Cosa c'entrano le mucche e le banane coi Panama Papers? Ce lo spiega Steven Soderbergh in un'articolata pellicola corale prodotta da Netflix, presentata in concorso a Venezia 2019. Anche stavolta Soderbergh riunisce un supercast alle sue dipendenze: al Lido troviamo una piccola rappresentanza composta da Meryl Steep e Gary Oldman, ma nel film compaiono anche Antonio Banderas, Jeffrey Wright, David Schwimmer, Sharon Stone, Matthias Schoenaerts e James Cromwell. Per raccontare lo scandalo dei Panama Papers rendendolo fruibile al grande pubblico, Soderbergh è partito dal libro di Jake Bernstein.
"Volevamo raccontare il caso evitando il tradizionale film investigativo" spiega Steven Soderbergh. "Io e Scott Burns, lo sceneggiatore, volevamo approcciarci a un soggetto complesso trasformandolo in qualcosa di memorabile. Abbiamo deciso che la possibilità migliore era girare una dark comedy, trasformare la complessità di queste attività finanziarie in uno scherzo. L'esempio migliore di questo approccio è Il dottor Stranamore". "E poi volevamo che tutto questo non andasse oltre i 90 minuti" aggiunge Gary Oldman.
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Meryl Streep: un personaggio per cambiare il mondo
Il film, di cui abbiamo parlato nella recensione di Panama Papers, si apre con un incidente in barca che lascia vedovo il personaggio di Meryl Streep. Quando la sua Ellen Martin scopre che l'assicurazione non rimborserà le vittime dell'incidente perché non esiste, o meglio, fa capo ad alcune società offshore localizzate in lontani paradisi fiscali, non si dà per vinta e inizia a indagare sulla faccenda. Siamo agli albori dei Panama Papers. Come nel libro da cui è tratto, per rendere comprensibile l'operato delle tante società coinvolte nello scandalo Steven Soderbergh si focalizza su una società in particolare, la Mossack-Fonseca, gestita da Gary Oldman e Antonio Banderas.
"Quando hai battute come quelle sulle mucche e sulle banane ti resta poco altro da fare" spiega Gary Oldman. "Io rappresento una versione del vero Mossack, non ne do un'interpretazione naturalistica. Non ho lavorato fuori dal frame della sceneggiatura perché era tutto sulla pagina. Era talmente ben fatta che racchiude l'intero mondo del film". Parlando del collega Antonio Banderas. Oldman aggiunge: "E' stato bello lavorare con lui e il resto del cast, ma sono felice soprattutto di aver lavorato con Steven Soderbergh. Era nella mia bucket list, amo i suoi lavori e il suo metodo, il suo relazionarsi col cinema in termini di soggetto". Anche per la diva Meryl Streep la collaborazione con Soderbergh è un punto di arrivo: "Adoro il suo lavoro, la sua capacità di tratteggiare personaggi complessi così reali e cupo. Sapevo che solo lui poteva farlo... o Bertold Brecht. Io interpreto una vittima capace di reagire. E' importante dare un messaggio perché le persone che provano a cambiare il mondo non si fermano di fronte alla prima difficoltà".
Stephen Soderbergh, amante della velocità e di Netflix
In omaggio all'Italia, Steven Soderbergh si presenta a Venezia con una t-shirt dedicata a Lina Wertmüller e confessa di dare il meglio di sé quando lavora velocemente: "La tecnologia odierna mi permette di essere rapido sul set con il controllo luci e la sincronia delle camere. Lavoro in real time, questo per me è il miglior modo di lavorare. Se ci fosse stato quando ero giovane, avrei fatto dei film migliori". Anche Meryl Streep conferma di aver apprezzato la dedizione sul set: "Abbiamo girato la mia parte in 15 giorni, poi sono tornata sul set dopo sei mesi per un'aggiunta. Steven è rapido, ma attento a ogni dettaglio. Panama Papers è un film divertente, ma molto importante. Il sistema corrotto che denunciamo ha fatto tante vittime. Serve consapevolezza, è per questo che il film è così importante".
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A quanto pare, dopo lo scandalo dei Panama Papers, qualcosa è cambiato. La corruzione continua a dilagare, ma come spiega Soderbergh: "Gli USA hanno emesso nuove leggi con cui identificano persone ricchissime che comprano assets nel paese. Queste ricchezze vengono dal nulla e questo è un modo per controllarli. Il clima sta cambiando, la corruzione è diventata un tema topico. Ma è vero anche che 50 persone controllano la ricchezza di metà della popolazione mondiale, tutto questo è insostenibile. Parlare del problema è solo l'inizio". Le ultime battute riguardano la collaborazione con Netflix che, per Steven Soderbergh, si è rivelata fruttuosa. Anche Gary Oldman confessa di non essere un purista del grande schermo e ammette: "Io sono un binger, guardo quasi tutto in tv. Credo che la miglior scrittura, recitazione e regia oggi siano in tv. Quando ho iniziato, ho fatto un film che è stato presentato a Cannes ed è stato apprezzato, ma non l'ha visto nessuno. Oggi la televisione e le piattaforme streaming permettono alle opere di essere viste da un pubblico molto più ampio".