Recensione Paranormal Stories (2010)

L'horror prodotto da Gabriele Albanesi, datato 2010, approda in sala con un nuovo episodio-contenitore: pur nella qualità altalenante dei cinque segmenti, la cura della confezione e la consapevolezza nell'approccio alla materia, sono da lodare.

Nel 2010 viene girato un piccolo film horror italiano, a episodi, per la produzione di Gabriele Albanesi (tra i nomi più significativi, e interessanti, dell'attuale panorama horror tricolore). Il titolo è Fantasmi - Italian Ghost Stories, i registi coinvolti sono Tommaso Agnese, Andrea Gagliardi, Roberto Palma, Stefano Prolli, Omar Protani e Marco Farina. A coordinare il tutto, e a scrivere due dei cinque episodi di cui il film si compone, lo stesso Albanesi, che nel frattempo aveva girato il suo secondo lungometraggio da regista, Ubaldo Terzani Horror Show.

Il film viene presentato in manifestazioni come il Fantafestival, l'Italian Horror Film Festival e il RIFF - Rome Independent Film Festival, prima di approdare in DVD, nel 2013, per la distribuzione della Rypley's Home Video. Ora, con un nuovo titolo, e un episodio "contenitore" girato ex novo dallo stesso produttore (secondo la tradizione di quei Creepshow - e derivati - qui esplicitamente richiamati, fin dalla locandina) il film approda, un po' in sordina, in sala. Il periodo è ovviamente quello estivo, da sempre nicchia distributiva prediletta per le uscite di genere, italiane e non. Chi non avesse già visto Fantasmi in DVD, comunque, ha ora l'occasione di provare qualche rinfrescante brivido su grande schermo, con questo rinnovato Paranormal Stories.

Piccoli frammenti d'orrore

Paranormal Stories: una scena del film tratta dal 'Prologo'
Paranormal Stories: una scena del film tratta dal 'Prologo'

Il prologo-epilogo dei cinque episodi si rifà in modo evidente al già citato Creepshow: lì era il figlio di Stephen King a far "vivere" i racconti contenuti nel suo fumetto, che si trasformavano in immagini filmate davanti ai nostri occhi; qui è il piccolo Lorenzo D'Agata, rimasto a casa da solo dopo che sua madre e sua sorella sono uscite per andare a teatro. Per il ragazzino è l'occasione giusta per tirar fuori dall'armadio il DVD di un film dell'orrore, fino ad allora opportunamente nascosto; con la casa tutta per sé, il ragazzino si immerge (e noi con lui) nelle cinque macabre storie del film.

Nella prima, il figlio di uno scrittore appena morto, insieme a due amici, si reca nella vecchia residenza di famiglia, con l'intenzione di sgomberarla dagli oggetti di suo padre; ma il ritrovamento del diario del genitore, personaggio cupo e solitario, scatena incubi e visioni incontrollabili. Nella seconda storia, un ragazzo riceve la chiamata, via chat, di un suo amico, che gli chiede se nella sua città quel giorno ci sia stato il sole; tutto sembrerebbe normale, a parte la domanda insolita, se non fosse che poco dopo la fidanzata dell'amico lo contatta, annunciandogli che il giovane si è appena suicidato. Nel terzo episodio, una finta medium truffa i suoi clienti con scadenti trucchi, malgrado l'opposizione di sua figlia; ma, una notte, i veri spiriti delle persone evocate le fanno visita, chiedendole il conto delle sue azioni. Nella quarta storia, un piccolo paese è teatro dell'emarginazione di un bambino, muto e malato di cuore, che viene considerato da tutti il figlio del diavolo; solo una coetanea si avvicina a lui, intuendone la sensibilità. Nel quinto e ultimo episodio, tre ragazze, nella notte, investono una persona con la loro autovettura, ma non si fermano a prestare soccorso: la vittima arriverà a far loro visita nell'hotel in cui si sono fermate a soggiornare.

Paranormal Stories: una scena dell'episodio 'Offline'
Paranormal Stories: una scena dell'episodio 'Offline'

Brividi altalenanti

Se il contenitore girato da Albanesi esibisce (specie nell'epilogo) lo stile, intriso di destrutturante ironia, che il regista aveva mostrato in alcuni suoi corti (specie in uno dei primi da lui diretti, L'armadio i cinque episodi che compongono il cuore del film denunciano approcci variegati alla materia; con risultati, anche qualitativamente, differenti. Si va dall'horror smaccatamente derivativo, fin troppo esplicito nei suoi modelli, che caratterizza i due frammenti Offline e Urla in collina (diretti rispettivamente da Andrea Gagliardi e dalla coppia Omar Protani/Marco Farina) all'approccio psicologico, in bilico tra realtà e allucinazione, di 17 novembre (per la regia di Tommaso Agnese) e La medium (di Roberto Palma) fino all'impostazione sognante, di grande fascino affabulatorio, che troviamo in Fiaba di un mostro di Stefano Prolli.

Quest'ultimo è senz'altro l'episodio più riuscito dell'intero film: lo sguardo del regista cattura, con poche immagini e battute, la ritualità dell'universo infantile, di cui la crudeltà è vista come parte integrante. A questa viene aggiunto uno sguardo pregnante, tutt'altro che banale, sugli immutabili miti e superstizioni della vita di paese, la cui trasmissione di generazione in generazione contribuisce a creare emarginazione; il regista, inoltre, riesce a sfruttare ottimamente il fascino dell'ambientazione, tutta diurna ma non per questo meno capace di generare inquietudine. Inquietante, e visivamente d'impatto, risulta anche Offline, nato da un soggetto dello stesso Albanesi; se non fosse che, in questo caso, il debito con Kairo di Kiyoshi Kurosawa (di cui viene ripresa pedissequamente l'idea di base, e gli sviluppi) è davvero troppo esplicito. Discorso simile può essere fatto per il conclusivo Urla in collina, che porta di peso nel film l'idea del divertente L'autostoppista (tra i pochi episodi riusciti del noioso Creepshow 2) contaminandola con una componente da found footage, nelle riprese effettuate dalla videocamera dei ragazzi, qui un po' posticcia. Un po' involuto (e forse affrettato) l'episodio di apertura, quello diretto da Tommaso Agnese, mentre La medium è forse più micro-dramma sulle miserie umane contemporanee (restituite bene nella figura della protagonista) che horror (tutto concentrato in un'unica, comunque riuscita, sequenza).

Conclusioni

Paranormal Stories: Laura Gigante, Chiara Brunamonti e Guja Quaranta nell'episodio 'Urla in collina'
Paranormal Stories: Laura Gigante, Chiara Brunamonti e Guja Quaranta nell'episodio 'Urla in collina'

Malgrado la qualità altalenante dei suoi episodi, Paranormal Stories mostra comunque una cura nella confezione, e una consapevolezza nell'approccio al genere, complessivamente buone. A nostro parere, un'ipotetica riduzione a da cinque a quattro episodi, e il maggior approfondimento di alcuni di essi (pensiamo in particolare al primo e al terzo) avrebbero forse giovato all'intero progetto. Ma comunque, nel complesso, il risultato può considerarsi positivo: considerato anche che la distribuzione in sala (pur se tardiva, e pur se in periodo tutt'altro che favorevole) di un prodotto come questo, è già da considerarsi, in sé, una piccola vittoria.

Movieplayer.it

3.0/5