Recensione Mozzarella Stories (2011)

Al ritmo di canzoni neomelodiche, pistolettate e dolenti muggiti, va in scena una tragicommedia forte che parla di noi, di uomini e donne, di meschinità e di orgoglio, di passato e futuro e, immancabilmente, di vita e di morte.

Caglio e sangue

Ciccio DOP è una vera autorità nel mondo della mozzarella di bufala, un casaro ammanicato e intrallazzato come pochi che in nome della sua fiorente attività e del denaro ha dovuto, negli anni, accettare molti compromessi. Dopo anni di dominio incontrastato l'incombente 'minaccia gialla' rischia di mandare all'aria il suo impero perchè dalla Cina con furore è arrivata a Caserta e dintorni la mozzarella di bufala più buona ed economica mai vista sul mercato. Per uno come Ciccio Dop, che si trova meglio a parlare con le bufale che con la propria figlia, la situazione diventa insostenibile. Sofia è una donna affascinante, grintosa e intraprendente che non si è fatta mai troppe domande sulla fruttuosa attività di famiglia e si è accompagnata ad un infelice cronico, il cantante neomelodico Angelo Tatangelo che l'ha sposata solo per interesse. Non è infatti mai riuscito a dimenticare la sua ex, la cantante jazz italo-americana Autilia, un tempo anche sua partner musicale che ora è tornata in città alla corte del malinconico Gigino a'Purpetta. Toccherà al Ragioniere insieme allo scagnozzo Dudo soprannominato 'lo zingaro', ex-campione di pallanuoto reclutato per il recupero crediti, provare in tutti i modi a risolvere una situazione che potrebbe trasformarsi in tragedia da un momento all'altro...


La nuova brillante proposta 'nostrana' di Eagle Pictures è tutta un fermento (lattico), un concentrato di passione e di musica, di azione e melodramma, una zingarata casertana piena di energia e tenerezza che con toni decisamente sopra le righe racconta le contraddizioni, le bellezze e le brutture dell'Italia di oggi e di ieri.
Protagonista principale e regina indiscussa la mozzarella di bufala, oggetto del desiderio e simbolo di opulenza che con la sua accogliente rotondità e il suo candore racchiude insieme tutte le eccellenze e le sconfitte del Sud del nostro amato Paese. Un'umanità smarrita e lacerata nel profondo rappresentata sullo schermo da grandi caratteristi come Gianpaolo Fabrizio, Massimiliano Gallo, Tony Laudadio, Giovanni Esposito e una bravissima Luisa Ranieri, eroina casearia che, grazie al sostegno di una massaggiatrice dagli occhi a mandorla e al 'generoso appoggio' del suo alter ego musicale, incarnato da una straordinaria Aida Turturro, riesce ad arrivare laddove nessuna donna campana era mai riuscita prima.

Edoardo De Angelis debutta con disinvoltura dietro la macchina da presa con Mozzarella Stories, una commedia dal retrogusto amaro, un po' zigana, un po' western e un po' pulp, in cui c'è tanto ma mai troppo, in cui regna un'insoddisfazione di fondo e in cui tutti hanno qualcosa da perdere ma in pochi sanno farlo con dignità.
Al ritmo di canzoni neomelodiche, pistolettate e dolenti muggiti, va in scena una tragicommedia forte che parla di noi, di uomini e donne, di meschinità e di orgoglio, di passato e futuro e, immancabilmente, di vita e di morte.
Un disordine turbolento, quello di Mozzarella Stories e quello che viviano in questo momento noi italiani, un caos che sul grande schermo finisce per trasformarsi da difetto in pregio in un'opera prima non perfettamente fluida nella narrazione, un collage di situazioni e personaggi grezzo ed esuberante, una miscela esplosiva come poche se ne sono viste finora nel nostro giovane cinema.

Il classico mafia-movie si sposa così in maniera bizzarra con lo stile zigano di Emir Kusturica (produttore del film e amico del regista) e con le bizzarie tarantiniane nelle mani di Edoardo De Angelis, la risposta italiana al brillante talento surreal-grottesco di Alex De La Iglesia. A questo proposito la scena iniziale della pomposa festa in piscina con tanto di pioggia di mozzarelle dal cielo con gli invitati che si tuffano in acqua per addentarle parla da sola...
Insomma un cinema verace e vorace di cui l'Italia e gli italiani hanno bisogno, un cinema che sorprende, fatto di donne e sapori, che faccia divertire e riflettere, un cinema da vedere e assaporare con l'acquolina in bocca. Perchè se "la panza non conosce crisi", come dice Ciccio Dop, il cinema italiano, purtroppo, la conosce benissimo.

Movieplayer.it

3.0/5