Entrare nel mondo di Quentin Tarantino è un po' come aprire quella famosa valigetta di Pulp Fiction. Non abbiamo mai saputo davvero che cosa ci fosse dentro, ma sappiamo che emanava una grossa luce. Il cinema di Quentin Tarantino è così. Illumina. E allora ci immaginiamo quella valigetta come piena di perle, di gemme, di pietre preziose. Il cinema di Quentin Tarantino ne è pieno, ed è così, con una serie di perle sui suoi film che ne parliamo oggi, in occasione della Quentin Tarantino Collection, disponibile a luglio su Infinity+. Introdotti dal QT8: Quentin Tarantino - The First Eight, documentario del 2019, e dallo speciale "Messa a fuoco" su Tarantino, i film che potete vedere su Infinity+ sono il seminale Pulp Fiction (1994), il monumentale Kill Bill, completo di Kill Bill- Vol. 1 (2003) e Kill Bill - Vol. 2 (2004), e poi Django Unchained (2012), The Hateful Eight (2015), e il recente C'era una volta a... Hollywood, del 2019, disponibile fino al 31 luglio. Per ognuno di questo film vogliamo raccontarvi una "perla", a volte due.
1. Pulp Fiction: Coreografie di 8 e ½ o di John Travolta?
La scena più famosa di Pulp Fiction, lo sappiamo, è il twist al Jack Rabbit's Slim, il locale in cui Vincent Vega (John Travolta) porta Mia Wallace (Uma Thurman), la pupa del boss Marsellus Wallace. I due, a un certo punto, partecipano a una gara di ballo sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. Intorno a questa scena girano diverse leggende. Pare che parte delle coreografie siano prese da un ballo del film 8 e ½ di Fellini, quello tra Gloria Morin (Barbara Steele) e Mario Mezzabotta (Mario Pisu). In realtà Quentin Tarantino di recente ha confessato che fu John Travolta a coreografare da solo i suoi passi in quella scena, mentre Tarantino stesso ha coreografato quelli di Uma Thurman. A proposito di coreografia, Travolta da ragazzino aveva partecipato a delle gare di ballo e aveva detto che il twist è bello da ballare, ma noioso da vedere. Così consigliò di metterci dentro altri balli, come l'hully gully, o alcune mosse buffe, come quella del nuoto, o prese dal balletto di Batman. Così mentre i due ballavano, ogni tanto Tarantino dava il segnale e John Travolta cambiava stile. Quanto alla canzone, sembra impossibile, ma a Uma Thurman non piaceva, così disse a Tarantino che secondo lei non suonava bene. "Fidati, è perfetta" fu la risposta di Tarantino. Che, evidentemente, aveva ragione.
Pulp Fiction: 25 anni fa a Cannes, Quentin Tarantino presentò il film che avrebbe cambiato il cinema
2. Pulp Fiction: i Fratelli Vega
Vedere i film di Quentin Tarantino tutti insieme ha un senso. Perché i film di Tarantino sono in realtà collegati tra loro e vivono in un mondo che non è il nostro mondo, ma quello del cinema. Un esempio che rende l'idea del tutto è proprio quello legato al protagonista di quel twist, il Vincent Vega di John Travolta. Ecco, Vincent Vega è in realtà il fratello di Vic Vega, alias Mr. Blonde, uno dei protagonisti de Le iene, il primo film di Quentin Tarantino. Per capirci, è il personaggio interpretato da Michael Madsen. Proprio Madsen avrebbe dovuto, nelle intenzioni iniziali di Quentin Tarantino, interpretate Vincent Vega, ma dovette rinunciare per interpretate Wyatt Earp. Così, dopo vari candidati, il ruolo andò a John Travolta, ed entrò nella storia. Davvero oggi non riusciamo a immaginare Vincent Vega con un altro volto. Ma la storia dei Fratelli Vega non finisce qui. Quentin Tarantino doveva girare un film con entrambi i fratelli, Double V Vega, che doveva essere un prequel di entrambi i film. Ma Madsen e Travolta erano ormai troppo vecchi per interpretare loro stessi da giovani...
3. Kill Bill: Uma Thurman e quelle lame affilate
È come se ci fosse un Tarantino Cinematic Universe. I suoi film vivono in un loro mondo, sono collegati tra loro. E ci sono film che ne contengono altri. Ad esempio, pensiamo a Kill Bill: Volume 1 e torniamo ancora un attimo a Pulp Fiction. Mia Wallace racconta a Vincent Vega della sua carriera di attrice, e dell'episodio pilota di una serie che aveva girato, mai andata in onda. La serie si chiamava Volpi Forza 5, ed era la storia di una squadra di ragazza da combattimento, ognuna con una sua capacità. Quella del personaggio di Mia Wallace era: lame affilate! Impossibile non scorgere in questa idea l'origine di Kill Bill, e della letale Viper Squad di Bill, di cui Black Mamba, non a caso sempre interpretata da Uma Thurman, faceva parte. Tarantino e la Thurman hanno raccontato di averi iniziato a pensare a Kill Bill proprio durante le riprese di quel film. In Pulp Fiction, inoltre, troviamo anche già presente l'arma letale di Black Mamba, la katana: Butch (Bruce Willis) ne trova una e la impugna nel banco dei pegni di Zed. Nel mondo di Quentin Tarantino tutto torna.
Da Kill Bill a Revenge: quando la sopravvivenza è donna
4. Kill Bill: Quella scena in bianco e nero
Kill Bill diventa così un film duro e violentissimo, e allo stesso tempo pop e intenso. C'è una scena, in particolare, a proposito di violenza, che ha fatto storia. è quella in cui la Black Mamba di Uma Thurman, in tuta gialla e katana di ordinanza, uccide tutti nel locale degli 88 Folli. È una scena che, a un certo punto, è virata in bianco e nero. Questa scelta può essere letta come un omaggio alla messa in onda nelle tv americane dei film di kung fu negli anni Settanta e Ottanta. Le scene venivano "decolorate" in bianco e nero in modo da attenuare l'impatto dello scorrere del sangue ed essere così approvate dalla censura. Quella scena di Kill Bill, inizialmente, non dovevano essere girate in bianco e nero. Ma quando la censura americana chiese delle modifiche per non censurare il film, e alleggerirlo, Tarantino usò questo vecchio trucco e, allo stesso tempo, com'è nel suo personaggio, fare un omaggio alla tivù e al cinema di un tempo.
5. Django Unchained: Di Caprio rimane nella parte
La carriera di Quentin Tarantino è costellata da scene memorabili, protagonisti memorabili, e villain memorabili. Uno dei più sorprendenti è Calvin Handle, spietato schiavista del sud degli Stati Uniti, interpretato da Leonardo DiCaprio in Django Unchained. C'è una scena, quando parliamo di Calvin Handle, che è passata alla storia. È quella in cui, parlando e gesticolando, DiCaprio rompe davvero un bicchiere con la mano e si ferisce a un dito, cominciano a perdere del sangue. DiCaprio non si è fermato, è rimasto nella parte, e ha continuato a recitare, giocando con quella mano insanguinata, facendola diventare parte di quel momento, della sua recitazione. La troupe e lo stesso Tarantino, sorpresi, non sanno cosa fare, ma per due minuti continuano a giare. La scena viene poi inserita, tra applausi e standing ovation, nel montaggio finale. È anche da questi particolari che si giudicano i grandi film.
Django Unchained e C'era una volta a... Hollywood, il buddy movie secondo Tarantino
6. The Hateful Eight, Ennio Morricone e La cosa
The Hateful Eight è il primo film di Quentin Tarantino che ha una vera e propria colonna sonora di Ennio Morricone, che per quel film vinse l'Oscar. Ed era stata la prima volta che Morricone componeva musica per un film western da quarant'anni. Sembra strano che sia il primo film, perché abbiamo sempre sentito tantissimo Morricone nel cinema di Tarantino. Ma il regista aveva usato delle sue musiche edite in n Kill Bill - Volume 2, Grindhouse - A prova di morte, Bastardi senza gloria e Django Unchained, per il quale Morricone aveva scritto una canzone originale, Ancora qui, interpretata da Elisa. Per The Hateful Eight Tarantino chiese a Morricone una colonna sonora originale, Morricone chiese a Tarantino quando gli sarebbe servita la musica, e lui disse "subito" perché il film era già girato e montato. Morricone pensò di non avere il tempo necessario. Poi disse che aveva un tema, qualcosa per 10 minuti di musica. Ma aveva dell'altro materiale, quello scritto per la colonna sonora de La cosa di Carpenter: delle musiche composte era stata usata solo una parte, quella con il sintetizzatore. Così parte di quelle musiche diventò la colonna sonora di The Hateful Eight. Il protagonista de La cosa era Kurt Russell, che ritroviamo in questo film...
7. C'era una volta a... Hollywood: Bruce Lee e la Cina
C'era una volta a... Hollywood è un altro esempio di come tutto torni nel cinema di Quentin Tarantino. A partire dal fatto che, in una scena sul set e, come direttore degli stunt, troviamo proprio Kurt Russell, lo Stuntman Mike di Grindhouse: A prova di morte (e tra i protagonisti di The Hateful Eight) Accanto a lui ecco Zoe Bell, anche lei protagonista Grindhouse, e anche controfigura di Uma Thurman in Kill Bill. A proposito, ricordate la sua tuta gialla e nera che riprendeva quella di Bruce Lee? In quella scena con Russell e la Bell c'è anche il personaggio di Bruce Lee, in uno dei momenti più esilaranti del film, in cui Brad Pitt scherza con la leggenda dell'attore. Proprio per questo la Cina ha rifiutato di distribuire il film, perché, secondo loro, il film metteva in cattiva luce Bruce Lee.
C'era una volta a... Hollywood, la recensione: Tarantino torna a celebrare il cinema
8. C'era una volta a... Hollywood: Quando un attore diventa un cattivo...
C'era una volta a... Hollywood è un film di attori, e un film sugli attori, quei tipi "falsi, che dicono battute scritte da altre persone". Anche qui tutto torna. Il film riunisce Brad Pitt e Leonardo Di Caprio, già con Tarantino in Bastardi senza gloria e Django Unchained: il primo irresistibile, ammiccante, sexy, il secondo drammatico, dolente, tormentato. Quando sentiamo dire al Rick Dalton di Di Caprio che quando un attore comincia a fare il cattivo è a fine carriera, Tarantino sembra parlare proprio del suo cinema e dei suoi attori, di quelle star come John Travolta, o Kurt Russell, che il regista ha preso, ridipinto come villain e rilanciato verso una nuova carriera. Proprio Di Caprio, come abbiamo visto, in Django Unchained aveva interpretato un cattivo da antologia. L'ironia sta anche nel fatto che, un tempo, fare il cattivo era visto come un passo indietro, mentre oggi gli attori fanno a gara per i ruoli da villain. Soprattutto se sono diretti da registi come Quentin Tarantino.