Petra e Blanca, le location a confronto: cosa cambia dalla Genova di Sky alla fiction Rai

Due serie, due sguardi e una città che non fa da sfondo ma da coprotagonista: la Superba si racconta tra caruggi, porto e colline, passando dal noir di Petra al linguaggio coloratissimo di Blanca.

Blanca

"Una volta c'erano i ruoli per gli attori, adesso li fa tutti Favino", si diceva in Boris - La serie. Ma se in quegli anni (siamo nel 2007-2008) avessimo applicato lo stesso concetto alle fiction italiane la frase sarebbe altrettanto vera: "Una volta c'erano le location per le serie tv, adesso le fa tutte Roma". È innegabile, infatti, che fino a qualche anno fa le città mostrate sul piccolo schermo si contavano sulle dita di una mano.

Mina Settembre Serena Rossi Giuseppe Zeno
Mina Settembre: Serena Rossi e Giuseppe Zeno nel Rione Sanità

Poi per fortuna il mondo delle fiction ha scoperto che esistono altri luoghi oltre la capitale. E che ognuno di essi poteva essere molto di più di un semplice sfondo per le storie narrate. Ne è un esempio la Aosta di Rocco Schiavone.
Non solo, che anche una stessa ambientazione poteva essere raccontata da angolazioni diverse. Lo abbiamo visto con il Friuli Venezia Giulia di La porta rossa e Fiori sopra l'inferno, con la Napoli di Mina Settembre e I bastardi di Pizzofalcone e ora con Genova, che in Blanca e in Petra assume tinte molto diverse.

La Genova sensoriale, cromatica e pop di Blanca

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Blanca

Blanca Ferrando, la protagonista della fiction di Rai 1 interpretata da Maria Chiara Giannetta, è una consulente della polizia non vedente e ha, quindi, un rapporto fisico e uditivo con la città. Non potendo vedere decodifica Genova attraverso risonanze, passi, suoni e rumori anche piccolissimi. La regia - ed è questo che rende specialmente la prima stagione un gioiellino - traduce questa sua percezione in un linguaggio visivo che ci permette di immergerci noi stessi nel mondo di Blanca. Siamo noi a essere inclusi, qui, con i nostri sensi.

Blanca 3, la recensione: tanti cambiamenti nella nuova stagione della serie con Maria Chiara Giannetta Blanca 3, la recensione: tanti cambiamenti nella nuova stagione della serie con Maria Chiara Giannetta

Dal particolarissimo - la pioggia che batte sulla strada, un'auto che sfreccia - il campo si allarga spesso sulle panoramiche del porto antico, sulle facciate pastello caratteristiche dei borghi della Liguria, restituendoci piccoli squarci di quotidianità. Camogli diventa una cartolina dove si muovono i personaggi, spazi dove la vita privata rallenta rispetto alla concitazione del commissariato di San Teodoro. I caruggi in Blanca non sono solo un labirinto, ma una tela in cui si tessono reazioni (spesso complicate) e dove la multiculturalità racconta una Genova popolare e inclusiva. Vertiginosamente caotica, proprio come la protagonista.

Non mancano i luoghi più "duri", specialmente nelle indagini della consulente e di Liguori (Giuseppe Zeno), ma anche i capannoni, il retro porto e certe banchine notturne sono rivestite da una fotografia che da un lato li scalda e dall'altro li rende più saturi che mai. Nel complesso, però, questo sguardo produce un effetto luminoso e a noi che guardiamo fa venire voglia di scoprire ogni anfratto della città cantata da De Andrè.

Petra e la Genova noir: i chiaroscuri dell'eleganza che nascondono misteri

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Petra, Paola Cortellesi e Andrea Pennacchi

La stessa cosa non si può dire per la fiction di Sky con Paola Cortellesi. Con Petra Delicato, ispettrice della Mobile di Genova, cambiano i registri: la città è la stessa ma non sembra, la macchina da presa decide di mostrarla in controluce. I caruggi si stringono per diventare quasi soffocanti, le ombre si allungano e il porto industriale mostra senza vergogna la sua ossatura di ferro.

La Genova che vediamo in Petra - dall'8 ottobre la terza stagione su Sky e NOW - è noir allo stato puro. Il mare, il vento, il sale ci sono ma arrivano filtrati dall'inquietudine dei casi e dal carattere spigoloso (per usare un eufemismo) della protagonista. Il porto antico qui non è un luogo di passeggio, di notte diventa un territorio ambivalente dove la bellezza si mescola al sospetto. L'acquario stesso, invece di essere mostrato nel suo lato più caotico, popoloso e allegro, è visto come rifugio contemplativo e riparato, come un confidente per i pensieri di Petra.

Petra 3, la recensione del primo episodio, Il silenzio dei chiostri: bentornata Paola Cortellesi Petra 3, la recensione del primo episodio, Il silenzio dei chiostri: bentornata Paola Cortellesi

Nella seconda stagione però lo sguardo si allarga a comprendere le ville affacciate sul mare, i parchi di Nervi, le terrazze e gli interni borghesi che introducono una "Genova bene" che si alterna ai quartieri popolari ma che non è esente dal dramma. La città, nella serie, non è più solo teatro di delitti ma diventa anche un ritratto sociale variegato in cui cambiano i codici, i linguaggi e le maschere. Nei nuovi episodi della terza stagione, invece, c'è un cambio di scenario che porta Petra e Antonio (Andrea Pennacchi) in trasferta per la prima volta lontano da Genova. Che sia il sintomo di qualcosa che cambia nella protagonista o solo una necessità investigativa?

I due volti di una stessa città

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Maria Chiara Giannetta in Blanca 3

Mettere accanto Blanca e Petra significa osservare come la stessa città possa cambiare volto a seconda di chi la racconta. Nelle due serie Genova è il giorno e la notte. Seguiamo Blanca nei vicoli del centro mentre ascolta le voci delle botteghe, i passi, gli odori di cucina e il brusio di una città viva. Anche il tempo atmosferico è repentino nei cambiamenti, non c'è via di mezzo: o il sole limpido e accecante o la pioggia battente che entusiasma la protagonista.

In Petra, al contrario, il cielo ha sempre quella sfumatura grigiastra che appiattisce e rende tutto più cupo, anche i sentimenti. L'investigatrice percorre gli stessi vicoli di notte, quando Genova si svuota e il silenzio diventa il vero interlocutore delle sue indagini.

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Alla fine, però, entrambe le visioni convergono in un punto comune. Genova non è mai uguale a se stessa. È una città che sale e scende, che a volte si apre e altre si chiude, che può essere luminosa o scura nello stesso istante, ed è proprio questa duplicità a renderla un personaggio vero e proprio, capace di modellarsi su chi la attraversa. Per questo, in entrambe le fiction, la location non è solo uno sfondo: è parte viva del racconto, la chiave che trasforma ogni episodio in un ritratto nuovo della Superba.

Luoghi reali e riconoscibili: la città come patto con lo spettatore

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L'acquario di Genova in Petra

Il patto è semplice e potente: se riconosco un luogo, mi fido. Se un luogo mi sorprende, mi innamoro. Blanca e Petra operano su questi due assi e una parte del piacere, per chi guarda, è proprio il riconoscimento. Molti luoghi sono facilmente identificabili: in Blanca, oltre a Boccadasse e Camogli, scorrono Piazza De Ferrari, le prospettive sul Matitone, il perimetro del Porto Antico, la zona dell'Acquario, scorci del cimitero monumentale di Staglieno e tratti delle Mura. In Petra, ai vicoli del centro storico e alle banchine si affiancano i parchi di Nervi, funicolari e creuze con prospettive verticali che schiacciano la città tra colline e mare.

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Genova diventa così, come già la Sicilia di Il Commissario Montalbano prima di lei, una meta da esplorare e contribuisce a quella riscoperta delle città italiane che sta ridisegnando la mappa delle nostre serie TV.