perso, in questo nostro approfondimento trovate tutta la storia della Snyder Cut); una nuova versione che, se non sostituisce completamente, quantomeno crea un corto circuito anomalo con il film uscito al cinema nel 2017. Ma soprattutto, è stato a suo modo una fotografia sotto i riflettori di una macchina hollywoodiana che non sempre sembra rappresentare la perfezione nelle scelte produttive. A distanza di due settimane, la febbre intorno alla Snyder Cut non sembra essere passata. Anzi, i fan stanno già rilanciando un nuovo hashtag, #RestoreTheSnyderVerse, che ha già stabilito record di condivisioni (un milione e mezzo in 24 ore, molto di più di quanto fece un successo clamoroso come Avengers: Endgame). Ma c'è davvero speranza per i due sequel della Justice League inizialmente previsti? Il miracolo potrà accadere una seconda volta oppure si tratta, a questo punto, di una possibilità remota e pericolosa?
La voce dei fan
L'uscita della Snyder Cut va sicuramente considerata una vittoria, ma è giusto domandarsi da parte di chi. Dei fan, soprattutto, che sin dall'uscita di quel non riuscito film del 2017 avevano chiesto a gran voce alla Warner Bros. di ritornare sui propri passi. L'hashtag #ReleaseTheSnyderCut è nato per questo motivo, una necessità quasi corrispondente alla prima fase del lutto: la negazione. Ma è stato anche un successo di HBO Max, la neonata piattaforma streaming di casa Warner che aveva bisogno di un titolo forte che funzionasse da traino per nuove iscrizioni (e i dati parziali che sono usciti finora sembrano aver confermato la buona strategia). Infine, è stato un grande successo personale per lo stesso Zack Snyder, costretto ad abbandonare la produzione del film per dare giustamente priorità alla sua famiglia. In queste quattro ore il regista ha potuto avere (quasi) completa carta bianca per dare vita al film che aveva nella sua testa, a suo modo un'ennesima vittoria per chi esige e preferisce una visione autoriale anche nel cinema mainstream, a volte fin troppo sacrificato dalle esigenze dello studio. Possiamo considerarla una vittoria per tutti, quindi, dallo spettatore che si è ritrovato un film decisamente migliore di quello uscito in sala (ad oggi rimane il film meglio accolto della carriera di Snyder) alla major che ha avuto modo di aumentare la percentuale di iscritti della propria piattaforma? In realtà, no. Perché la storia unica ed eccezionale (nel senso di fuori da ogni regola prestabilita) della Snyder Cut ha mostrato anche la sconfitta del vecchio sistema hollywoodiano. Questo evento ha rotto un muro che prima sembrava ben solido, per quanto fosse fatto di cristallo. Era il muro che divideva l'industria culturale dai fruitori di quell'industria, un muro che esiste in ogni ambito, che a volte dà l'impressione di non esserci, ma che invece è essenziale, proprio per salvaguardare l'ecosistema e il meccanismo produttivo. È una barriera intoccabile e che il movimento a favore della Snyder Cut ha spezzato. Al di là della decisione definitiva della stessa Warner Bros. la sensazione è stata quella che la voce dei fan sia stata così forte da poter decidere gli esiti decisionali di una major. Il pubblico voleva la Snyder Cut ed è stato accontentato, dopo tre anni e mezzo di tweet.
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È davvero un precedente pericoloso?
Normale, di conseguenza, domandarsi se questo precedente sia da considerarsi pericoloso, soprattutto vista la continua e, a tratti, sempre più violenta voce dei fan che non sono d'accordo con le scelte di uno studio di produzione. Solo a vedere le ultime produzioni un po' divisive e che trovano la loro base sui franchise più importanti della storia del cinema (vedasi Star Wars o Il Trono di Spade) spesso e volentieri si ha un proliferare di petizioni, dallo scarso valore oltre che dallo scarso successo, per modificare un film già concluso e distribuito o di review bombing, ovvero commentare e recensire con termini piuttosto accesi nei maggiori siti di aggregatori inserendo il punteggio più basso possibile. Nel peggiore dei casi, questi fan tossici costringono le celebrità prese di mira a rimuoversi dai social network e l'attenzione che i media specialistici rivolgono alle loro azioni creano un effetto opposto rispetto a quanto sarebbe più opportuno fare: invece di ignorarli si rischia di dare sempre più importanza a queste dinamiche. A prima vista, il caso della Snyder Cut sembra appartenere proprio a questo malsano meccanismo, ma è bene segnalare le differenze del caso.
Premettendo che in ogni movimento che parte "dal basso" è presente una minoranza tossica estremista, i fan che per anni hanno richiesto a gran voce una diversa Justice League hanno tratto forza dalle vicende produttive del film e, in particolar modo, da come si sono svolte. Il Justice League del 2017 è un film che non è stato completato dalla visione del suo autore e che, anzi, è stato modificato pesantemente pur lasciandone il nome nei crediti. Era un film di Zack Snyder che non era di Zack Snyder e questo lo possiamo dire perché il regista controverso ha uno stile chiaro, riconoscibile, unico, che il film del 2017 non presentava. Nell'industria culturale l'appartenenza a un'opera, specie per blockbuster di questo livello, così come il concetto di "pubblicità ingannevole" (aspettarsi un film diverso da quello che in realtà è) non esiste, e se c'è il confine è labile e sottile. Se il movimento #ReleaseTheSnyderCut ha raggiunto il suo obiettivo è stato grazie a una serie di casualità che, col tempo e lentamente, hanno portato a un risultato positivo. Non sono mancate le iniziative benefiche dei fan di Snyder, con donazioni all'AFSP, l'associazione americana per la prevenzione al suicidio, e la creazione di una comunità che, al netto di qualche minoranza estremista, ha dimostrato di essere tenace ma educata. Ma soprattutto, la Snyder Cut è uscita perché l'ha deciso l'AT&T, il colosso di comunicazioni di cui la Warner fa parte. Si poteva completare un montaggio esistente con un prezzo quasi irrisorio, si aveva un hype già costruito che avrebbe portato interesse, si sarebbe foraggiata in tempi di pandemia l'ennesima piattaforma streaming. Come abbiamo detto all'inizio, tutti avevano da spartire una fetta di torta.
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La speranza per il futuro
La Zack Snyder's Justice League è stata un successo. Su questo non possiamo porci alcun tipo di dubbio: lo dicono i numeri parziali, i punteggi della critica e, soprattutto, i feedback del pubblico. Non solo i fan del regista, ma anche chi semplicemente ha visto il film, furbamente colmo di cliffhanger, e ora ne vuole avere di più. Il vecchio hashtag è cambiato ed è già diventato #RestoreTheSnyderVerse con la speranza di ripristinare e veder conclusa la saga di cinque film originariamente prevista da Zack Snyder e definitivamente cestinata dalla Warner Bros. dopo l'insuccesso al botteghino del film del 2017. L'hashtag ha battuto ogni record di ricondivisione, arrivando a un milione e mezzo di tweet in 24 ore, segnale - al di là dei fan - che l'interesse per i sequel del film è alto. Ma il miracolo potrà accadere di nuovo? Per ora tutto tace e, anzi, le dichiarazioni in seno alla major non danno segnali positivi, nonostante il buon successo del film rilasciato su HBO Max. La sensazione maggiore è che quel muro che si era frantumato e che aveva lasciato intendere una rottura nel meccanismo si è velocemente ricostruito, o forse non era mai davvero crollato. Il rilascio e il completamento della Snyder Cut, al di là dell'operato dei fan, è stata un'operazione che accade raramente, eppure non è nuova: la pubblicazione di un reperto considerato dimenticato nel magazzino. Un'occasione per ristabilire un rapporto col fandom e con gli spettatori, un'occasione conveniente per alzare i numeri di una piattaforma che fatica a trovare abbonati. Un film che era un caso più unico che raro e che, in qualche modo, meritava un riscatto come solo le grandi parabole sul sogno americano sanno raccontare. È per questo motivo che una Ayer Cut di Suicide Squad è altamente improbabile, così come avere il via libera per dei sequel che devono essere prodotti da zero e che, in un certo qual modo, andrebbero a costituire un'alternativa (peraltro più affascinante e autoriale) della (confusa) saga cinematografica. Certo, a guardare la luna e non il dito, tutta questa crociata è sinonimo di un desiderio, da parte del pubblico, di avere varietà nei prodotti, diversità di modelli, alternative. Il messaggio vero è quello di non cedere a un unico modello di film e lasciare che il cinema contenga sia prodotti più rassicuranti che opere capaci di dividere. Nonostante le notizie degli ultimi giorni, la maggior parte di questi fan non chiedono di sostituire i film di Snyder agli altri prodotti già in fase di lavorazione (non hanno quindi un approccio distruttivo), ma di avere anche questi film, magari solo su HBO Max che garantirebbe una maggiore libertà creativa al regista. In ogni caso, la decisione appartiene alla major che dovrà scegliere in base alla propria convenienza. Al pubblico e ai fan rimane solo una scelta: vivere nel buio di una sala o ritrovarsi nel mondo reale.