Ha fatto vacillare la Forza mettendo paura alla Disney che, visto il record d'incasso del suo film precedente, Sole a catinelle, maggior successo al botteghino nella storia d'Italia con i suoi quasi 52 milioni totali, ha minacciato di far uscire Star Wars: Il risveglio della forza in ritardo nella penisola per non affrontarlo, ma Checco Zalone è ironico e scherza da solo sul precedente importante, sdrammatizzando così davanti alla stampa romana: "È bellissimo vivere da Checco Zalone: lo auguro a tutti. Adoro essere riconosciuto per strada e fare le foto con chi me le chiede: mi viene l'ansia se mi fermo a pensare a quando non sarà più così. L'ultima volta abbiamo venduto otto milioni di biglietti, bisognerebbe clonare gli italiani per superare questo record, non succederà, ma spero comunque che il pubblico si diverta".
In Quo Vado?, suo quarto film insieme a Gennaro Nunziante, regista e co-sceneggiatore, Luca Medici, in arte Checco Zalone, è un impiegato della provincia attaccatissimo al suo posto fisso, che cerca di conservare in tutti i modi grazie anche ai consigli del senatore Binetto, interpretato da Lino Banfi. Quando Zalone vede minacciata la sua stabilità, pur di mantenere il suo lavoro si fa trasferire in Norvegia, dove incontra Valeria (Eleonora Giovanardi), biologa che cerca di salvare gli orsi polari vittime del riscaldamento globale. La trasferta norvegese è l'occasione per mostrare vizi e virtù degli italiani all'estero, incapaci, secondo gli autori, di essere civili a casa propria ma pronti a portare la propria diversità e ricchezza fuori dall'Italia.
Zalone punta più in alto: budget maggiore e temi dal respiro più ampio
L'eterna rivalità tra nord e sud mostrata nei primi tre film in Quo vado? lascia il posto a temi dal respiro più ampio: si parla di riscaldamento globale, uguaglianza, famiglie allargate e aiuti umanitari, il tutto visto attraverso la lente della comicità, che in questo film si fa più complessa, come ha detto lo stesso Zalone durante la conferenza stampa romana del film: "Abbiamo lavorato tantissimo per questi 83 minuti di film, rispetto agli altri tre qui c'è una grande differenza di budget: per quanto riguarda l'immagine abbiamo cercato la novità, abbiamo pensato quindi alla Norvegia, le nostre masserie pugliesi erano state ampiamente esplorate. La storia anche è più complessa, la parte africana è molto rischiosa. Noi ci ispiriamo alla commedia all'italiana classica, ma non voglio fare paragoni perché quello era proprio un altro livello, anche se è lì che guardo quando faccio le mie cose, cerco di tendere a quel cinema".
Gli fa eco Gennaro Nunziante, regista e co-sceneggiatore del film, che, insieme a Zalone, ha lavorato a questo nuovo titolo per due anni: "Andando avanti uno dei rischi è forse farsi contaminare dai film precedenti, anche per il grande successo che hanno avuto. Dopo Sole a catinelle siamo andati in letargo, ci siamo presi sette mesi per pensare a un nuovo progetto, abbiamo gettato il seme e piano piano il film è venuto. Film che tratta un tema più universale che forse così, paradossalmente, racconta meglio il nostro paese".
Norvegia, Al Bano e Romina e il posto fisso
Le riprese in Norvegia sono insolite se si pensa ai precedenti film della coppia Zalone-Nunziante, un mondo completamente diverso raccontato dallo stesso protagonista: "In Norvegia non mi riconosceva nessuno, anzi non mi facevano entrare nei locali perché secondo loro andavo in giro vestito male. È una realtà completamente diversa dalla nostra: è tutto efficiente, nessuno supera il limite di velocità, praticamente non sanno cosa sia il clacson, tutti fanno la raccolta differenziata. Funziona tutto alla perfezione e sono ricchissimi, hanno tutto, ma nonostante questo si drogano e bevono, l'emergenza alcolismo lì è importante: noi forse non avremo il posto fisso ma siamo più felici". Dal film emerge l'ossessione, molto italiana, per il posto fisso, che in passato era propria anche di Zalone: "Fino a dieci anni fa il posto fisso era la mia massima ambizione: ho fatto anche un concorso da vice ispettore di polizia. Sono stato scartato, ma è stato meglio così. I miei genitori mi hanno sempre spinto al posto fisso. A Capurso c'è un personaggio che si è trasferito a Milano e ha aiutato molte persone del paese, ci siamo ispirati a lui per il ruolo del senatore Binetto, interpretato da Lino Banfi". Vivendo in Norvegia Zalone si integra e diventa più civile, ma tutte le sue nuove certezze vacillano quando, per caso, vede l'esibizione di Albano e Romina al Festival di Sanremo 2015: "La sequenza di Sanremo forse è quella che preferisco. Siamo andati a cena con Romina e Al Bano al ristorante La Pergola, mi sono presentato in tuta e quasi non mi volevano far entrare. Ci siamo seduti con loro due che erano insieme ma non si toccavano: ho pensato mio dio, questa è l'Italia! Per me è la scena più bella perché Al Bano e Romina irrompono sulla nana bianca di cui sto parlando con una forza dirompente".
Citazioni da La Grande Bellezza e la canzone La Prima Repubblica
Tra stoccate agli impiegati statali e dirigenti senza scrupoli, Zalone e Nunziante non perdono occasione di lanciare qualche frecciatina anche a La grande bellezza di Paolo Sorrentino, rivisitando a modo loro la scena dello svenimento del turista giapponese davanti alla fontana del Gianicolo: "Non volevamo puntare il dito contro un grande film che ha vinto l'Oscar come La Grande Bellezza, abbiamo semplicemente fatto una citazione spiritosa. Sorrentino ti vogliamo bene, non ti incazzare!" ha detto il protagonista, che nel film canta La Prima Repubblica, canzone da lui scritta e interpretata, che elenca diversi aspetti del malcostume proprio del nostro paese: "Nel finale abbiamo voluto portare un filo di speranza, anche a rischio di apparire buonisti. Non penso davvero le cose che ho scritto nella canzone, le dico per regalare una risata, canzone che tra l'altro è terza in classifica dopo Stevie Wonder e Justin Bieber: mi immagino all'estero lo stupore quando leggono il mio nome subito dopo questi due".