Dopo quasi quindici anni, la saga cinematografica di Resident Evil è giunta al capolinea - o almeno così ci dicono - con l'uscita del sesto episodio, Resident Evil - The Final Chapter. Attualmente in sala, il film di Paul W.S. Anderson, architetto della saga sin dal primo Resident Evil uscito nel 2002, mette dunque in scena lo scontro finale tra la misteriosa Alice (Milla Jovovich), guerriera affetta da amnesia, e la perfida Umbrella Corporation, artefice di un virus che tramuta le persone in zombie. Una battaglia per la sopravvivenza del genere umano che ha generato un grande successo commerciale - i sei film hanno superato la soglia del miliardo di dollari al box office mondiale - nonostante le reazioni avverse da parte degli addetti ai lavori e dei fan del videogioco originale (i cui personaggi sono spesso stati accantonati per dare più spazio ad Alice, creata appositamente per la versione cinematografica). Merito della presenza scenica di Jovovich, eroina d'azione estremamente grintosa, e dell'occhio notevole di Anderson - ma anche degli altri due registi reclutati per Resident Evil: Apocalypse e Resident Evil: Extinction - per le sequenze d'azione, spesso intrise di sangue e tensione per rispettare le radici horror del franchise. Per salutare come si deve la temeraria Alice, abbiamo stilato una classifica dei momenti migliori della saga, uno per episodio, incluso The Final Chapter (ma senza spoiler).
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1. Attenti al laser! (Resident Evil)
In una recente intervista al mensile Empire Anderson ha sottolineato quanto fosse fiero del primo episodio a livello puramente produttivo, poiché il capostipite è stato girato con un budget non particolarmente alto per un adattamento di un videogame e senza la partecipazione di una major hollywoodiana (la Sony, nella fattispecie tramite l'etichetta di genere Screen Gems, si è occupata solo della distribuzione). Date le premesse può risultare in parte sorprendente che il prototipo della saga non abbia nulla da invidiare a produzioni più ambiziose a livello di sequenze action, un dettaglio che risulta particolarmente evidente nella celebre sequenza del reticolo laser che mette a dura prova Alice e i suoi alleati, con conseguenze particolarmente cruente per alcuni di essi (uno dei malcapitati viene letteralmente fatto a fettine). Un momento talmente efficace che è stato ripescato per The Final Chapter, ma l'originale, un ottimo concentrato di tensione e gore, rimane ineguagliabile nella sua ineluttabile escalation di mutilazioni.
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2. La chiesa (Apocalypse)
Il secondo capitolo della saga, diretto da Alexander Witt, è generalmente considerato il peggiore, al punto che lo stesso Witt successivamente è stato declassato a regista della seconda unità (su film come Casino Royale e Skyfall). Però almeno una sequenza in Apocalypse l'ha azzeccata, nonostante le connotazioni religiose che a tratti sono un po' invadenti (ma nella sceneggiatura originale lo erano ancora di più, sostiene Anderson). Parliamo, naturalmente, dell'assalto alla chiesa, dove Alice - qui promossa pienamente al rango di supereroina e/o figura messianica - deve proteggere dei superstiti dell'epidemia da un attacco orchestrato dai Lickers, creature mostruose nate nei laboratori della Umbrella. Partendo dall'immagine di Alice che sfonda una finestra dipinta con la sua motocicletta - senza l'uso di CGI - la sequenza è un crescendo di action pirotecnico usato con grande efficacia. Forse non abbastanza da giustificare il prezzo del biglietto al cinema nel 2004, ma di sicuro un recupero in televisione.
3. Vi piace Hitchcock? (Extinction)
Il terzo film, diretto da Russell Mulcahy, si allontana radicalmente dal modello dei primi due, privilegiando un'ambientazione desertica alla luce del sole. È lì che ritroviamo Alice e un gruppo di sopravvissuti, in viaggio verso un santuario in Alaska. Ed è lì che si ritrovano a dover affrontare uno stormo di corvi zombie, in una battaglia che coniuga la poetica di fondo de Gli uccelli di Alfred Hitchcock con le atmosfere post-apocalittiche di Interceptor, con l'aggiunta di un omaggio diretto alla fonte videoludica (i corvi, a differenza di Alice, nei giochi ci sono eccome). E anche in questa sede assistiamo all'evoluzione della protagonista, ora dotata di poteri telecinetici che tornano molto utili per eliminare una volta per tutte i volatili...
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4. Tre contro uno (Afterlife)
A partire da Resident Evil: Afterlife, tutti i sequel sono usciti al cinema in 3D. Il quarto episodio è anche segnato dal ritorno di Anderson in cabina di regia, e con lui è anche arrivata la versione di Albert Wesker incarnata da Shawn Roberts, protagonista di una sequenza che sfrutta pienamente le potenzialità del formato tridimensionale e traduce sullo schermo, fedelmente, uno dei momenti-chiave del quinto episodio del videogioco. La sequenza in questione avrà sicuramente soddisfatto anche gli spettatori orfani di film come Matrix, grazie ai virtuosismi tecnici che accompagnano il triplo duello nel quale è coinvolto Wesker, contro Alice, Chris Redfield (Wentworth Miller) e la di lui sorella Claire (Ali Larter). È soprattutto vedendo questa scena che è difficile non lamentarsi del ruolo ridotto e a tratti privo di senso affidato a Wesker nei due episodi successivi.
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5. Azione virtuale (Retribution)
Pur fungendo sostanzialmente da trailer esteso per The Final Chapter, Resident Evil: Retribution inizia in modo abbastanza spettacolare, con Alice intrappolata in una simulazione digitale ambientata a Times Square. In altre parole, un incubo tramutato in momento action, aggiunto alla sceneggiatura dopo le riprese principali e, come lo scontro con Wesker in Afterlife (film dal quale vengono recuperati gli antagonisti di questa sequenza), perfettamente calibrato per l'uso del 3D. Se solo il resto del lungometraggio fosse stato all'altezza...
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6. Mad Alice: Fury Road (The Final Chapter)
Se nel terzo episodio è stato chiamato in causa il primissimo Mad Max, per il capitolo finale Anderson è stato ispirato in parte dal folgorante Mad Max: Fury Road, uscito quasi due anni fa e salutato - giustamente - come un prodotto rivoluzionario del cinema d'azione. Ed ecco che l'immaginario di George Miller è omaggiato con una lunga sequenza che mostra il ritorno di Alice verso Raccoon City, incatenata ad un carro armato e costretta a correre mentre un'orda di zombie cerca di addentarla. Mentre il resto del film si rifà soprattutto alle atmosfere chiuse e terrificanti del capostipite, questo macromomento abbraccia l'estetica più rovente di Extinction, coniugando al meglio le due anime della saga.
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