Mancano ormai poche ore all'annuncio delle candidature ufficiali per la novantaseiesima edizione degli Academy Award: dopo una serie di importanti appuntamenti dell'awards season americana, infatti, martedì la corsa agli Oscar 2024 entrerà nella sua fase più calda, in attesa della cerimonia di premiazione, fissata per il 10 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles. Nel frattempo sono già stati assegnati i Golden Globe, i Critics' Choice Award e i numerosi premi locali dei circoli della critica americana, mentre gli addetti ai lavori dell'industria hollywoodiana hanno espresso le proprie preferenze attraverso le nomination delle varie guild. Infine, giovedì scorso è stata la volta dei BAFTA Award, con le candidature assegnate dalla British Film Academy, che hanno fatto emergere le tendenze della "legione britannica".
Insomma, come sempre le nomination agli Oscar vedono un ampio numero di titoli, registi ed interpreti considerati già alla vigilia come candidati sicuri o quasi; eppure, in quasi ogni categoria di peso rimane margine per più di una sorpresa. E come da tradizione, proviamo a individuare i potenziali colpi di scena che, nella giornata di martedì, potrebbero sovvertire i pronostici e far emergere contendenti inaspettati nelle categorie principali. Fra gli scenari che ci accingiamo a presentarvi, nessuno è di per sé particolarmente probabile; ma nel complesso, ci sono discrete chance che almeno uno, fra questi cosiddetti dark horse, farà capolino in qualche rosa dell'Academy (come accaduto un anno fa per Women Talking, Michelle Williams e Judd Hirsch).
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Miglior Film: Il colore viola
Una categoria 'blindata'? Sembrerebbe proprio di sì, considerando che dieci titoli hanno catalizzato l'attenzione durante questa stagione dei premi, ottenendo tutti quanti la candidatura per il Producers Guild Award. Ed è assai probabile che fra i dieci contendenti per l'Oscar come miglior film ritroveremo gli stessi nominati, incluse tre opere recitate (del tutto o in parte) in lingua non inglese: Anatomia di una caduta di Justine Triet, Past Lives di Celine Song e La zona d'interesse di Jonathan Glazer. Ma se, per qualche ragione, i membri dell'Academy si dimostrassero meno 'esterofili' del previsto, uno di questi film potrebbe cedere il posto a Il colore viola, opera d'esordio di Blitz Bazawule. Tratto dall'omonimo musical teatrale, basato a suo volta sul celebre romanzo di Alice Walker, Il colore viola ha riportato risultati di gran lunga inferiori alle aspettative nel corso dell'awards season; tuttavia, il buon responso di pubblico negli USA (sessanta milioni di dollari al box-office) e la nomination come miglior cast ai SAG Award sono indici di un consenso da non sottovalutare.
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Miglior Regista: Greta Gerwig per Barbie
Difficile pensare a Greta Gerwig come a un'outsider in questa categoria: in fondo, la cineasta di Sacramento è stata candidata come miglior regista ai Golden Globe e ai Directors Guild Award, e il suo Barbie è un fenomeno di massa che ha suscitato entusiasmo anche fra le varie giurie dei premi. Eppure, fin dalla scorsa estate vi avevamo segnalato che la nomination all'Oscar per la regia era un traguardo difficile: sia perché in questa cinquina raramente viene dato spazio alle commedie, sia perché il directors branch costituisce il ramo dell'Academy con i gusti più marcatamente 'autoriali'. Con tre posti prenotati da Christopher Nolan, Yorgos Lanthimos e Martin Scorsese, ci sono buone probabilità che nel resto della cinquina saranno inseriti Justine Triet e/o Jonathan Glazer, che fin dal Festival di Cannes hanno raccolto elogi a profusione, o in alternativa un beniamino degli Oscar, ovvero Alexander Payne per The Holdovers; tanto più che Triet, Glazer e Payne sono stati candidati al BAFTA Award per la regia, così come Bradley Cooper per Maestro. Greta Gerwig gode di un'indubbia popolarità, ma una seconda nomination da regista (sei anni dopo Lady Bird) sarebbe almeno in parte una sorpresa.
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Miglior Attore: Andrew Scott per Estranei
Decisamente più ardua, rispetto alla Gerwig, è l'impresa di una nomination all'Oscar come miglior attore per Andrew Scott, acclamatissimo protagonista di uno dei film più apprezzati dell'anno: Estranei di Andrew Haigh, dramma psicologico con venature surreali incentrato su uno scrittore omosessuale impegnato a confrontarsi con il proprio passato. Per questo ruolo, Scott si è aggiudicato il National Society of Film Critics Award e la nomination al Golden Globe, ma è stato clamorosamente snobbato ai BAFTA, sebbene Estranei abbia ricevuto un totale di sei nomination. Per la cinquina dell'Oscar, accanto ai favoritissimi Paul Giamatti, Cillian Murphy e Bradley Cooper, i più quotati rimangono Jeffrey Wright per American Fiction e Colman Domingo per Rustin, tallonati da Leonardo DiCaprio per Killers of the Flower Moon. Andrew Scott riuscirà a farsi strada in una competizione tanto serrata? Difficile, ma non certo impossibile.
Miglior Attrice: Annette Bening per Nyad
È da oltre tre decenni una delle attrici più stimate d'America, e nel dramma sportivo Nyad dà vita a una delle sue performance più impegnative - anche dal punto di vista prettamente fisico - nella parte della nuotatrice Diana Nyad. Stiamo parlando di Annette Bening, la cui quarta (e ad oggi ultima) nomination all'Oscar risale al 2011 con I ragazzi stanno bene; da allora la Bening ha collezionato elogi e candidature per titoli quali Le donne della mia vita, Le stelle non si spengono a Liverpool e The Report, ma non è più stata selezionata dai membri dell'Academy. Nyad, distribuito su Netflix, non ha avuto la stessa visibilità dei film delle altre aspiranti candidate di quest'anno, vale a dire Emma Stone, Lily Gladstone, Sandra Hüller, Carey Mulligan e Margot Robbie, tutte lanciatissime. Ciò nonostante, Annette Bening è stata insignita delle nomination al Golden Globe e soprattutto al SAG Award per Nyad: questi precedenti, uniti al "fattore biografico" del suo ruolo e al favore di cui gode fra i propri colleghi (anche per il suo attivismo durante lo sciopero degli attori), potrebbero essere un viatico per la cinquina dell'Oscar come miglior attrice.
Miglior Attore Supporter: Dominic Sessa per The Holdovers
Nella categoria per il miglior attore non protagonista, finora tre interpreti hanno fatto l'en plein di candidature ai principali precursors: Robert Downey Jr, Ryan Gosling e Robert De Niro. È possibile che agli Oscar gli altri due posti siano occupati dai comprimari del cast di Povere creature!, ovvero Willem Dafoe e Mark Ruffalo, ma la concorrenza 'interna' potrebbe giocare a loro svantaggio: come accaduto ai SAG Award (che hanno candidato Dafoe, ma non Ruffalo) o ai BAFTA Award, che hanno visto esclusi entrambi. In tal caso, a guadagnarsi un posto nella cinquina dell'Oscar, come già accaduto ai BAFTA, potrebbe essere il ventunenne Dominic Sessa, co-protagonista di Paul Giamatti in The Holdovers. Il film di Alexander Payne sarà uno dei titoli di punta degli Oscar, e non è escluso che questa valanga di consensi si traduca anche in una nomination per Dominic Sessa, artefice di un impressionante esordio cinematografico.
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Miglior Attrice Supporter: Julianne Moore per May December
E arrivando infine all'Oscar per la miglior attrice non protagonista, anche in questo caso tre nomi sono pressoché sicuri: Da'Vine Joy Randolph, Danielle Brooks ed Emily Blunt. Per il resto, l'Academy potrebbe puntare su due star del calibro di Jodie Foster per Nyad e Penélope Cruz per Ferrari, benché la nomination al BAFTA renda sempre più quotata l'ipotesi di una doppia candidatura per Sandra Hüller grazie a La zona d'interesse. In una situazione così incerta, ci sono chance che a rientrare nella cinquina sia invece la grande Julianne Moore? Lontana dai radar dell'Academy dal 2015, quando ottenne finalmente un meritatissimo Oscar (alla sua quinta nomination) per Still Alice, Julianne Moore offre una performance ambigua e intrigante in qualità di co-protagonista di Natalie Portman in May December, in cui torna a farsi dirigere da Todd Haynes. May December ha ricevuto quattro candidature ai Golden Globe (inclusa quella per la Moore), ma rischia forse di risultare troppo 'sofisticato' per il vasto bacino elettorale dell'Academy, come spesso accade ai film di Todd Haynes; tuttavia, un eventuale ritorno di Julianne Moore nella competizione degli Oscar costituirebbe una splendida sorpresa, nonché un giusto riconoscimento per uno dei migliori titoli del 2023.