Recensione In ascolto - The Listening (2005)

Un prodotto che si stacca da un concetto di cinema stagnante, in una stagione fortunata e vitale che sembra, incrociando le dita, dare nuova linfa alla nostra boccheggiante industria di celluloide.

Piange il telefono

In una segretissima base dell'Intelligence americana si stanno conducendo degli esperimenti su un nuovo sistema di controllo delle comunicazioni chiamato Tumbleweed, attraverso il quale è possibile ascoltare le conversazioni ambientali, oltre che quelle telefoniche, grazie alla semplice presenza di un apparecchio attivo nella stanza.
Una valigetta con tutti i manuali di funzionamento del congengno viene però rubata a Roma e la ragazza che la ritrova viene erroneamente accusata di spionaggio dai responsabili dell'azienda appaltatrice e torturata per confessare un crimine che non ha commesso.
A questo punto un agente dell'NSA, ormai stanco di ascoltare la vita degli altri, decide di prendere in mano la propria e aiutare la vittima dei loro oscuri disegni…

In ascolto - The Listening è uno di quei film che in Italia non si fanno, o meglio, non si fanno più, probabilmente perché è più facile per i giovani autori italiani raccontare quanto sia difficile innamorarsi della persona giusta o vivere da alto borghesi esistenzialisti. Mettere insieme una sceneggiatura con una storia alle spalle, delle ricerche sul campo e un intreccio di genere sono cose che si preferisce lasciare agli americani e probabilmente il peggior complimento che si possa fare a questo film d'esordio di Giacomo Martelli è proprio quello di assomigliare a un film a stelle e strisce. Molto meglio pensare a un prodotto che vuole essere qualcosa di diverso nel panorama cinematografico italiano. Girato completamente in inglese, In ascolto - The Listening nella prima parte può contare su delle ambientazioni molto efficaci e un ritmo ben dosato che fa salire la tensione in previsione di tutto quello che succederà fuori, quando da La conversazione si trasforma ne I tre giorni del Condor. Perché sono proprio queste pietre miliari e la stagione d'oro del cinema americano degli anni Settanta le principali fonti d'ispirazione del giovane regista italiano, che ha cercato di portare sullo schermo quelle atmosfere, mischiandole a un gusto tutto europeo e in gran parte italiano del cinema.

Sebbene il film si perda un po' nella seconda parte, che ha comunque il merito di ispirarsi inconsciamente, come ha sottolineato lo stesso Martelli, a L'impero colpisce ancora, In ascolto - The Listening può essere considerato uno dei prodotti italiani più coraggiosi e interessanti degli ultimi anni, perché si stacca da un concetto di cinema stagnante, in una stagione fortunata e vitale che sembra, incrociando le dita, dare nuova linfa, soprattutto economica, alla nostra boccheggiante industria di celluloide.
Concludiamo con un plauso al cast, soprattutto al protagonista Michael Parks e al cattivissimo figlio James, e alla nostra Maya Sansa, che in originale si cimenta in una interpretazione tutta in lingua inglese senza battere ciglio. Un vero esempio per molti presunti talenti giovani nostrani che si vantano e vengono vantati.