Poltergeist: 15 cose che (forse) non sapete sul film

In occasione dell'uscita del remake di Poltergeist, rispolveriamo il classico di Tobe Hooper per raccontarvi quello che successe sul set, tra scheletri, clown assassini, una temibile "maledizione" e due bimbe speciali che avrebbero conquistato il pubblico.

Una delle uscite da brivido di questa calda estate cinematografica è il remake di Poltergeist: demoniache presenze che dopo una release americana abbastanza deludente, prova ad incuriosire il pubblico italiano. Il film del 1982, che porta la firma di Tobe Hooper, ma di fatto è stato realizzato di Steven Spielberg, oggi è un classico dell'horror soprannaturale, pur con il suo look fortemente anni Ottanta, e alcune sequenze e battute sono entrate nell'immaginario collettivo.

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la piccola Heather O'Rourke in una scena di POLTERGEIST: DEMONIACHE PRESENZE
la piccola Heather O'Rourke in una scena di POLTERGEIST: DEMONIACHE PRESENZE

Ma come sono state concepite le scene più memorabili e in che modo Spielberg e Hooper si sono trovati a condividere il set? Perché si dice che la saga sia maledetta? Ve lo spieghiamo nell'articolo che segue, voi teneteci la mano e non lasciatela mai, perché stiamo per addentrarci nell'altra dimensione, quella del set del film, tra scheletri veri e presunti eventi soprannaturali.

1. La rinuncia del Re

Inizialmente Stephen King fu contattato per scrivere la sceneggiatura di Poltergeist, ma alla fine gli accordi non andarono in porto. Quello stesso anno lo scrittore firmò la sua prima sceneggiatura, l'horror episodico Creepshow.

2. Due bambine per due ruoli indimenticabili

Spielberg con le due protagoniste di E.T. e Poltergeist!
Spielberg con le due protagoniste di E.T. e Poltergeist!

Per quanto riguarda il ruolo della piccola Carol Anne, inizialmente era stata considerata Drew Barrymore, ma Spielberg voleva una bambina con un viso più angelico. Il provino della piccola Barrymore però, le permise di ottenere un ruolo in un film più importante, e che sarebbe stato girato in simultanea con Poltergeist: E.T. L'Extraterrestre.

Heather O'Rourke invece fu scoperta mentre era a pranzo fuori con sua madre e sua sorella. Il primo screentest non andò benissimo, perché a Heather veniva da ridere anche quando doveva dimostrare di essere spaventata. Spielberg pensò che forse era troppo piccola per un ruolo di questo tipo, ma le chiese di tornare per un altro provino, perché le piaceva molto.

Quando la piccola tornò - e aveva con sé un libro di racconti paurosi - ce la mise tutta e urlò fino a mettersi a piangere. La parte di Carol Anne fu sua e alla fine delle riprese la piccola si portò a casa il pesce rosso del film come "souvenir".

3. Lo zampino di Steven sul film

Steven Spielberg (al centro) con gli attori di Poltergeist ed E.T. nel 1982
Steven Spielberg (al centro) con gli attori di Poltergeist ed E.T. nel 1982

A questo punto viene da chiedersi "Ma Poltergeist non è un film di Tobe Hooper?", e infatti il film fu diretto da Hooper, mentre Spielberg in teoria ne era solo il produttore. Ma in realtà, andò diversamente. "Tobe non è uno che si fa carico delle cose" - spiegò Spielberg - "se saltava fuori un problema e serviva una soluzione, io dicevo subito cosa avremmo potuto fare, e Tobe era d'accordo. E così andò la nostra collaborazione." Inizialmente Spielberg aveva offerto a Hooper la possibilità di dirigere E.T., ma il regista di Non aprite quella porta declinò l'offerta e decise invece di occuparsi della regia di Poltergeist. Spielberg avrebbe voluto dirigerli entrambi, ma per ragioni contrattuali non poteva, e così fu costretto ad un ruolo di supervisione che in realtà era una regia vera e propria. "La forza creativa del film era Steven" disse il co-produttore Frank Marshall - "Tobe era sul set tutti i giorni, ma Steven disegnò tutti gli storyboard e si è assentato solo per tre giorni, quando andò nelle Hawaii con George Lucas". Quando Hooper però ribattè che aveva firmato metà degli storyboard, Spielberg gli mandò una lettera dal tono amichevole in cui però sottolineava che Hooper aveva seguito la sua "visione" sul film e aveva accettato qualsiasi aspetto del progetto limitandosi a fare il suo lavoro. Ancora oggi, il dibattito sulla "paternità" effettiva del film non è stato chiarito del tutto.

Nota a margine: Sulle questioni creative e tecniche la mano di Spielberg è evidente, ma anche in alcune scene. Nella sequenza in cui uno dei due studiosi di parapsicologia si strappa letteralmente la faccia davanti allo specchio del bagno, le mani inquadrate sono quelle di Spielberg. Potete rivedere la scena nel filmato qui sotto, insieme a quella della bistecca per la quale invece furono usati dei semplici fili posizionati sotto la fetta di carne.

4. Il dolce sapore della paura

Oliver Robins ha raccontato di essersi divertito moltissimo a girare il film, visto che era solo un bambino e prendeva tutto come un gioco, anche salire su un albero dall'aspetto pauroso, anche se non mancò qualche imprevisto. Per la scena in cui gli cadono addosso dei pezzi di vetro, durante un temporale, gli furono gettati addosso dei pezzi di zucchero trasparente (simili alle cosiddette "caramelle d'orzo") Con la raccomandazione di coprirsi opportunamente il viso...

5. Il gioco delle sedie

A proposito di effetti speciali, la celebre sequenza in cui gli spiriti muovono le sedie nella cucina dei Freeling può essere considerata una vera e propria coreografia "nascosta", visto che fu realizzata in un'unica ripresa. Quando Diane parla con sua figlia e si allontana momentaneamente per prendere detersivi e stracci in un mobile, alcuni membri della troupe disponevano le sedie sul tavolo, a piramide, secondo una struttura prestabilita in precedenza.

Nota a margine: H.R. Giger sviluppò alcuni effetti speciali per il film, e ne furono utilizzati solo un paio. L'artista, che aveva collaborato anche per Alien, alla fine non fu per niente soddisfatto di come erano state utilizzate le sue creazioni.

6. Niente paura!

Oliver Robins in Poltergeist (1982)
Oliver Robins in Poltergeist (1982)

Le riprese di alcune scene si rivelarono, prevedilmente, piuttosto "intense" per i protagonisti e Spielberg intervenne per riportare la calma. Heather si spaventò solo quella volta in cui girarono la scena in cui è costretta ad aggrapparsi alla testiera del letto per non essere trascinata via dagli spiriti, mentre Oliver Robins (che interpretava Robbie) stava rischiando di essere strangolato sul serio delle braccia del clown e fu Spielberg a salvarlo quando si rese conto che il ragazzo non stava recitando. JoBeth Williams invece aveva paura di girare la scena in cui è immersa in acqua, perché sopra di lei c'erano tantissime apparecchiature elettriche. Spielberg allora entrò nella vasca insieme a lei e le disse: "Ora se un riflettore cade in acqua, friggeremo entrambi" e l'attrice si tranquillizzò.

7. Ridi, pagliaccio

Spielberg prese spunto per le scene dell'albero e del clown giocattolo dalle sue paure infantili. Tra l'altro se andate a Las Vegas, potete vedere il clown originale di Poltergeist da vicino: è esposto al Planet Hollywood del Caesar Palace. Considerati i precedenti, vi sconsigliamo di abbracciarlo.

8. Body Count?

Anche se è un film dell'orrore, e non mancano le scene gore, in Poltergeist nessuno viene ucciso. Il body count quindi sarebbe zero, se escludiamo il canarino di famiglia, al quale la signora Freeling riserva un funerale assai sbrigativo.

Poltergeist
Poltergeist

9. A proposito di cadaveri...

Abbiamo già detto che Jobeth Williams aveva paura di girare quella scena in acqua, perché temeva che le luci non fossero fissate bene. In realtà l'attrice avrebbe avuto più ragione di temere i suoi "partner" di scena, che erano degli scheletri veri, che la produzione acquistò perché erano più economici di quelli di plastica. Si dice che siano stati proprio questi scheletri a dare origine alla famosa maledizione di Poltergeist e già sul set iniziarono ad accadere cose strane, almeno secondo gli attori.

Jobeth Williams in Poltergeist - demoniache presenze
Jobeth Williams in Poltergeist - demoniache presenze

10. Lo strano caso di Tangina e del "cane fantasma"

Zelda Rubinstein, l'attrice che nel film interpreta la medium Tangina, sosteneva di avere una spiccata sensibilità medianica anche nella realtà e raccontò che durante le riprese di Poltergeist ebbe una visione del suo cane che le si avvicinava per salutarla. Poche ore dopo sua madre le telefonò per dirle che il cane era morto. Jobeth Williams invece disse che tutte le volte che tornava a casa dopo una giornata sul set, le foto incorniciate che erano esposte alle pareti di casa erano tutte storte. Lei provava a sistemarle, ma in seguito le trovava di nuovo in disordine. Ora non sappiamo dire se certe dichiarazioni siano servite a dare un po' di slancio alla promozione del film, ma di certo la maledizione di Poltergeist resta una delle più sconcertanti della storia del cinema.

11. Una serie di spaventosi eventi: la maledizione della trilogia

Heather O'Rourke in una sequenza di POLTERGEIST
Heather O'Rourke in una sequenza di POLTERGEIST

L'aspetto più noto (e cupo) della lavorazione del film di Hooper riguarda quella che viene considerata una maledizione a tutti gli effetti. Subito dopo le riprese di Poltergeist III, Heather O'Rourke morì a soli tredici anni, ma non fu l'unica ad andarsene in circostanze tragiche e sconcertanti. Ne parliamo in maniera più specifica al link che segue, in un articolo dedicato alle "maledizioni" cinematografiche più strane e spaventose.

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Evidentemente qualcuno, già durante le riprese del primo film, doveva aver intuito che succedevano cose strane, perché durante le riprese del sequel all'attore Will Sampson (che era un vero sciamano nativo americano) fu chiesto di operare un esorcismo sul set. La security lasciò il set aperto e incustodito di notte, in modo da permettere a Sampson di effettuare il suo rituale.

12. Mr. Teague, tra tombe sotto casa... e supermercati

James Karen è Mr. Teague in Poltergeist
James Karen è Mr. Teague in Poltergeist

Un aspetto curioso di Poltergeist è che il film suscitò una bizzarra protesta da parte dei clienti dei supermercati PathMark. E sapete perché? Perché a quei tempi James Karen era testimonial della catena e gli arrivarono un sacco di lettere da parte di gente che gli rinfacciava di essersi comportato male con i protagonisti del film. In effetti il suo personaggio, Mr. Teague, è un vero mascalzone e dice ai Freeling che i corpi interrati nel vecchio cimitero sul quale è stata costruita la loro abitazione sono stati riesumati e trasferiti altrove, quando in realtà si è limitato a spostare solo le lapidi.

Nota a margine: La casa in cui è stato girato il film si trova a Simi Valley in California e i proprietari sono gli stessi che ci abitavano allora. Il video che potete vedere a questo link, condiviso da un utente di YouTube, ci accompagna a vedere gli esterni dell'abitazione.

13. Consigli per gli acquisti

A proposito di pubblicità, verso la fine degli anni Zero, Craig T. Nelson apparve in uno spot pubblicitario per il network satellitare DirectTV che era un omaggio esplicito a Poltergeist. Nello spot l'attore si lamenta con Carol Anne e con il pubblico che i disturbi televisivi dipendono da una ricezione pessima. La famiglia di Heather non si offese, anzi pensò che fosse un modo di consolidare il ricordo della bambina scomparsa. Se siete curiosi potete vedere lo spot qui sotto (anche se la qualità è piuttosto scarsa e ce ne scusiamo).

14. Citazioni

Spencer Tracy e Irene Dunne in Joe il Pilota
Spencer Tracy e Irene Dunne in Joe il Pilota

In una scena del film i Freeling guardano un vecchio film degli anni '40 in TV, Joe il pilota che racconta di un aviatore defunto, il cui spirito aiuta un collega meno esperto, come se fosse una sorta di angelo custode. Sette anni dopo, Spielberg girerà il remake di questo film, il toccante Always - Per sempre. Sempre a proposito di citazioni inoltre, quando Carol Anne si ferma a guardare la tele nella stanza dei suoi, l'orario sull'apparecchio segna le 2.37 e si ritiene che possa essere un omaggio alla celebre camera 237 di Shining.

15. Un successo da brividi

Nel 1982 Poltergeist è al primo posto della classifica degli horror che hanno incassato di più e all'ottavo in quella generale. Col tempo il film è diventato un vero e proprio cult anni '80, ed è entrato nell'immaginario collettivo soprattutto per la scena del televisore, una delle più iconiche degli horror recenti. Anche la battuta pronunciata da Carol Anne dopo uno dei primi contatti con gli spiriti - "Sono arrivaaati!" - è stata inserita al 69esimo posto in una top-100 sulle battute più famose del cinema dall'American Film Institute.