Recensione The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014)

The Amazing Spider-man 2 è un film diverso dal suo predecessore, ma ne prosegue lo spirito ed approfondisce i temi, completando quanto introdotto nel primo capitolo e gettando le basi per quello che sarà il prosieguo della serie.

I conflitti di Peter

E' strano il mondo del cinema: erano ancora in piedi i set di The Amazing Spider-man 2: il potere di Electro e la Sony già annunciava le date dei successivi due capitoli, portando il (provvisorio) totale di film del reboot del personaggio ad un numero superiore all'apprezzata trilogia di Sam Raimi e dimostrando di voler racimolare quanto più possibile dal piccolo angolo di Marvel in suo possesso. Perché Marvel, che siano gli Spider-man ed X-Men accasati presso Sony o l'impero ora capitanato da Whedon in Disney, è diventato ancor più sinonimo di guadagno certo ed ingente e sarebbe insensato non sfruttare il momento con nuovi capitoli delle avventure di tutti i suoi protagonisti.


Giovani eroi crescono
Ma Marvel porta con sé anche un'altra certezza: l'immancabile cameo del suo padrino Stan Lee. Ed eccolo là, seduto tra il pubblico alla cerimonia del diploma di Peter Parker e compagni, ad ascoltare il sentito discorso di Gwen Stacy, nella lunga parte introduttiva del film che alterna quel momento cruciale della vita dei ragazzi alle peripezie dell'Uomo Ragno tra le vie di New York per sventare l'ennesima minaccia alla sicurezza dei suoi cittadini. Sì, perché Peter non è al diploma. Non ancora, almeno. Impelagato tra le grandi responsabilità che derivano dai suoi grandi poteri.
Un prologo alle avventure descritte in The Amazing Spider-man 2 che offre adrenalina ed intrattenimento, ma da subito sa introdurre alcuni elementi chiave della pellicola: il primo, fortuito, incontro con il Max Dillon di Jamie Foxx ed il conflitto interiore di Peter riguardo il suo rapporto con Gwen, reso esplicito dalle visioni del padre di lei al quale ha promesso che l'avrebbe tenuta fuori dai pericoli della sua vita; oltre al mistero riguardo gli studi di Richard Parker, padre del ragazzo, protagonista del breve incipit che apre il film.
Tre punti di partenza per la storia narrata in questo secondo capitolo: perché Max, ingegnere elettrotecnico alla Oscorp e perdente invisibile al mondo, sarà vittima di un incidente e diventerà Electro, la minaccia principale per Spider-Man e la città di New York; mentre il rapporto Peter/Gwen e quello tra il ragazzo ed il padre scomparso definiranno l'intero sviluppo della narrazione, dettando i tempi, soprattutto interiori, dei protagonisti, concretizzando il principale conflitto che dovrà sostenere Peter Parker, quello con se stesso.
E' infatti Peter il nemico più complesso per il suo Spider-man, quello le cui scelte sarà sempre costretto ad affrontare giorno dopo giorno, sin dalla morte dello zio Ben.

Tanti nemici, tanto onore The Amazing Spider-Man 2, però, non rinuncia a mettere in scena alcuni dei nemici classici del personaggio ed al già citato Electro si affianca anche Green Goblin, mutazione di Harry Osborn, amico d'infanzia di Peter e figlio del direttore della Oscorp di cui eredita il posto alla sua morte, nonostante la giovanissima età. Non è l'unica eredità lasciatagli dal padre: Harry è malato e si rende conto che gli esperimenti iniziati nell'azienda per fondere DNA umano ed animale potrebbero aver già avuto in realtà una riuscita applicazione pratica: Spider-man. E si affida a Peter per entrare in contatto con lui ed ottenere un po' del suo sangue da usare per cercare di curarsi.
La trasformazione di Max da perdente a pericoloso criminale luminescente ed il problematico rapporto tra Peter ed Harry sono due storyline che si intrecciano a quelle personali del protagonista per tutta la durata del film, ma ciò non avviene per i due super-nemici: pur con alcune incertezza e dei passaggi affrettati e frammentari, lo script di Alex Kurtzman, Roberto Orci e Jeff Pinkner gestisce bene lo spazio dedicato ai due villain del film, destinando il Goblin di Dane DeHaan all'ultimo atto, alla sequenza che rappresenta il momento più riuscito del secondo capitolo del reboot dell'eroe. E' dal confronto/scontro tra i due che il regista Marc Webb parte per mettere in scena i momenti più intensi ed emozionanti della pellicola, sullo sfondo di una torre dell'orologio che sa essere una scenografia intrigante e simbolica, richiamando il leit motiv del tempo che è presente fin dalla primissima inquadratura.
Le mille luci di New York
Non si può parlare di un film di super-eroi senza approfondire gli aspetti tecnici che lo riguardano e tutto il comparto audio-visivo di The Amazing Spider-man 2 si rivela di livello molto alto. Se il primo capitolo doveva dedicare tempo alla presentazione dei personaggi e delle dinamiche tra loro, il secondo può concentrarsi solo sugli aspetti pertinenti allo sviluppo dell'intreccio e lanciarsi fin da subito in sequenze d'azione adrenaliniche e coinvolgenti, con tuffi da grattacieli ed inquadrature vertiginose che rendono giustizia alla terza dimensione e trasmettono la sensazione di volteggiare sulle strade della città americana.
Webb riesce a condurre l'azione senza essere ripetitivo, senza dare una sensazione di già visto ad ogni scontro del protagonista con uno dei suoi nemici: dal combattimento iniziale con Aleksei Sytsevich a quello finale con il suo alterego rinoceronte (in entrambi i casi un brillante Paul Giamatti), passando per l'imponente faccia a faccia con Electro a Times Square ed al già citato scontro con Goblin, ogni battaglia di Spider-man ha la sua dinamica, la sua cifra emotiva ed un suo diverso mood legato al momento della storia.
Webb è aiutato in questo dal lavoro sulla colonna sonora fatto da Hans Zimmer ed i suoi collaboratori, tra i quali figura Pharrell Williams, per un accompagnamento musicale che riesce a supportare il film nella sua evoluzione, caratterizzando dal punto di vista musicale anche la presenza in scena dei diversi personaggi. Un aspetto evidente in particolare nelle porzione di score dedicate ad Electro.
Un altro Spider-man è possibile?
Come già evidente dal primo capitolo di due anni fa, il reboot firmato da Webb si distanzia dal lavoro di Sam Raimi sul personaggio, ma lo fa sin dalla concezione: la scelta, iniziale e perseguita, è di avere un Peter Parker/Spider-Man più giovanile, con il quale proprio il pubblico più giovane possa empatizzare ancora di più. Quello di Andrew Garfield è un Peter più vivace e sfrontato, la cui evoluzione nei primi due film del reboot è accompagnata da quella della Gwen Stacy di Emma Stone: importante per entrambi i film il rapporto tra i due personaggi e la chimica tra i due interpreti, la spontaneità nelle loro interazioni e la naturalezza nel mettere in scena passioni, incertezze e dubbi tardo-adolescenziali.
Una scelta di base che sin dall'inizio ha scontentato i sostenitori della trilogia raimiana e che continuerà a farlo anche dopo questo secondo capitolo: The Amazing Spider-man 2 è un film diverso dal suo predecessore, ma ne prosegue lo spirito ed approfondisce i temi, completando quanto introdotto nel primo capitolo e gettando le basi per quello che sarà il prosieguo della serie, che prevede almeno altri due capitoli e gli annunciati spin-off su Venom ed i Sinistri Sei.
Insomma, i fan dell'Uomo Ragno non saranno a secco per ancora molti anni.

Movieplayer.it

3.5/5