Ci sono dei mondi, ma anche dei linguaggi, difficili da poter capire se non si decide di affrontarli di petto. Dei microcosmi chiusi, che si muovono intorno a delle logiche non solo incomprensibili dall'esterno, ma persino viste in malo modo, rifiutate, rigettate e sottostimate. Capita ogni tanto che qualcuno però provi ad analizzarli, attratto dalla voglia di indagarne invece la dignità e la storia. E il mondo del porno può essere ascritto a questa lista. Nel corso del tempo (soprattutto dalla fine degli anni '70, probabilmente il momento di massima apertura all'hard) molte pellicole, anche profondamente diverse tra loro, hanno provato a decifrare i suoi codici e a rileggere la sua storia. C'è un fascino innegabile che il mondo a luci rosse ha esercitato sui creativi del suo contraltare più famoso.
Grandi e piccoli nomi, film dei generi più disparati, tutti tentativi accomunati dalla volontà di scavalcare dei confini da molti visti come invalicabili. Titoli che, chi più chi meno, hanno dimostrato come il rapporto tra il mondo del cinema e quello "dell'altro cinema" sia una materia da studiare per i cinefili e gli addetti ai lavori e il cui esito non è mai scontato. In occasione di questi contatti si crea infatti quasi sempre una sorta di cortocircuito in cui un linguaggio finisce con il piegarsi su se stesso nel tentativo di raccontare l'altro, dimostrando come, pur avendo degli strumenti simili, essi sembrino difficilmente conciliabili. Due testi audiovisivi talmente differenti che parlare di uno come accezione dell'altro. Sarebbe piuttosto giusto indicarli come due cugini della stessa età, con una struttura e una storia diversa, ma costellata di trasformazioni, figure chiave e nature industriali equiparabili per dignità. Il porno ha dimostrato di essere un linguaggio in grado di raccontare la società come il cinema "tradizionale", anche se in un altro modo.
Dunque, per voi abbiamo raccolto 8 film che hanno cercato di parlare del mondo pornografico attraverso i mezzi cinematografici più disparati. Parleremo di film che hanno al centro il contesto dell'hard e non quelle che lo hanno adoperato come sfumatura per concentrarsi su altro. Un'altra testimonianza dei tanti volti di questo rapporto.
1. Introduzione all'antropologia (1966)
Cominciamo questa lista in modo poco ortodosso con una pellicola giapponese del 1966, basata sul romanzo I maestri dell'Eros di Akiyuki Nosaka, ovvero Introduzione all'antropologia di Shōhei Imamura, un autore straordinario due volte vincitore della Palma d'Oro. Il film racconta la storia di Ogata, un uomo di mezza età dalla vita precaria, piena di problemi con la giustizia, a causa della sua attività di commerciante di riviste pornografiche, e con gli strozzini della Yakuza, che vogliono il negozio di sua moglie Haru, gravemente malata. Tutto precipita quando la donna muore e Ogata viene arrestato, perdendo così tutti i soldi. Una volta passata la tempesta l'uomo però ripartirà, grazie alla realizzazione di una bambola gonfiabile. Una pellicola azzardata, che corre sempre sul filo della moralità e indaga l'aspetto voyeuristico insito nell'animo umano, soprattutto quando visto come una spinta compensativa dovuta, magari, ad una forma di impotenza. Il tentativo del regista è utilizzare questo aspetto della pornografia per creare un trattato su di un aspetto importante e spesso tralasciato della sessualità, importante nella costruzione del rapporto tra uomo e donna e anche della personalità maschile all'interno delle relazioni e della società.
2. Larry Flynt - Oltre lo scandalo (1996)
Prodotto da Oliver Stone e poi messo in scena da Miloš Forman in uno dei momenti topici di una carriera che nella seconda metà ha fatto del genere biopic un'arma cinematografica straordinaria. Larry Flynt - oltre lo scandalo racconta la storia vera di Larry Flynt. L'uomo era proprietario di diversi night all'inizio degli anni '70, strutture che fatturavano poco e che erano spesso in procinto di chiudere i battenti. L'idea che salva capra e cavoli è quella di aprire una rivista mensile nota come Hustler, a metà tra erotico e pornografico. Una scelta che renderà Larry ricco e famoso, ma che attirerà su di lui diverse antipatie di esponenti del mondo per bene, le quali troveranno il loro culmine nello scontro tra Flynt e le autorità di Cincinnati in seguito del suo matrimonio con Althea Leasure, spogliarellista e tossicodipendente. Nel 1976 l'uomo viene arrestato e posto al centro di un turbinio di processi, ma troverà un giovane avvocato Isaacman a difenderlo a spada tratta.La consacrazione di Woody Harrelson, candidato all'Oscar per il suo ruolo, in un film sulla libertà di espressione contro il bigottismo e il pensiero pudico della società. Uno dei temi più classici quando si affronta il mondo hard è infatti proprio quello di analizzare i motivi per i quali è giusto ridargli una dignità tale da poter dialogare con le altre realtà ed essere così accettato da tutti.
3. Boogie Nights - L'altra Hollywood (1997)
Una delle pellicole più belle dedicate al mondo del porno appartiene alla filmografia di uno dei più grandi registi american. Paul Thomas Anderson, per la sua seconda opera, Boogie Nights - L'altra Hollywood, decide di portarci proprio in quegli anni '70 che furono l'epoca d'oro del cinema porno, ispirandosi (si dice) alla figura di John Holmes.La storia è quella di Eddie Adams (Mark Wahlberg) un lavapiatti con un talento particolare che viene notato da un famoso regista hard, Jack Horner (Burt Reynolds), che promette di fare di lui una vera e propria star. Il giovane si getta in un regno dei sogni e si rende protagonista di una scalata verso la vetta più alta, per poi scontrarsi con una realtà che vuole il tramonto del mondo di cui è divenuto il re. La discesa sarà veloce come la caduta.
Una pellicola stratificata e complessa che, raccontandoci quel sottobosco trasgressivo con i suoi divi, le sue dive, i suoi premi, i suoi sogni e i suoi dolori, confeziona un affresco straordinario degli Stati Uniti d'America, promotori di ideali di machismo castranti e pudici e sede di una macchina dei sogni pronta a fagocitare chiunque. Un cornice apparentemente luccicante costruita sul sangue e la frustrazione degli avventori. Uno specchio in cui Hollywood è costretta a guardarsi messo in scena da un film che più di tutti gli altri riesce ad entrare nel mondo pornografico eleggendolo a contraltare parimenti dignitoso dell'industria del cinema che conosciamo tutti.
4. Wonderland (2003)
Parlando di John Holmes, nel secondo biopic di questa lista vi parliamo di Wonderland, pellicola del 2003 diretta da James Cox e con protagonista una delle migliori versioni di Val Kilmer di tutta la sua carriera nei panni proprio del famoso pornodivo. Pornodivo che tra l'altro compare anche nella pellicola in immagini d'archivio. Non un biopic classico, ma una pellicola che prende una parte famosa della vicenda personale di Holmes per approfondirla (in modo molto romanzato) e parlare così anche di altro. Il riferimento è ai famigerati omicidi di Wonderland Avenue dell'inizio degli anni '80 di cui non si è fatta mai luce in modo chiaro e completo. Quello che è sicuro è che fosse coinvolto il gangster Eddie Nash, grande amico di Holmes, il quale fu accusato di essere stato suo complice in un momento per lui di grande declino sia fisico che professionale. Ancora la cornice del legal (fusa stavolta al poliziesco) per utilizzare la figura dell'ex Re del Porno come lente per inquadrare un momento particolarissimo per gli Stati Uniti d'America, durante il quale la trasgressione e la libertà sarebbero passati da nuovo volto della società e una parte da amputare e rinnegare. Una costola distrutta e abbandonata a se stessa, persa nelle sue contraddizioni e condannata per ciò che invece prima le permetta di vivere un suo personalissimo sogno. Il volto e il fisico di Holmes come espressione di una parte ormai abbandonata e morente, inquisita da coloro che l'hanno sempre voluta strangolare.
5. Zack & Miri - Amore a... primo sesso (2008)
Cambiamo generi e torni per trasferirci in Canada per una pellicola diretta da Kevin Smith con protagonisti Seth Rogen ed Elizabeth Banks. Una storia d'amore tradizionale che germoglia nel terreno meno tradizionale possibile, ovvero il set di un film porno. Zack e Miri sono amici a una vita e quindi è parso loro naturale diventare coinquilini dopo il college, dopotutto nessuno dei due ha mai provato sentimenti l'uno per l'altra e dunque tutto ha sempre filato liscio. Questo fino ai guai finanziari che li hanno ridotti a scaldarsi bruciando giornali nel loro salotto, situazione che li porterà a cercare una soluzione per guadagnare, qualsiasi essa sia. Certo, fare un porno non è proprio una scelta canonica quando si vuole sbancare il lunario. Una pellicola divertente, dolcissima e appassionante che nel raccontare una tenera e convincente love story ci porta dentro la produzione di un film porno amatoriale, giocando con tutti quegli aspetti scandalistici che caratterizzano le fondamenta del mondo hard. Una ricetta che ne fa un titolo per tutti, contro i pregiudizi di ogni genere. Anche in un film a luci rosse si può trovare l'amore.
6. Lovelace (2013)
Ma ritorniamo al biopic, stavolta lato femminile, con Lovelace diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman. Il film in cui Amanda Seyfried fornisce forse la sua prova recitativa più impegnata, impersonando la pornodiva Linda Lovelace, protagonista del leggendario film dl 1972 La vera gola profonda, censurato e amato al punto da dare il nome dell'informatore allo scandalo Watergate e da rendere la sua protagonista a cartina di torna sole di un periodo invece ricco di lati oscuri. La rivoluzione sessuale, come ogni rivoluzione, vuole i suoi volti. Per il porno fu Linda Lovelace (fu Boreman), convinta dal marito Chuck Traynor (Peter Sarsgaard), uno spocchioso e violento proprietario di un night club, ad entrare nel cinema a luci rosse e poi da lui sfruttata, ricattata e molestata per continuare a farne parte sottostando alle sue regole e ai suoi capricci.
La coppia di ex documentaristi confezionano una pellicola dalle due anime, perché se da una parte danno fondo al loro talento per analizzare il fenomeno del film del 1972 (esiste un bellissimo documentario dedicato all'argomento, Inside Gola profonda del 2005), regalando le parti migliori alla pellicola, dall'altro percorrono la strada del biopic più classico, banalizzando una vicenda che invece poteva avere una portata politica molto più importante. Il film infatti finisce con appiattirsi sul conflitto matrimoniale, che era corretto riportare, cercando la pietà nella figura di Linda più che l'ispirazione.
7. Pleasure (2021)
Il contrario rispetto alla pellicola di cui sopra fa il titolo portato in scena dalla regista svedese Ninja Thyberg, che con Pleasure del 2021 fa del corpo femminile e del suo trattamento nel mondo del porno contemporaneo una tavola concettuale e uno specchio rivelatore di tutto il male nascosto che si cela dietro l'industria e la società. Inseguendo il Sogno Americano, la 19enne Linnéa (Sofia Kappel) arriva a Los Angeles per diventare una star del cinema porno, con il nome d'arte Bella Cherry. La realtà per spesso a più che fare con gli incubi che con i sogni e a suo spese scoprirà che per riuscire deve sottostare alle regole di un mondo gestito da uomini per soddisfare le proprie fantasie. Una nuova visione sul mondo dell'hard dopo gli anni '70 ci racconta una realtà tossica, descritta con rara maestria in un film che riesce a passare dal dietro le quinte al set di un film porno senza colpo ferire, utilizzando i mezzi cinematografici con una sapienza importante e sposando quel cortocircuito linguistico di cui sopra. La pellicola è potente e rischiosa, perché si assume la responsabilità di adottare lo sguardo di coloro che adoperano violenza per mostrarla e denunciarla, dimostrando dunque la potenza e le potenzialità della visione filmica.
8. Sesso sfortunato o follie porno (2021)
Arriviamo alla fine di questa lista con uno degli Orsi d'oro più divertenti degli ultimi anni. Parliamo di Sesso Sfortunato o follie porno di Radu Jude, ovvero la pellicola con la quale il regista rumeno vuole spazzare via tutto quel velo di moralismo che il suo Paese si è messo addosso per nascondere i tanti scheletri nell'armadio e i problemi che la sua società presenta tutt'oggi. Emi è un'insegnante di storia in un'importante scuola secondaria rumena con il vizio del sex videotape, il che, finché rimane tra le mura domestiche, va anche bene, ma pensate che cosa dovesse accadere in caso di una sua diffusione. Ecco, la ragazza lo scoprirà presto perché il suo ultimo filmino fetish girato con il marito arriverà in diversi siti pubblici fino ad arrivare nell'ambiente lavorativo dell'insegnante. Emi verrà quindi costretta a tenere una conferenza stampa, utilizzata come cornice di discussione ad ampio raggio e per la quale vengono confezionati tre finali.
Porno come strumento di liberazione. Sì, perché, come per il film precedente, anche questo passa con disinvoltura da un set porno alla vita di tutti i giorni (per dire, la scena del video è una scena praticamente porno), ma non solo. Grazie a questa trovata tematica la macchina da presa di divincola da regole e convenzioni e percorre tre strade differenti per far emergere le contraddizioni di una società razzista, nostalgica, perbenista, violenta e disunita. Il porno utilizzato dal cinema per mostrare la sua valenza politica e la sua incredibile capacità rivelatrice del mondo contemporaneo.