È arrivato anche nelle sale italiane Noi, il secondo lungometraggio di Jordan Peele, nuova incursione nell'orrore legato intimamente a chi siamo, su scala più ampia rispetto alla riflessione sul razzismo odierno nel precedente Get Out. È un raffinatissimo gioco di brividi e tensione che parte da una delle nozioni più popolari della narrativa - quella del doppio malvagio - per costruire un ritratto intelligente, agghiacciante e molto reale del mondo in cui viviamo. Un gioco basato sulla precisione ma anche, in parte, sul divertimento, soprattutto per quanto riguarda la passione del regista per la cultura popolare in generale e l'horror in particolare (il suo film di genere preferito, Shining, è tra le opere omaggiate in questa sede). Eccoci quindi con la nostra consueta panoramica degli easter eggs e curiosità su Noi più significativi, dagli indizi nascosti agli omaggi cinefili più strambi. N.B. L'articolo contiene spoiler.
1. Ragazzi perduti, comparse da trovare
Nel prologo del film - a proposito, qui potete leggere la nostra recensione di Noi - mentre la giovane Adelaide e i suoi genitori sono in giro per il luna park sulla spiaggia di Santa Cruz, viene fatto notare alla bambina che stanno girando un film proprio in quella zona e che potrebbero avere bisogno di comparse. Non si tratta di una battuta detta a caso, ma di un dettaglio storicamente corretto: siamo infatti nel 1986, e il film in questione, per quanto non menzionato esplicitamente, è Ragazzi perduti, vampire movie di culto diretto da Joel Schumacher e arrivato nelle sale nel 1987. Un lungometraggio che ha chiaramente segnato l'immaginazione di Jordan Peele, che ai tempi dell'uscita aveva otto anni. L'altro tocco cinefilo nel prologo riguarda il cameo del regista di Noi, che però è reperibile solo in lingua originale: come già accaduto in Scappa - Get Out, sentiamo la sua voce, quando Adelaide entra nella casa dove farà la conoscenza di Red.
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2. Michael Jackson, una t-shirt da Thriller
Sempre nel 1986, vediamo Adelaide indossare una maglietta basata sul video musicale di Thriller di Michael Jackson. La scelta dell'immagine del cantante ha, involontariamente, generato tutt'altra riflessione sulle apparenze che ingannano in seguito all'uscita del documentario che ha rilanciato nuove accuse di pedofilia nei suoi confronti (a proposito, qui potete leggere la recensione di Leaving Neverland) ma nel contesto del film l'iconografia, come spiegato da Peele, ha un significato ben preciso legato alla coesistenza del lato solare e ottimista di Jackson e del lato più beffardo e terrificante legato proprio al video di cui sopra, dove il divo del pop balla insieme a un'orda di zombie (e le sue azioni sono parzialmente commentate dall'icona horror Vincent Price). C'è anche una certa somiglianza tra uno degli indumenti più noti di Jackson, una giacca rossa accompagnata da un unico guanto, e l'abbigliamento scelto dai sosia per fare irruzione nel nostro mondo.
3. C.H.U.D. e la VHS del cuore
Ancora 1986 per quello che è l'omaggio più personale e sottile sul piano cinefilo, nel breve momento in cui Adelaide sta guardando la TV, nell'inquadratura iniziale del lungometraggio: tra le varie VHS presenti si vede anche quella di C.H.U.D., film di fantascienza del 1984 diretto da Douglas Cheek, dove le persone sono prese di mira da mostri umanoidi che vivono sotto la città. La somiglianza con la trama di Noi è evidente, ma il legame tra i due progetti è ancora più intimo, come svelato da Peele in un'intervista: la sua prima ragazza, negli anni Novanta, fu la figlia di Cheek.
4. Il numero 11
Il misterioso barbone che Adelaide incrocia a Santa Cruz, e che viene poi ucciso da uno dei sosia, brandisce un cartello con la scritta "Geremia 11:11". Trattasi della seguente citazione biblica: "Perciò, così parla l'Eterno: ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò." Il senso più immediato è che siamo tutti indifesi contro l'attacco dei nostri doppelgänger, ma nel contesto originale si riferisce alla punizione divina per la venerazione di falsi idoli, il che assume una connotazione ironica quando gli amici dei Wilson vengono "traditi" dal sistema informatico Ophelia. Il numero 11 fa continuamente capolino nel film, come nell'orario - 11.11 - che segnala l'inizio della lunga notte di terrore. È stato ipotizzato che questo sia per la sua valenza grafica, poiché la cifra ripetuta quattro volte ricorda quattro persone, come i membri della famiglia protagonista. Inoltre, nella sequenza dei titoli di testa, le gabbie dei conigli sono disposte in file da undici.
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5. La canzone giusta
Quando la famiglia Tyler viene aggredita dalla sua controparte malvagia, la matriarca Kitty chiede a Ophelia di chiamare la polizia. La risposta, quasi intraducibile, è forse la gag più bella e crudele del film: il sistema fa partire la canzone Fuck Tha Police del gruppo NWA, e la sentiamo in sottofondo per gran parte di ciò che rimane della sequenza. Mentre altri brani usati nel lungometraggio erano già stati inseriti in sede di scrittura, questo è stato aggiunto in un secondo momento, poiché Peele non sapeva esattamente come strutturare la scena (una delle proposte alternative era che Ophelia reagisse con un brano qualsiasi dei Police). Alla fine è stata scelta la canzone che sentiamo perché aveva anche il ritmo giusto, ma è difficile non pensare che ci sia almeno un parziale rimando al film precedente del regista, dato che il testo parla dei comportamenti violenti della polizia nei confronti delle minoranze (l'opera prima di Peele doveva inizialmente concludersi con l'arresto del protagonista).