Accoglienza calorosa per il Pinocchio di Matteo Garrone a Berlino 2020, evento speciale di questa edizione. La Berlinale celebra l'arrivo del premio Oscar Roberto Benigni, che accompagna la proiezione fuori concorso del film assieme al regista, a Massimo Ceccherini e al giovane cast. Inevitabilmente, la conferenza stampa si trasforma in show ogni volta che Benigni apre bocca per rispondere alla stampa internazionale in un irresistibile inglese maccheronico.
"Pinocchio è un libro sulla povertà, io l'ho letto da ragazzo, l'ho scoperto da solo perché i miei genitori non sapevano leggere" esordisce il comico toscano. "Sono l'unico attore che ha interpretato sia Pinocchio che Geppetto, per me è un miracolo. Quando cammino per Roma mi urlano 'Ah Benigni, ti manca solo di fare la Fata Turchina'. Non avevo idea di come fare Geppetto, Matteo Garrone mi ha preso per mano e mi ha guidato passo passo, come i grandi registi sanno fare".
Roberto Benigni: da Pinocchio a Geppetto nel nome di Collodi
Matteo Garrone? Ha la precisione di Visconti e la povertà di Rossellini
Per Matteo Garrone, Roberto Benigni ha solo parole entusiastiche: "Per me è uno dei grandi. Ho lavorato con Fellini, Costa Gavras, Jarmusch, Ferreri. Come tutti i grandi registi ho cercato di capire come facesse, ma non ci sono riuscito. Come veder crescere una quercia, la vuoi fermare per capire come faccia, ma non riesci. Il suo stile fonde la precisione di Visconti e la povertà di Rossellini. Garrone ha uno stile completamente italiano, ma capace di espandersi. Ci vedo Tim Burton, i Macchiaioli, Bosch, Bruegel, il più grande cinema italiano. Matteo ha scelto di raccontare la fiaba più difficile e più popolare del mondo. La amano i bambini dagli 8 agli 80 anni, fiaba internazionale come lo sono tutti i capolavori, è un'avventura che ci insegna a vivere". "Pinocchio è la storia di un padre e un figlio, senza un grande Geppetto sarebbe crollato tutto" lo interrompe Matteo Garrone. "Con la sua umanità, Roberto è riuscito a creare questo rapporto. Quando si lavora con un attore che senti vicino a te per gusto e sensibilità ci si diverte, c'è scambio di idee, lavorare insieme è una gioia. Roberto è stato molto generoso sul set e lo è anche adesso nella fase di promozione".
Come rinnovare la tradizione della fiaba più celebre al mondo
Pur senza rinunciare al suo humor innato, Roberto Benigni ha interpretato un Geppetto malinconico, generoso, di una povertà toccante, come sottolinea la nostra recensione di Pinocchio. Il comico ha affrontato il personaggio in modo diverso da quello che aveva fatto prima, come svela Matteo Garrone: "La sfida era raccontare una delle storie più famose al mondo cercando di sorprendere il pubblico, facendogli vedere qualcosa che crede di conoscere, ma spiazzandolo. Abbiamo riscoperto il testo originale, le illustrazioni di Mazzanti, che aveva collaborato con Collodi. Massimo Ceccherini (coautore dello script) ed io ci siamo presi delle libertà riuscendo a incantare il pubblico dei piccoli pur senza tradire il nostro linguaggio. Questa era un'ulteriore sfida".
Per Matteo Garrone, Pinocchio è una "storia senza tempo, un'allegoria che parla del passato, presente e futuro, parla di noi, della lotta che ognuno affronta. Lotta per non cade nelle tentazioni, per essere felici. Parla dell'essere umano, dei suoi conflitti, ma soprattutto parla molto dell'Italia". Riflettendo sul suo Geppetto, Roberto Benigni sottolinea le somiglianze tra il personaggio e San Giuseppe, visto che "entrambi hanno gli stessi problemi". L'attore e regista toscano si sbilancia poi pensando a qualche nuova collaborazione internazionale e svela: "Mi piacerebbe fare un film a Hollywood. Dopo l'Oscar volevano che rimanessi lì, ho ricevuto tanti progetti americani, ma ho preferito rifiutare e fare le mie cose. L'industria americana è molto diversa dalla nostra". Benigni svela però che, prima di Garrone, Francis Ford Coppola gli aveva chiesto di essere Geppetto nel suo Pinocchio: "Robin Williams, che mi manca tanto, mi aveva invitato a cena a casa sua a San Francisco. Alla stessa cena, tra gli amici c'era Coppola che stava preparando Pinocchio. Ci siamo incontrati varie volte, a Roma e Los Angeles, ma poi la Zoetrope è fallita e non se n'è fatto di niente".