Le nomination agli Oscar hanno alzato una polemiche legata a Barbie, in particolare per le mancate candidature a Margot Robbie come miglior attrice e Greta Gerwig come miglior regista. Detto che Margot Robbie è candidata comunque in quanto produttrice del film, e Greta Gerwig come sceneggiatrice, Barbie arriva alla serata degli Academy Awards comunque forte di 8 nomination. E c'è una categoria, in particolare, dove Barbie la fa da padrona: quella per la miglior canzone originale. Una categoria che teniamo sempre d'occhio, perché permette di unire i due mondi che, più di altri, sono in grado di far presa sull'immaginario collettivo: quello del cinema e della musica pop.
Ecco, in questa categoria Barbie è presente con due canzoni: I'm Just Ken, cantata da Ryan Gosling, e What Was I Made For? di Billie Eilish. Canzoni d'impatto che, già alla prima visione del film, avevano dimostrato la loro forza. Ma attenzione agli altri brani, ognuno con un suo senso all'interno di questa cinquina: Wahzhazhe (A Song For My People) di Scott George, da Killers Of The Flower Moon, The Fire Inside, della specialista Diane Warren, da Flamin'Hot, e It Never Went Away, di Jon Batiste e Dan Wilson, ascoltata in American Symphony: Jon Batiste.
1. Jon Batiste: It Never Went Away (American Symphony)
American Symphony: Jon Batiste è uno di quei film che potrebbero essere la sorpresa dei prossimi Oscar con il brano It Never Went Away. La canzone tratta da American Symphony è stata scritta da Jon Batiste e Dan Wilson per un film molto particolare: è un documentario prodotto da Netflix, che racconta proprio la storia di Batiste e della sua sfida più ambiziosa, ossia comporre una sinfonia originale. Tutto questo mentre la moglie, la scrittrice Suleika Jaouad, scopre che il suo cancro è tornato. E così ecco It Never Went Away, una canzone molto diversa da quelle che siamo abituati a sentire in questa categoria. Sostenuta da un'intensa e semplice tessitura di pianoforte, e cantata da una voce calda, potente e dell'estensione notevole, ha un crescendo drammatico che cattura. I sintetizzatori in sottofondo si sentono appena: è una produzione volutamente scarna per lasciare spazio al piano e alla voce. Potrebbe essere, come il film, la sorpresa di questi Oscar.
2. Ryan Gosling: I'm Just Ken (Barbie)
I'm Just Ken non poteva mancare tra le 5 canzoni in lizza per gli Oscar. Il brano, subito cult, è cantato da Ryan Gosling nei panni di Ken, in uno dei momenti più spassosi del film, e anche uno dei più significativi. I'm Just Ken non è solo una grande canzone, ma un vero e proprio numero da musical con coreografie ricchissime. I'm Just Ken sta tra il tipico brano da musical, l'hard rock e il pop anni Ottanta. Inizia lenta e solenne, con il suono di un pianoforte, ha un incedere drammatico e cresce fino a diventare un rock sinfonico ed enfatico. Per poi diventare un pop anni Ottanta, alla Maniac, uno dei temi di Flashdance, veloce, ritmato e condito dai sintetizzatori. Ryan Gosling è bravissimo a "recitar cantando", scandendo bene le parole, risultando perfetto come intonazione ed estensione vocale. Il fatto che la traccia, e la sua interpretazione, siano così enfatiche e drammatiche fanno risultare la canzone esilarante, in contrasto con la situazione e il testo. "Sono solo Ken / Dove io vedo amore lei vede un amico". I'm Just Ken è scritta da Andrew Wyatt e Mark Ronson, il famoso produttore che ha lavorato, tra gli altri, con Amy Winehouse e Duran Duran.
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3. Billie Eilish: What Was I Made For? (Barbie)
L'altra canzone tratta da Barbie porta la firma di Billie Eilish, che è anche l'interprete, e del fratello Finneas O'Connell, il coautore e produttore di tutte le sue canzoni. What Was I Made For? è una traccia che coglie il senso del film: parla di una donna che cerca il proprio posto nel mondo, il senso della sua vita, dopo che qualcosa è arrivato alla fine e qualcosa di nuovo sta per cominciare. Le parole sono intense, universali. Ma sono perfette per essere associate al personaggio di Barbie. "Penso di aver dimenticato / come essere felice / Qualcosa che non sono / ma qualcosa che posso essere / Qualcosa che aspetto / Qual è il mio destino?". Il brano di Billie Eilish è molto particolare, potente nel suo essere minimalista. Su un tappeto di piano e tastiere, un arrangiamento che lavora per sottrazione, a stagliarsi è la voce, altissima, di Billie Eilish. È una canzone intensa, eterea, che lascia il segno. Potrebbe lasciarlo anche alla notte degli Oscar? Billie sa come si fa: ha infatti vinto già l'Oscar per la miglior canzone originale di No Time to Die.
4. Becky G: The Fire Inside (Flamin' Hot)
Flamin' Hot, diretto da Eva Longoria, disponibile su Disney+, è la storia vera del fondatore della Frito Lay (la produttrice del brand Lay's), un'azienda di snack con la quale ha messo a frutto la sua cultura-messicano americana per lanciare i Flamin' Hot Cheetos, bastoncini al formaggio piccante che hanno sconvolto il mondo del food. The Fire Inside, il titolo della canzone, ha un doppio senso: il fuoco dentro è il piccante del famoso snack, ma anche la fiamma che uno deve avere dentro di sé per arrivare dove vuole. Interpretato dalla sensuale Becky G, The Fire Inside è un reggaeton piuttosto innocuo. Ma probabilmente è in Nomination per via della sua autrice, Diane Warren, una che è a quota 15 nomination, senza mai vincere un Oscar. Per capire di chi parliamo, è la stessa che ha scritto Nothing's Gonna Stop Us Now degli Starship, If I Could Turn Back Time di Cher, Because You Loved Me di Céline Dion, I Don't Want to Miss a Thing degli Aerosmith, Un-Break My Heart di Toni Braxton e decine di altre hit. Attenzione a lei, allora!
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5. Osage Tribal Singers: Wahzhazhe (Killers of the Flower Moon)
Che vinca o meno l'Oscar, Wahzhazhe, la canzone di Killers of the Flower Moon, è già entrata nella storia. Scott George, l'autore della canzone, ha ottenuto la sua prima nomination in assoluto; ma, soprattutto, è il primo membro della Nazione Osage a ricevere una nomination all'Oscar. È stato proprio Martin Scorsese a spiegare il perché di questa canzone. "Alla fine del film volevamo sentire il senso della presenza degli Osage", ha detto. "Sono sopravvissuti, e la loro musica è il miglior segnale della loro straordinaria sopravvivenza. Dovevamo finire il film con un momento speciale di musica creata dagli Osage. Sono rimasto impressionato dalla loro musica e della loro danze. E ho pensato: e se fosse qualcosa di moderno, se le percussioni e il canto fossero quelli degli Osage di oggi? È qualcosa che continua ad esistere, perché sopravvive ora". Così Scott George ha scritto la canzone appositamente per il film, riflettendo sul senso di essere un Osage. La canzone vive di percussioni che sembrano uscite da un tempo andato, e delle intense voci dei nativi americani che cantano in coro. Una musica realizzata oggi, che ci fa fare un salto nel passato.