Ogni tuo respiro, intervista ad Andy Serkis: “È un film molto classico”

In occasione della proiezione di gala al Festival di Zurigo abbiamo avuto modo di parlare con l'interprete di Gollum e Cesare, che esordisce come regista firmando un progetto più piccolo e intimo, dal sapore decisamente British.

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È da circa quindici anni che Andy Serkis è noto al grande pubblico soprattutto come interprete di personaggi realizzati tramite la performance capture, una tecnologia che lo stesso attore ha voluto valorizzare fondando un apposito studio, The Imaginarium, che funge anche da casa di produzione per progetti di altro genere. Il suo socio in questa impresa, Jonathan Cavendish, è il figlio di Robin Cavendish, celebre in campo medico per gli sforzi fatti per sopravvivere il più a lungo possibile alla polio che lo paralizzò dal collo in giù. La sua storia è la fonte d'ispirazione per il primo film da regista di Serkis, Ogni tuo respiro (Breathe in originale), con Andrew Garfield nei panni di Robin e Claire Foy in quelli della moglie Diana. Dopo l'anteprima mondiale al Toronto Film Festival il lungometraggio è arrivato anche al Festival di Zurigo, dove il neo-regista era uno degli ospiti d'onore e ci ha concesso una breve chiacchierata sul film e sull'evoluzione della sua carriera, fatta non solo di blockbuster e ruoli digitali come Gollum, Cesare e King Kong.

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Ogni tuo respiro: Claire Foy e Andrew Garfield in un'immagine del film
Ogni tuo respiro: Claire Foy e Andrew Garfield in un'immagine del film

Imprevisti fortunati

The Jungle Book: Origins doveva essere il tuo vero debutto alla regia. Com'è esordire con un progetto lontano anni luce da ciò per cui sei noto?

Sono felice che sia andata così, in realtà. Sarebbe stato abbastanza prevedibile per me debuttare dietro la macchina da presa con un film dominato dalla performance capture. A dire il vero abbiamo iniziato a lavorare prima a questo film, poi ho girato Jungle Book e durante la post-produzione c'è stato un periodo in cui era possibile realizzare questo progetto con Andrew e Claire. Ci siamo mossi in fretta, e Ogni tuo respiro esce prima per il semplice motivo che ci vuole molto più tempo per completare Jungle Book.

Star Wars: Episodio VII - Il Risveglio della Forza: Andy Serkis sul set
Star Wars: Episodio VII - Il Risveglio della Forza: Andy Serkis sul set

Quindi sei contento che, tra The War - Il pianeta delle scimmie e Star Wars: Gli ultimi Jedi, il pubblico possa vedere un lato diverso del tuo lavoro?

Assolutamente sì. Mi piace variare, ed è il motivo per cui esiste The Imaginarium: al momento stiamo lavorando a un videogame, sta per uscire un film horror che abbiamo prodotto, e abbiamo avuto contatti con delle società di realtà virtuale.

Immagino però che ci sia stato un minimo di digitale anche in questo film, per la doppia interpretazione di Tom Hollander.

(Ride, n.d.r.) È vero, per i gemelli qualche ritocchino c'è stato, ma ovviamente con un budget ridotto, avevamo solo sette settimane per girare il film.

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Un racconto personale

Ogni tuo respiro: Claire Foy e Andrew Garfield in una scena del film
Ogni tuo respiro: Claire Foy e Andrew Garfield in una scena del film

Cosa ti ha spinto a realizzare questo progetto? Immagino che, tramite la tua amicizia con Jonathan, tu fossi a conoscenza della storia di suo padre.

Esatto, e quando abbiamo fondato The Imaginarium, la nostra casa di produzione, quello era già uno dei film che volevamo fare. Inizialmente eravamo alla ricerca di altri registi, poi una sera ho letto la sceneggiatura e sono rimasto talmente colpito che ho detto a Jonathan che volevo girare il film e lui ha accettato.

Hai scelto di non recitare nel film a prescindere, o mancava il ruolo giusto per te? Ti avrei visto bene nella parte di Teddy Hall (l'inventore della sedia a rotelle usata da Robin Cavendish, n.d.r.).

Infatti se avessi recitato nel film avrei interpretato lui, ma ho volutamente evitato di apparire davanti alla macchina da presa perché volevo concentrarmi sul raccontare questa storia.

Ogni tuo respiro: Claire Foy in una scena del film
Ogni tuo respiro: Claire Foy in una scena del film

Pare che tu abbia diretto almeno una scena indossando una tuta per la performance capture, perché a un certo punto la lavorazione si è sovrapposta a quella di Star Wars: Gli ultimi Jedi. È successo veramente?

Il nostro ufficio per la pre-produzione di Ogni tuo respiro era letteralmente a duecento metri di distanza dalla mia roulotte sul set di Star Wars, quindi mi è capitato di girare una scena nei panni del Leader Supremo Snoke e poi andare a parlare della composizione delle inquadrature di Ogni tuo respiro insieme al direttore della fotografia, indossando la tuta.

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La squadra giusta

Ogni tuo respiro: Andrew Garfield in una scena del film
Ogni tuo respiro: Andrew Garfield in una scena del film

Come hai scelto gli attori?

Il film non era realizzabile senza le persone giuste per interpretare Robin e Diana, ed è il motivo per cui abbiamo colto la palla al balzo quando è arrivato il momento giusto. Andrew è un attore molto versatile ed emotivamente onesto, e ci serviva anche qualcuno in grado di invecchiare in modo convincente per mostrarci tutte le fasi della vita di Robin, soprattutto quando non è più in grado di muoversi e l'energia si concentra tutta nel volto. Conoscevo Claire professionalmente perché abbiamo lavorato insieme anni fa nella miniserie Little Dorrit e la considero un'attrice straordinaria: ha una personalità molto forte, un ottimo senso dell'umorismo, è molto diretta e sul piano emotivo sa essere misurata nel modo giusto. Tom Hollander è stato uno dei primi attori che abbiamo scritturato, è un vecchio amico e abbiamo fatto molto teatro insieme, è un grande attore e ha un enorme talento comico. Tramite lui ho conosciuto Hugh Bonneville, che considero uno dei tre moschettieri del film insieme a Andrew e Stephen Mangan. Inoltre è fisicamente identico al vero Teddy Hall.

Lo Hobbit: Peter Jackson durante la sneak-peek preview virtuale per La desolazione di Smaug.
Lo Hobbit: Peter Jackson durante la sneak-peek preview virtuale per La desolazione di Smaug.

Hai lavorato con registi acclamati come Peter Jackson e Christopher Nolan. Ti sei ispirato a loro in qualche modo, o ti sei rifatto ai classici inglesi?

Entrambe le cose. Peter è il mio mentore da anni, e mi ha assunto come regista della seconda unità per la trilogia de Lo Hobbit. Lavorare su quel set per duecento giorni è stata la formazione migliore che potessi immaginare, lui è stato di grande aiuto ed è un vero amico. Per quanto riguarda il tono del film si tratta di una storia drammatica ma anche piena di ottimismo e amore poiché Robin sceglie di vivere. È un film volutamente vivace e leggero in termini di colori e atmosfere, e per prepararmi ho rivisto varie commedie classiche della Ealing e storie d'amore come Breve incontro. Il personaggio di Teddy Hall, di cui abbiamo parlato prima, era veramente simile all'inventore nel film Chitty Chitty Bang Bang, e abbiamo girato alcune scene nelle stesse location, quindi c'è un senso di eredità cinematografica inglese.