Ranma ½, alla scoperta di un'opera indimenticabile presto su Netflix

Ranma ½ sta per arrivare su Netflix ma è un remake dell'anime ispirato all'omonimo manga di Rumiko Takahashi: se siete confusi, vi spieghiamo tutto noi!

Un'immagine dell'anime Ranma 1/2

Yappappà, yappappà, enchanté! Un tormentone, la sigla di Ranma ½, che ci ha accompagnato per buona parte dei primi anni 90, quando il fenomeno manga cominciava a esplodere veramente nel nostro paese. Molti, tuttavia, conoscevano già Rumiko Takahashi, la "regina dei manga", poiché suoi erano anche Maison Ikkoku e Urusei Yatsura, meglio noti dalle nostre parti come Cara dolce Kyoko e Lamù, rispettivamente. Le opere della Takahashi l'avevano consacrata come un'autrice audace e frizzante, dallo smagliante intuito per l'umorismo e la commedia, ma se nei suoi manga precedenti - anche adattati per lo schermo televisivo, naturalmente - spiccava soprattutto il lato romantico, con Ranma ½ a partire dal 1987 la Takahashi approccia maggiormente il genere shōnen: narra la leggenda che l'autrice, decisa a scrivere un protagonista maschile esperto di arti marziali, ma temendo di non riuscire a caratterizzarlo bene come le sue precedenti protagoniste femminili, s'inventò l'escamotage della trasformazione nel sesso opposto pensando dapprima a un semplice pugno e, poi, alla maledizione dell'acqua fredda vedendo l'insegna di un bagno termale pubblico, senza nessun proposito ideologico che farebbe impazzire i social odierni.

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Una scena di Ranma ½ (2024)

Cosa che, tuttavia, potrebbe succedere presto, tipo nei prossimi giorni: pur avendo travolto il pubblico come un uragano, Ranma ½ ha avuto una diffusione contenuta per molto tempo. Avendo venduto oltre 50 milioni di copie, ed essendo stato trasposto in animazione oltre vent'anni fa, è diventato il candidato perfetto per un remake targato Netflix che arriverà il prossimo 5 ottobre in tutto il mondo: prodotto dal blasonato studio MAPPA (già dietro a Chainsaw Man, tra gli altri) e diretto da Konosuke Uda, la nuova serie - che conterà inizialmente almeno 12 episodi - riunirà gran parte del cast originale, riadattando la storia dall'inizio.

Di cosa parla Ranma ½?

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Una tavola del manga di Rumiko Takahashi

L'opera di Rumiko Takahashi ruota intorno al protagonista, Ranma Saotome, un adolescente con un piccolissimo problema: a contatto con l'acqua fredda, Ranma diventa donna. L'acqua calda annulla la trasformazione ma ciò accade perché il giovane, insieme al padre Gendo - che si trasforma a sua volta in un panda - è cascato in una sorgente termale maledetta durante un addestramento nelle arti marziali in Cina. Senza il becco di un quattrino e senza sapere come annullare la maledizione, Ranma e Gendo fanno ritorno a Tokyo per alloggiare dai Tendo: Gendo ha infatti organizzato un matrimonio tra Ranma e la figlia del suo migliore amico, Akane, che un giorno erediterà il dojo di famiglia. E c'è un altro piccolissimo problema: Akane è un maschiaccio - quello che nei manga si definirebbe un personaggio tsundere - che non ha la minima intenzione di sposare Ranma, il quale, dal canto suo, ha un bel caratterino e spesso usa il suo aspetto femminile a suo vantaggio. I due, nonostante un'iniziale antipatia reciproca, sono quindi costretti a vivere sotto lo stesso tetto e a frequentare la stessa scuola.

Naturalmente col passare del tempo sboccia del tenero tra Ranma e Akane, che però faticano a esprimere i propri sentimenti, anche perché sono assediati da un cast di personaggi secondari assolutamente fuori di testa: oltre alle invadenti famiglie, arricchiscono la storia alcuni tra i comprimari più folli (e indimenticabili) di sempre, alcuni dei quali hanno subito la stessa sorte dei Saotome. Dal rivale diretto nelle arti marziali - e in amore! - Ryoga, che non ha il minimo senso dell'orientamento e si trasforma in un maialino (inconsapevolmente adottato dalla stessa Akane) alla cinese Shampoo, promessa sposa (e due!) di Ranma che si trasforma in una maliziosa gattina, passando per i compagni di scuola come l'invasato esperto di kendo Ukyo e sua sorella, la ginnasta Kodachi, o il potentissimo Happosai, un vecchietto col pallino per la biancheria intima che siamo curiosi di sapere se sarà edulcorato nel nuovo anime o manterrà tutte le sue maniacali - ma esilaranti - perversioni.

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Happosai in una scena dell'anime originale

L'opera, ristampata più volte anche in italiano in vari formati, è composta da 53 volumi tankobon ed è strutturata in archi narrativi di pochi capitoli o, più raramente, in capitoli autonomi. È una lettura scorrevole, seppur qualche volta anacronistica per via della sua età e del ritratto di una società, quella giapponese, che oggi è un po' diversa da come la Takahashi la raffigurava all'epoca. Ranma ½ ha tuttavia segnato la sua carriera: senza di esso, non ci sarebbero stati in seguito né InuyashaRinne, e l'ha resa in tutto il mondo ancora più famosa grazie a un intenso merchandising che include anche svariati videogiochi e, naturalmente, una serie animata. Anzi, più di una.

L'anime

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Una scena della prima serie animata

La serie animata di Ranma ½ si divide in due opere: la prima segue pedissequamente il manga originale, è stata trasmessa per 18 episodi nel corso del 1989 e cancellata a causa dei bassi ascolti. La seconda serie è ripartita poche settimane dopo, sempre a cura di Studio Deen ma con un budget ridimensionato, e ha proseguito la sua corsa fino al 1992 per 143 episodi. Le due serie sono spesso state portate insieme oltreoceano, in un unico pacchetto di 161 episodi senza distinzioni, ma la seconda parte è in realtà un po' diversa dal manga: alcuni personaggi compaiono in momenti diversi, certi archi narrativi sono invertiti e la serie non ha un vero e proprio finale come il manga, restando quindi in sospeso. Un problema che il nuovo adattamento Netflix dovrebbe risolvere.

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Una scena del nuovo anime ispirato a Ranma ½

In Italia, la serie animata di Ranma ½ è andata in onda, inizialmente sulle reti locali e poi su MTV, tra il 1995 e il 2005. La distribuzione dei primi 26 episodi si deve a un accordo tra la casa editrice Granata Press e la Doro TV Merchandising per una pubblicazione in VHS ma, in seguito al fallimento di Granata Press, i diritti sono stati rilevati da Dynamic Italia (l'attuale DynIt) che ha curato l'adattamento dei restanti episodi con lo stesso cast di doppiatori. Episodi che sono poi stati distribuiti a vari emittenti, come la rete Telemontecarlo nel contenitore Zap Zap, seppur censurati se non addirittura saltati. Dynamic Italia proseguì quindi l'adattamento degli episodi fino al 125, proponendoli in videocassetta in edizione integrale nelle collane Le nuove avventure di Ranma ½ e Ranma ½: Gli scontri decisivi, salvo interrompere la pubblicazione nel 1999. La serie è stata poi riproposta anche in DVD a più riprese e adattata fino all'ultimo episodio, seppur parzialmente.

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Una scena del film La sposa dell'isola delle illusioni

Come spesso accade con gli anime, anche Ranma ½ ha avuto una serie di lungometraggi cinematografici. Tre, per l'esattezza: Le sette divinità della fortuna nel 1991, La sposa dell'isola delle illusioni nel '92 e Ranma contro la leggendaria fenice nel '94. Quest'ultimo è l'unico dei film a ispirarsi direttamente al manga, mentre gli altri sono storie inedite e autoconclusive, tutte distribuite sul nostro suolo in VHS e DVD da Dynamic Italia. Una curiosità: la prima sigla italiana è stata riarrangiata sulle note dell'originale Jajauma ni sasenaide, cantata da Massimiliano Alto e Monica Ward, i doppiatori di Ranma maschio e Ranma femmina che in seguito sarebbero diventati due punti di riferimento nel settore. In seguito, la sigla italiana iconica sarebbe stata sostituita da una versione cantata da Antonio Galbiati, prima di essere rimpiazzata definitivamente dalle canzoni originali giapponesi nelle ultime riedizioni. La sigla del remake in uscita, invece, sarà Iinazukekkyun, cantata da Shimizu Ayano: a comporre la colonna sonora troveremo Kaoru Wada, già nota per le bellissime musiche di Inuyasha.

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Una scena del nuovo anime Netflix

Ranma ½ è una storia che, malgrado i suoi anni e i suoi anacronismi, è invecchiata benissimo. E sebbene perda un po' di mordente sul finale, a causa di una struttura ripetitiva che è un po' il marchio di fabbrica della Takahashi, la storia tiene botta grazie a un umorismo situazionale graffiante, a un leggerissimo tocco di erotismo e alla genialità di alcuni intrecci frizzanti e carichi di ritmo che strappano sonore e genuine risate come nelle migliori commedie degli equivoci. La nuova serie su Netflix promette di far conoscere Ranma ½ a un pubblico ancora più vasto ma ovviamente rischia di confrontarsi con i nostalgici dell'originale: saprà conquistare sia loro che i nuovi spettatori?