Recensione Buoni a nulla (2014)

Gianni Di Gregorio torna dietro - e davanti - la macchina da presa con un'altra commedia di lieve ironia dedicata al suo alter ego Gianni, trasferito in un nuovo ufficio alla periferia di Roma e costretto a mettere da parte la propria incorreggibile 'mitezza'.

Dopo i consensi ricevuti con Pranzo di Ferragosto e Gianni e le donne, il regista, sceneggiatore ed attore romano Gianni Di Gregorio torna al cinema, dopo circa tre anni di assenza, portando a compimento la sua ideale trilogia basata sul personaggio di Gianni (sorta di alter ego dello stesso Di Gregorio) con Buoni a nulla, presentato nella sezione Gala alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

Chi ha amato i precedenti lavori di Di Gregorio ritroverà dunque il mite e disincantato Gianni, la cui tranquilla routine, in cui il rischio più grande consiste nell'essere intercettato mentre tenta di svignarsela durante una riunione di condominio, subirà un'improvvisa - e drastica - trasformazione in seguito a un'inaspettata notizia: a causa di una direttiva ministeriale, Gianni deve rimandare il proprio agognato pensionamento e trasferirsi in un altro ufficio, situato addirittura oltre il Raccordo Anulare (un vero trauma, per un uomo che non si allontana mai dal centro di Roma).

Le nuove avventure di Gianni

Gianni di Gregorio con Marco Marzocca in un momento di Buoni a nulla
Gianni di Gregorio con Marco Marzocca in un momento di Buoni a nulla

Da questo spunto narrativo, al quale si aggiunge lo stress provocato dalla ex moglie e dalla figlia Camilla (che vorrebbero convincerlo ad abbandonare la sua comoda abitazione nel cuore della capitale), si sviluppa il racconto della nuova esistenza di Gianni e delle sue interazioni con i colleghi, fra cui una severa direttrice (Anna Bonaiuto) che assiste sorniona alla "gara di ruffianerie" per aggiudicarsi i suoi favori, il goffo e mansueto Marco (Marco Marzocca), che diventerà il migliore amico di Gianni, il mellifluo Christian (Gianfelice Imparato) e la provocante Cinzia (Valentina Lodovini), che sfrutta il proprio sex appeal per sfruttare il povero Marco ad ogni occasione utile. Alle prese con una situazione frustrante e che rischia di sopraffarlo (a partire dalle ricorrenti difficoltà nell'utilizzare i più elementari programmi informatici), a Gianni non resterà altra soluzione che mettere da parte quella mitezza che lo aveva sempre contraddistinto per raccogliere la grinta necessaria ad imporsi in un ambiente dominato dal rampantismo e dalla furbizia. Una 'lezione' che il protagonista tenterà di trasmettere anche a Marco, costantemente succube dell'egoismo e della maleducazione di coloro che lo circondano, ma incapace di ribellarsi e di riuscire a rispondere con un fatidico "no".

I piccoli paradossi del quotidiano

Buoni a nulla: Gianni Di Gregorio in una scena tratta dalla commedia
Buoni a nulla: Gianni Di Gregorio in una scena tratta dalla commedia

A differenza dei due film precedenti, in Buoni a nulla Di Gregorio rinuncia pertanto al proprio ruolo di "mattatore assoluto", acconsentendo ben volentieri a dividere lo schermo con un efficace comprimario quale Marco Marzocca, al quale sono affidate alcune delle battute e delle gag più divertenti del film. Per il resto, Buoni a nulla vanta lo stesso, ineffabile senso dell'ironia che costituisce il marchio di fabbrica della scrittura di Di Gregorio: la sua capacità di cogliere le piccole contraddizioni e gli esilaranti paradossi di una quotidianità tipicamente romana, in un contesto in cui la serenità e la pacatezza sembrano sempre sul punto di essere incrinate dalla complessità dei rapporti sociali e dall'obbligo di riparametrare comportamenti, abitudini e punti di vista (un obbligo che si configura come un'indispensabile regola di sopravvivenza). Buoni a nulla si propone dunque come un "Fantozzi al contrario", pervaso da quella raffinata leggerezza e da quel formidabile umorismo che pongono Di Gregorio ben al di sopra rispetto alla maggior parte degli sceneggiatori di commedie del cinema italiano contemporaneo. Eppure, in questo suo terzo film si riscontra anche un'esilità drammaturgica che si rivela il principale limite della pellicola: la riflessione intrisa di malinconia dei suoi precedenti lavori qui infatti resta confinata a qualche saltuario accenno, mentre la struttura narrativa si riduce ad un canovaccio ben sfruttato, ma forse di eccessiva semplicità e con un tono quasi 'televisivo', mentre una punta di ambizione in più avrebbe senz'altro giovato al risultato finale.

Conclusioni

Buoni a nulla: Marco Marzocca con Valentina Lodovini in una scena del film
Buoni a nulla: Marco Marzocca con Valentina Lodovini in una scena del film

Ironico, lieve e di indubbia piacevolezza, il terzo cimento registico di Gianni Di Gregorio è una commedia in grado di suscitare spesso il sorriso o la risata, anche in virtù dell'apporto di un cast ben scelto e affiatato (e la coppia Di Gregorio / Marzocca fa scintille), ma che si accontenta di inanellare situazioni buffe o semi-farsesche, senza acquistare tuttavia una reale profondità che possa permettere al film di spiccare davvero il volo.

Movieplayer.it

2.5/5