Recensione Hotel Bau (2009)

'Hotel Bau' è il gradevole esordio alla regia di Thor Freudenthal, che riesce a mettere insieme un film vivace e divertente che, pur non imponendosi come un capolavoro del genere per ragazzi, ha dalla sua il saper rappresentare un buon passatempo per tutta la famiglia.

Questa casa non è un albergo... per cani

Chiunque abbia avuto un cane sa quanto sia elevata la sua capacità di integrazione e quanto riesca ad imporsi come membro della famiglia, o del branco dal suo punto di vista, di cui fa parte. In questo senso, la sua presenza diventa fondamentale ed insostituibile e lo è inevitabilmente ancora di più per Andi e Bruce, i due protagonisti di Hotel Bau (in inglese Hotel for Dogs), la cui famiglia è composta soltanto da loro due ed il piccolo Venerdì. Comprensibile il loro dispiacere nell'apprendere che i bizzarri tutori a cui sono stati affidati non ne vogliono proprio sapere di avere un animale in casa.
Ma a tutto c'è una soluzione e la trova proprio il piccolo quadrupede del gruppo, che nel corso di una fuga notturna dei ragazzi, impegnati e non farsi catturare dalla polizia per qualcosa che non hanno fatto, si infila in un hotel abbandonato che da quel momento in avanti diventerà un rifugio perfetto non solo per loro, ma per tutti i randagi della zona: infatti i ragazzi approfittano del posto trovato così accidentalmente per radunare tutti i cani senza padrone del circondario e mettere insieme una famiglia allargata a cui dedicare le loro amorevoli cure, fatte di cibo e divertimento per bipedi e quadrupedi.

Tratto dal romanzo per ragazzi del 1971 di Lois Duncan, Hotel Bau è il gradevole esordio alla regia di Thor Freudenthal; con alle spalle alcuni corti ed esperienze nel settore degli effetti speciali per Stuart Little, il regista riesce a mettere insieme un film vivace e divertente che, pur non imponendosi come un capolavoro del genere per ragazzi, ha dalla sua il saper rappresentare un buon passatempo per tutta la famiglia. Uno dei motivi della riuscita di questa operazione va trovato in un casting efficace, che ha in Emma Roberts la maggiore dei due fratelli protagonisti, una giovane attrice che avevamo già visto recentemente in altri due film per ragazzi: Aquamarine e Nancy Drew, nuova avventura per il grande schermo per la popolare giovane detective della letteratura dedicata ai più giovani; accanto a lei, oltre al piccolo Jake T. Austin, alcuni nomi di richiamo come Don Cheadle, Lisa Kudrow e Kevin Dillon, questi ultimi due nel ruolo degli slavati cantanti che fanno da tutori ai ragazzi.
Ma merito va anche ad una scrittura che, seppur non originale, fa il suo dovere bilanciando l'inevitabile morale sull'importanza della famiglia, qualunque sia la sua forma, con diversi tipi di umorismo, dallo slapstick alla più classica commedia degli equivoci, trovando spazio per citazioni ed ammiccamenti e sfruttando al meglio, senza abusarne, la presa che i co-protagonisti a quattro zampe hanno sul potenziale pubblico del film.
E' doveroso, infatti, dedicare un commento finale agli interpreti a canini di Hotel Bau, che, affiancati da alcune controfigure animatronic, riescono a dare vita a tutta la gamma di emozioni umane che siamo abituati ad attribuire ai nostri cani nella vita di tutti i giorni: infatti gli animali addestrati da Birds & Animals Unlimited, veri esperti del settore che hanno lavorato anche alla serie di Harry Potter, sono abilissimi nel rendere credibile la storia fantastica raccontata dalla Duncan nella sua versione per il grande schermo adattata da Jeff Lowell e confermano lo stato di salute di questo sottogenere che quest'anno ha già visto nelle sale Beverly Hills Chihuahua e che presto tornerà in auge con un altro goffo protagonista in Io & Marley.

Movieplayer.it

3.0/5