Gennaio 2003. Katharine Gun è una dipendente del GCHQ, ovvero l'agenzia governativa che si occupa della sicurezza del Regno Unito. Mentre si trova alla propria scrivania, la ragazza si imbatte in una mail dove è esposta un'operazione di spionaggio condotta dalla National Security Agency, facente capo al dipartimento di difesa americano, che mira ad ottenere voti dai membri dell'ONU per muovere guerra all'Iraq. Come vi raccontiamo nella recensione di Official Secrets - Segreti di stato Katharine decide, contro i propri interessi e mettendo a rischio la sua carriera, di diffondere quei documenti top secret, passandoli ad un'amica che li fa arrivare poi al giornalista Martin Bright, tra le penne di punta del The Observer. Il popolare quotidiano pubblica la notizia in prima pagina e il caso diventa di portata internazionale, tanto che Katharine viene arrestata con l'accusa di aver violato il segreto di stato. Nei mesi che precedono il processo viene lasciata in libertà vigilata ma la sua vita non sarà mai più come prima.
Nessuna verità
Quello delle armi di distruzioni di massa che avrebbero dovuto trovarsi in Iraq e poi non furono mai rinvenute è stato solo un pretesto, come confermato molti anni dopo dagli stessi piani alti del Pentagono. Ma dopo quanto accaduto l'11 settembre 2001 furono in molti a credere, e ad appoggiare, l'intervento da parte delle forze statunitensi per rovesciare Saddam. Una guerra costata centinaia di migliaia di vittime civili, come ribadisce ulteriormente il resoconto precedente i titoli di coda di Official Secrets - Segreto di stato. Il film è tratto dal libro The Spy Who Tried to Stop a War di Marcia e Thomas Mitchell ed è stato scritto in collaborazione con la vera Katharine Gun, potendosi avvalere quindi di informazioni il più precise possibili e attinenti a quanto realmente avvenuto.
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Il tempo di decidere
Il rischio di un potenziale didascalismo è schivato solo in parte, e il gran numero di personaggi secondari - necessari per ricostruire un contorno e un contesto credibili - allenta il ritmo in alcuni momenti, allungando anche più del dovuto il minutaggio. Soprattutto la parte centrale risente di una certa lentezza, prontamente risollevata dalle performance di un cast delle grandi occasioni. La protagonista Keira Knightley, ottima in un ruolo sulla carta assimilante, è attorniata da interpreti del calibro di Matt Smith, Ralph Fiennes, Matthew Goode e Rhys Ifans, più uno stuolo di caratteristi che ben si adatta alle relative controparti.
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Giustizia a orologeria
Il progetto è stato cullato a lungo, fin da quando la sceneggiatura è entrata nel 2008 nella black list dei migliori script mai realizzati. Soltanto dieci anni dopo si è infine avviata la produzione con Gavin Hood dietro la macchina da presa: il regista sudafricano, premio Oscar per Il suo nome è Tsotsi (2006), torna sul "luogo del delitto" dopo il precedente Il diritto di uccidere (2015), incentrato sull'uso dei droni in guerra. Anche in questo caso un conflitto, seppur fuori campo e affidato ai servizi dei telegiornali, è cuore portante della narrazione, con le bugie dei politici e dei capi di stato a dominare sulle vite degli innocenti. Non è un caso che soprattutto nelle fasi iniziali il personaggio di Katharine urli insulti rabbiosi nei confronti di Blair e Bush, rei secondo lei - poi supportata dai fatti - di mentire al mondo intero per cullare i loro personali interessi. La delegittimazione di una persona in quanto potenziale pericolo per gli sporchi traffici di politicanti e governi corrotti instilla un progressivo crescendo tensivo fino a quell'epilogo risolutivo e beffardo, ennesima conferma di come spesso Golia riesca a farla franca contro Davide, anche quando la sconfitta è evidente.
Conclusioni
Nel 2003 la whistleblower Katharine Gun ha diffuso dei documenti top secret che svelavano come gli Stati Uniti e il Regno Unito abbiano agito illegalmente pur di legittimare la guerra in Iraq, con lo spauracchio delle armi di distruzioni di massa poi effettivamente smentito dai fatti. Come vi raccontiamo nella recensione di Official Secrets - Segreto di stato, il film di Gavin Hood racconta la sua storia in un thriller biografico popolato da dettagli e personaggi, che cerca di ricostruire il più fedelmente possibile quanto realmente accaduto avvalendosi anche della consulenza della diretta interessata, qui interpretata da una convincente Keira Knightley. Un'operazione che non eccelle ma risulta solida ed efficace nel raccontare ancora una volta le bugie del potere.
Perché ci piace
- Un cast convincente capitanato da un'ottima Keira Knightley.
- Una storia vera che meritava di essere raccontata al grande pubblico.
Cosa non va
- Un parziale didascalismo di fondo.