Luisa Ranieri eroina 'casearia' in Mozzarella Stories

Presentato a Roma il primo lungometraggio diretto da Edoardo De Angelis che vede protagonisti una grintosa Luisa Ranieri, Gianpaolo Fabrizio e Aida Turturro in una battaglia all'ultima bufala contro la concorrenza cinese.

Una commedia malavitosa a base di caglio, così gli autori stessi hanno definito Mozzarella Stories, film che segna il debutto dietro la macchina da presa di Edoardo De Angelis, documentarista e autore di cortometraggi che già nel 2007 completò insieme a Devor De Pascalis il soggetto del film. Un omaggio alla città di Caserta e a tutte le sue bizzarrìe e peculiarità riscontrate nei tredici anni in cui De Angelis ha vissuto nel capoluogo campano, Mozzarella Stories è una sorta di coloratissimo puzzle che racchiude in maniera comica e farsesca le eccellenze di questa città raccontando l'apice e il declino della politica, dello sport, dell'edilizia, della malavita e, naturalmente, la mozzarella, con la concorrenza del mercato cinese che ha più volte tentato di intrufolarsi nel mondo di quello che tutti chiamano l'oro bianco.
Presenti in sala il regista napoletano classe '78 Edoardo De Angelis, vissuto a Caserta per tredici anni, e gli attori protagonisti Luisa Ranieri, che nel film è una casara sensuale e intraprendente, figlia del re della mozzarella di bufala Ciccio DOP, a sua volta interpretato da Gianpaolo Fabrizio, noto come l'imitatore d'eccezione di Bruno Vespa per Striscia la Notizia, Massimiliano Gallo (figlio del grande Nunzio, grande interprete della canzone napoletana negli anni '50), Andrea Renzi e Giovanni Esposito nei panni di Gigino 'a Purpetta. Assente Aida Turturro, cugina di John e già esperta di malavita da fiction per aver interpretato la sorella del boss Tony Soprano ne I Soprano, la cui partecipazione straordinaria nel ruolo di Autilia Jazz-Mood è andata ad impreziosire il cast insieme a quella di Luca Zingaretti che recita in un piccolissimo cammeo solo ad inizio film.
Appoggiato anche dal consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana il film è una produzione Bavaria Media Italia, Eagle Pictures e Il Centro Sperimentale di Cinematografia Production in collaborazione con Sharoncinema Production e con la Rasta International di Emir Kusturica, grande sostenitore di giovani e talentuosi cineasti e amico di Edoardo De Angelis, Mozzarella Stories sarà nelle sale italiane in oltre 120 copie a partire da venerdì 23 settembre distribuito da Eagle Pictures.

L'universo di storie e situazioni che vediamo nel film è a tutti gli effetti tratto dalla realtà, come sei riuscito a mettere tutti questi elementi insieme e a farne un film?
Edoardo De Angelis: Quando ho pensato di scrivere un film di questo tipo le storie tra loro non erano ancora allacciate e ricordo che Devor De Pascalis, il co-autore della sceneggiatura non ci credeva che fosse tutto ispirato a persone e a fatti realmente accaduti. Tutte queste storie nascono dalla mia esperienza di vita come cittadino di Caserta per tredici lunghi anni, periodo in cui ho conosciuto tanta gente, visto tante cose, sentito tantissimi racconti. E al centro ho voluto mettere la mozzarella perchè credo che non sia solamente una cosa da mangiare, è anche un simbolo molto forte intorno a cui gira un mondo fatto di traffici, personaggi e avventure davvero bizzarro.

Il regista ha detto di aver scritto il film pensando a Luisa Ranieri e al suo personaggio, un atto di grande lusinga per un'attrice... Ti sei ritrovata nel personaggio? Come l'hai affrontato?
Luisa Ranieri: Ringrazio pubblicamente Edoardo per avermi dato la sua fiducia e per aver scritto un personaggio così bello. La prima volta che ho parlato con lui ho pensato subito che fosse un film geniale, uno di quei film che in Italia non si fa spesso. Ricordo il nostro primo incontri davanti a un piatto di spaghetti, manifestai subito grande entusiasmo per la sceneggiatura che mi aveva molto colpito per la sua forza e la sua italianità verace. Ovvio che era anche un grande rischio affidarsi completamente nella meni di un giovane regista esordiente, confesso di aver avuto un po' di timore nel buttarmi a capofitto in un progetto che sulla carta era un po' sopra le righe. Devo dire a conti fatti che, nonostante la natura un po' borderline della materia trattata, Edoardo è riuscito alla perfezione a rendere tutto molto realistico e vero. A mio avviso è riuscito a dare al film la cifra giusta che avevo auspicato all'inizio e ammetto che ha perfino superato le mie aspettative.

Che donna è la Sofia protagonista di Mozzarella Stories?
Luisa Ranieri: Sofia è un personaggio complesso, una donna che incarna la femminilità voluttuosa delle donne del sud ma anche una donna che ha la capacità di reinventarsi ogni volta, di riemergere, dotata di una sensualità sempre al limite tra le femminilità e la volgarità, considero questo ruolo come un grande regalo, di quelli che raramente i registi fanno alle attrici italiane.

Come hai costruito il personaggio di Sofia, ti sei ispirata a qualche personaggio femminile o a qualche attrice di vecchie commedie?
Luisa Ranieri: Mi sono molto affidata ad Edoardo, ho cavalcato l'onda della sceneggiatura consapevole del fatto che era un film inusuale e lui si è dimostrato subito un regista molto coraggioso seppur agli inizi. Nonostante tutto ho pensato che era il caso di assecondarlo in tutto, anche nelle sue piccole follie, non ho voluto riferimenti perchè ero terrorizzata di poter in qualche modo scimmiottare qualche grande attrice e fare una figuraccia. Credo che gli attori debbano essere un po' sgombri da cliché e preconcetti quando si buttano in un film e io mi sono lasciata andare. Anche la scelta dei costumi era a mio avviso eccessiva, soprattutto nelle scene finali in cui mi faccio giustizia con le mie stesse mani. Il tutto mi sembrava alquanto pulp, ma alla fine anche lì mi sono accorta che effettivamente aveva un senso dare al personaggio l'esteriorità di donna guerriera, ad un certo punto nulla mi sembrava più eccessivo...

Un regalo raro per le attrici italiane che spesso soffrono la mancanza di questi ruoli così importanti...
Luisa Ranieri: Sono pochissime le attrici italiane che possono dire di essere soddisfatte dei ruoli che interpretano. Pochi registi scrivono per attrici donne, siamo sempre e solo di appoggio ai ruoli maschili al contrario di Sofia che era un personaggio che mi faceva fare nel corso della storia una serie di transizioni sperimentali molto interessanti. E' bello e stimolante per un attore potersi misurare con un testo che da la possibilità di modulare un personaggio e cambiarlo nel corso del tempo.

Ha ricordato un po' la Sophia Loren degli anni '60, il nome è casuale oppure è un voluto omaggio a lei?
Edoardo De Angelis: Non è un omaggio volontario, anche se credo che Sophia Loren sia un po' nel dna di questo film e di tutte le attrici italiane e soprattutto napoletane. Luisa poi ha un modo di fare che molto ricorda la Loren, ha lo spirito di Sofia, la potenza, la bellezza e anche la bravura.

Nel film viene illustrato anche il lato malavitoso del mondo della mozzarella di bufala dop, quanto la camorra e la mafia sono legate a questo enorme giro d'affari?
Edoardo De Angelis: Mentre lavoravamo alla stesura del soggetto lessi un articolo di giornale sui pomodori san marzano provenienti dal mercato cinese e pensai subito alla mozzarella. Tutti mi dissero che i cinesi avrebbero fatto tutto ma che non sarebbero stati in grado di fare la mozzarella. Tre mesi dopo al telegiornale parlarono di un carico enorme sequestrato al porto di Napoli. Da lì l'idea per il film, la domanda è nata spontanea e anche la risposta: "e se sti cinesi iniziassero a produrre una mozzarella di bufala buonissima e a venderla proprio a Caserta? Sbaraglierebbero tutto il mercato...". La criminialità organizzata chiede il pizzo a qualunque impresa economica fiorente, senza distinzioni, l'aspetto che più mi interessava sottolineare era il punto di vista di un imprenditore che dopo anni e anni di fatiche cerca di difendere tutto quello che ha, famiglia, animali e azienda, e a lottare con tutte le sue forze contro chi gli vuole togliere tutto. Eloquente a tal proposito la scena in cui Ciccio Dop si ritrova ad un certo punto in preda allo sconforto a parlare con le sue bufale...

Mozzarella Stories è un po' una commedia zigana, una sorta di versione italiana dei film di Emir Kusturica, che co-produce il film. Quanto si è ispirato ai suoi film durante la lavorazione?
Edoardo De Angelis: Credo che sia piuttosto Kusturica ad avere nei suoi film l'approccio tipico della commedia all'italiana, quel tocco un po' surreale e grottesco che lu iha meravigliosamente traslato nei Balcani. Mi sono nutrito di tutti i suoi film, sono un suo grande ammiratore, sono cresciuto cinematograficamente guardandoli e riguardandoli. L'ho conosciuto durante il Kustendorf Festival, da lui diretto e ideato, che ha luogo ogni anno in un piccolo villaggio sulle montagne serbe, un villaggio cui egli ha dato vita costruendolo da zero. Partecipai al festival con il cortometraggio Mistero e passione di Gino Pacino, interpretato da Giovanni Esposito che in Mozzarella Stories interpreta il ruolo di Gigino 'a Purpetta, e vinsi il premio della critica.

Come è avvenuto l'incontro fatidico?
Edoardo De Angelis: Quando conobbi Emir Kusturica lui mi disse una frase che mi rimase impressa, mi consigliò di non smettere mai di fare quello che mi piace e che più mi rappresenta. Dopo qualche tempo venni contattato perchè egli aveva deciso di sostenere con la sua casa di produzione i giovani filmaker passati al festival. Solo dopo scoprimmo che era un grande appassionato di mozzarella e fu questa la scintilla che fece scattare in lui la voglia di sostenerci. Ha seguito la lavorazione senza intervenire mai in maniera invadente, mi ha dato ottimi consigli nel premontaggio e ha cercato di far uscire fuori la mia visione senza mai influenzarmi. Sono molto orgoglioso che un regista che amo tanto mi abbia così tanto sostenuto nel mio primo lungometraggio.

In Mozzarella Stories vediamo un Gianpaolo Fabrizio nuovo rispetto a quello che conosciamo dai programmi satirici della nostra tv, un ruolo importante da 'padrino' molto bello e inedito sul grande schermo per una storia sì molto divertente ma anche molto seria...
Gianpaolo Fabrizio: Sì, diciamo che anche in tv sono sempre a contatto con le bufale, quelle dei politici soprattutto (ride). Quella di Mozzarella Stories è stata per me una grande opportunità, la prima in dodici anni di curriculum trascorsi a fare teatro e a faticare su e giù per l'Italia. Per me è stato facile il personaggio di Ciccio Dop, ma solo perchè mi porto dietro un enorme bagaglio di esperienza teatrale, sarebbe stato un po' meno semplice altrimenti. Credo che Edoardo abbia avuto una grande idea ed abbia realizzato un film pieno di idee che ha tante cose da dire.

E per Massimiliano Gallo com'è stato recitare nel ruolo del marito di Sofia?
Massimiliano Gallo: Quando ho saputo che dovevo fare il marito di Luisa Ranieri io l'ho presa benissimo, un po' meno mia moglie (ride), poi quando ho saputo che l'unica scena di sesso era con Aida Turturro allora ho avuto la dimostrazione che il nostro è davvero un mestiere difficile, pieno di imprevisti e crudele (ride). Il mio personaggio incarna la meschinità umana in tutte le sue sfaccettature ma anche una certa tenerezza. Mozzarella Stories è un film pieno di colori ed energia, dice molto e azzarda anche molto, in termini calcistici potremmo dire che noi tutti abbiamo dato tutto quello che avevamo senza risparmiarci mai.

Il ragioniere lucido e calcolatore è interpretato da Andrea Renzi, com'è stato lavorare nei panni di un personaggio così diverso dal solito?
Andrea Renzi: Devo dire che il mio rapporto con Edoardo non è stato subito buono, avevo una sorta di diffidenza nei suoi confronti, volevo sapere tante cose ma lui era sempre un po' reticente. Questo film mi chiamava ad una sfida molto grossa ma quando ho letto la sceneggiatura ho avuto una sorta di scossa e gli ho chiesto ingenuamente "_ma che tono avrà il film?". _Ero preoccupato come attore perchè si rischiava di andare a toccare le corde della commedia grottesca e paradossale con sprazzi di drammaticità davvero profonda. tutti i miei dubbi si sono dissolti con l'inizio delle riprese, lì ho sentito il polso del regista e ho avuto in cuor mio tutte le risposte che volevo. L'aspetto del mio personaggio che più mi ha affascinato è il suo stare un passo indietro, senza prendersi la responsabilità delle scelte più difficili, una grande lucidità nel dare consigli senza accollarsi mai il peso di quelle azioni, una metafora interessante.

Edoardo, il tuo film in chiusura è dedicato alle tre donne della tua famiglia, a tutti gli effetti è un film sulle donne che rilancia il fascino della femminilità campana in un cinema che parla di questo paese e della voglia di cambiamento che si respira...
Edoardo De Angelis: Sono le donne il vero motore della nostra Italia, sono le donne ad avere la voglia di immaginare un mondo nuovo, diverso da quello che esiste già. Questo mi piaceva di Sofia, non riuscivo a immedesimarmi in maniera soddisfacente nella sua piscologia e così ho decido di contemplarne il mistero, di amarla e di darle la possibilità di prendere in mano le sorti misere degli uomini che la circondavano. Sono stato cresciuto da tre donne, e ora mi sono anche sposato, il mondo lo guardo da maschio ma quando voglio salire uno scalino più in alto cerco sempre il punto di vista di una donna.