Recensione The Ballad of Buster Scruggs: i Coen, il western e Netflix

La recensione The Ballad of Buster Scruggs, film a episodi dei fratelli Coen che racchiude le tante anime del loro cinema. Nel cast anche James Franco.

Inizialmente doveva essere una serie TV, questo The Ballad of Buster Scruggs, la prima mai realizzata dai fratelli Coen. Poi in fase di post produzione qualcosa è cambiato, ed il progetto si è trasformato in un film a episodi della durata complessiva di poco più di due ore. Una trasformazione che non deve essere nemmeno troppo dispiaciuta a Netflix, che si ritrova con una chance in più per vincere il Leone d'oro, visto che questo nuovo film dei Coen è assolutamente all'altezza dei migliori titoli della filmografia dei fratelli del Minnesota. Ed è forse anche il loro titolo recente che meglio racchiude in sé ed esemplifica le tante e variegate anime del cinema dei Coen: la commedia, il dramma, il musical e, ovviamente, il western.

Questo nuovo film è composto da sei episodi molto diversi tra loro, ma che insieme formano un ritratto grottesco, affascinante e in qualche modo anche inedito dei miti e dei temi del genere hollywoodiano per antonomasia. Ci sono carovane, cercatori d'oro, duelli, indiani e saloon, ma ciascuno di questi elementi è stato sapientemente rielaborato dai Coen, attraverso la loro personalissima poetica e il loro celebre humour nero. Non si può parlare di rivoluzione del genere western, ma con molta probabilità ci ritroviamo davanti a quello che sarà, negli anni a venire, un nuovo cult proprio perché fonde tutte le anime e declinazioni del western viste finora con il tocco geniale tipico dei due fratelli terribili.

The Ballad Of Buster Scruggs Tim Blake Nelson
The Ballad of Buster Scruggs: Tim Blake Nelson in un'immagine dell'ultimo lavoro dei fratelli Coen

Come per tutti i film antologici, o le serie, la qualità così come il tono dell'opera può variare di episodio in episodio, ma è proprio questa varietà di intenti a rendere The Ballad of Buster Scruggs ancor più affascinante e riuscita, in grado davvero di restituire uno sguardo approfondito e completo sul periodo storico che i due registi vogliono raccontarci. Prima di analizzare brevemente i sei episodi in questione, è bene però sottolineare come la qualità tecnica sia costante e sempre elevatissima, soprattutto grazie all'eccellente fotografia del pluricandidato all'Oscar Bruno Delbonnel, già al lavoro con i Coen per A proposito di Davis.

The Ballad of Buster Scruggs

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Venezia 2018: Ethan Coen e Joel Coen al photocall di The Ballad of Buster Scruggs

Il primo episodio è quello che dà il titolo all'intero film, ed è anche il più divertente di tutti. Il Buster del titolo è un pistolero canterino apparentemente invincibile, interpretato da un meraviglioso Tim Blake Nelson, che spara, uccide e canta sempre col sorriso stampato sulla faccia. Le sue avventure sono semplicemente esilaranti ed una perfetta parodia di tutti i pistoleri dallo sguardo e dal cuore di ghiaccio che hanno popolato il grande schermo negli ultimi 100 anni. Ci dispiace caro Clint Eastwood, ma adesso che abbiamo conosciuto Buster non ce ne è più per nessuno.

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Near Algodones

E quante volte abbiamo visto banditi rapinare banche nel Selvaggio West? Il cowboy interpretato da James Franco prova a fare lo stesso ma scopre sulla sua pelle che non sempre è così facile, e che anche la giustizia da queste parti lascia molto a desiderare. Altro episodio divertente, forse un po' penalizzato dal montaggio: qualche minuto in più avrebbe giovato alla storia e al risultato finale.

Meal Ticket

Joel Coen ed Ethan Coen sul set del film A Serious Man
Joel Coen ed Ethan Coen sul set del film A Serious Man

Liam Neeson è un impresario senza scrupoli che gira di paese in paese con un suo show "magico", ma è costretto a rinnovarsi quando i risultati cominciano a scarseggiare. Si tratta dell'episodio più cupo di tutti e forse anche il meno riuscito da un punto di vista cinematografico, ma comunque potente nel suo messaggio. È come se i Coen ci volessero dire: sono passati 150 anni ma in fondo i produttori di Hollywood ancora oggi non è che si comportino meglio. Forse per questo sono passati a Netflix?

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All Gold Canyon

Un magnifico Tom Waits è l'anziano cercatore d'oro protagonista del quarto episodio. L'uomo scopre una vallata incontaminata che forse potrebbe contenere un filone del prezioso metallo e sembra non volersi arrendere davanti a nulla. Un episodio molto semplice ma di grande impatto, che rende molto bene l'ossessione e i sacrifici della gente dell'epoca. Ma anche qui, in fondo, viene spontaneo chiedersi: sicuri che ci stiano parlando solo del passato?

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The Gal Who Got Rattled

Questo quinto episodio rappresenta, a nostro parere, il migliore di tutto il sestetto, semplicemente perché in pochi minuti riesce davvero a raccontare una storia appassionante attraverso tre personaggi molto belli. I protagonisti sono Zoe Kazan nei panni di una giovane donna in viaggio verso l'Oregon e alla ricerca di un marito, e Bill Heck e Grainger Hines in quelli dei due esperti cowboy che guidano e proteggono la carovana. Colpi di scena e momenti di tensione ma anche tenerezza per una storia che avrebbe funzionato benissimo anche come lungometraggio.

The Mortal Remains

Cinque sconosciuti molto diversi tra loro, tra cui spicca un Brendan Gleeson anche lui canterino, dividono un viaggio in carrozza fino alla città più vicina parlando delle loro esperienze e della loro visione della vita e dell'umanità intera. Un corto che sembra la versione coeniana del prologo di The Hateful Eight di Tarantino, ovviamente con meno tensione e più umorismo, ma con il medesimo scopo: raccontare l'America di ieri e di oggi. Anche questo caso la missione si può dire più che riuscita, la scrittura dei Coen è come sempre sopraffina e graffiante e ci fa desiderare di più. Anzi, ora che ci ripensiamo, cara Netflix, siamo tanto felici e grati per questo film, ma ci devi ANCHE una serie dei Coen.

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Venezia 2018: Ethan Coen, Joel Coen al photocall di The Ballad of Buster Scruggs