Siamo arrivati alla 83esima edizione degli Academy Awards e ancora non si sono decisi ad assegnare un premio per chi ha vinto la silenziosa ma assordante gara del tappeto rosso per eleganza assoluta e orrore incarnato. E' anche vero che le contendenti per entrambe le categorie sono molteplici e scegliere due sole vincitrici sarebbe difficile, senza considerare il fatto che per l'horror couture ci sarebbero poi da consideare le eventuali minacce di morte o peggio da parte della number one. Come al solito ci accontentiamo di guardare le foto e commentare con ironia un po' acida e invidia sfacciata quello che le star sono riuscite a combinare o a raggiungere a seconda dei casi. Cominciamo dalle stelle che hanno sfolgorato nella notte mettendo in ombra il luccichio delle statuette dorate: il tappeto ha brulicato di dame in rosso, ma nessuna è arrivata neanche lontanamente ai livelli di fascino e perfezione di Sandra Bullock e Anne Hathaway, quest'ultima fasciata nel tipico rosso Valentino e con al braccio lo stilista stesso, che come al solito ha perforato i flash dei fotografi con il suo sorriso abbagliante incastonato in multistrati di abbronzatura mattone che avrebbero fatto invidia anche ai pellerossa. Unica pecca per la Bullock è stata la borsa, una pochette rigida e assurdamente lunga di colore bordeaux: improponibile. Sempre sul viale dello charme troviamo il cigno Natalie Portman con un vestito pre-maman viola dal taglio impeccabile che in pratica minimizzava a tal punto il pancione da renderlo quasi invisibile; un tocco leggerissimo di cristalli in tono, una scollatura adeguata e una pochette di metallo e voilà, minimalista e perfetta. Halle Berry è sempre divina, qualsiasi cosa indossi, anche se fosse una scatola di cartone, ma non è questo il caso: avvolta in un abito a tratti scintillante colore latte macchiato, dalle spalle scoperte e con un minimo di strascico a sirena con sprazzi di tulle e delle spuntatine ai piedi deliziose, il tutto sdrammatizzato ed enfatizzato dal suo taglio di capelli corto e sbarazzino. Una dea per l'appunto.
Hilary Swank deliziosa in una creazione di Gucci Première, con pailettes argento, bustier impreziosito da cristalli e gonna interamente ricamata con piume di struzzo, abbinata a un paio di sandali grigio fumo con cristalli. L'unica cosa che ci infastidisce sono i capelli tirati su che evidenziano le orecchie, non proprio perfette, e la mascella un tantino forte, della bella Hilary che vedremmo molto meglio con un taglio scalato e sfilzato per addolcirne i tratti. Ma non si può avere tutto. A meno di non essere Halle Berry o magari Gwyneth Paltrow, che nonostante la semplicità e sobrietà dell'abito dorato indossato, una tunica dritta, leggermente geometrica, aderente ma non fasciante, era spendida. Così come Nicole Kidman che invece ha indossato un abito bianco dal tessuto rigido e dei ricami argentati e dal taglio non proprio lineare, con un bustino che si poggiava su una gonna incrociata sul davanti e impreziosita da una larga fascia di tessuto decorata che ricorda vagamente quelle degli obi giapponesi. Anche Nicole però ha peccato con una spuntatina rosso corallo-arancione completamene sbagliata.Adesso passiamo al'horror couture, partendo dalle posizioni alla base della piramide della vittoria: incredibile ma vero la regina Galadriel, meglio nota come Cate Blanchett, si è piazzata saldamente alla base, con un vestito che sarebbe stato incantevole se si fosse limitato al colore rosa pallido e al taglio; purtroppo Givenchy ha deciso di infettare l'abito con il virus della varicella o almeno questa è l'impressione che se ne ha, con vistose perle applicate in accumuli strategici di cui ci ha scioccato il brusco cambio di colore sulle spalle, passando dal rosa al giallo uovo, proprio come se fossero pustole infette. Insomma di un brutto virale e nauseante.
La voluttuosa Scarlett Johansson era avvolta in un pizzo finto stracciato color lilla, con una geometria di fiori tono su tono, pizzo su pizzo che disgraziatamente lasciavano intravedere il nero della biancheria sottostante, ma ciò che è imperdonabile è il color rame dell'ombretto. Ma Scarlet è in buona compagnia con Amy Adams, che era fasciata in una creazione stilisticamente bella, blu notte con un taglio orientale dalle maniche cortissime e mezzo collo, ma rovinato da un eccessiva presenza di cristalli che davano l'impressione di carta vetrata e dai vistosi gioielli con smeraldi, che per carità bellissimi, ma del tutto fuori luogo su quella sfumatura di blu. Stiamo per raggiungere il podio: al terzo posto c'è la neo mamma Penelope Cruz, che invece di minimizzare gli effetti della montata lattea ha deciso di giocare alla femme fatale e mettere in mostra il decolleté con un vestito rosso cupo dalle spalline sottili, scollatura generosa e 'lingue' di paillettes rosso fuoco che dal centro del corpetto si allargavano fino al limite dello strascico. Decisamente più affascinante il suo compagno, Javier Bardem, con un completo 'Signoria' di Gucci, tre pezzi nero con giacca a due bottoni e papillon in raso nero. Al secondo posto troviamo, con sommo dispiacere, Madonna e sua figlia Lola Leon, che nonostante non abbiano presenziato alla sfilata sul tappeto, ci hanno scioccato con il loro look dal party della testata Vanity Fair: Madge ha scordato il pezzo fondamentale del vestito ed è arrivata con un bustino orribile ricoperto da un velo di pizzo nero ancor più orrendo e pellicciotto smanicato in tinta, mentre Lola indossava un miniabito panna con greche geometriche arancioni fosforescenti e sbagliatissime scarpe nere con la punta tonda. La cosa terribile è che il bustino di Madonna non era neanche una delle sue reminiscenze degli anni novanta, oltraggiosamente sexy. No, qui di sexy non c'era nulla, neanche le sue toniche gambe fasciate in calze a rete. Propendiamo in una crisi di insicurezza che l'ha spinta verso un look sbagliato. Ed eccoci al top, al vertice della classifica: Céline Dion, avvolta nel domopak, o almeno così sembrava, con una creazione futuristica nei tessuti se non nelle linee, che con gli accessori giusti sarebbe praticissima anche per concerti spaziali, magari sullo scafo esterno dell'Enterprise. Come sempre queste occasioni ci ricordano che il gusto e l'eleganza non hanno sempre a che fare con il conto in banca.