No Ordinary Family: 1x02 (No Ordinary Marriage), 03 (No Ordinary Ring)

Le avventure dei Powell proseguono seguendo la linea tracciata dal pilot della serie, tra crisi interiori e prime difficoltà esterne.

Non si può dire che le nuove serie dell'autunno americano stiano facendo faville, tra prime cancellazioni dopo soli due o quattro episodi (Lone Star ed Outlaw) e cali di ascolti ($#*! My Dad Says, Chase, Undercovers, The Event). Rientra in questo secondo gruppo No Ordinary Family, trasmesso in Italia, in contemporanea con gli USA, da Fox: la serie di Greg Berlanti e Jon Harmon Feldman ha debuttato con 10,69 milioni di spettatori per giungere al terzo episodio a soli 7,72. Se guardiamo questi dati insieme al crescente interesse per le serie di punta delle TV via cavo, ci viene da pensare che forse parte del pubblico si sta abituando ad un'impostazione più coraggiosa e che più facilmente resta delusa dalle produzioni mainstream dei network americani.
Ma questo sarebbe discorso da approfondire in altra sede e quello che ci preme analizzare qui è la serie che racconta le avventure fuori dall'ordinario della famiglia Powell che non ci appaiono da buttare, seppur con i limiti di una produzione che cerca di rivolgersi ad un grande pubblico: la potremmo infatti descrivere come un mix tra Gli Incredibili ed Heroes, ma senza la genialità della Pixar a sorreggere il progetto, nè l'esplosivo inizio della serie di Tim Kring, che almeno nella sua prima stagione ha inanellato una serie di colpi di scena e momenti cult sui quali ha vissuto di rendita per i successivi tre anni.

Dopo un pilot destinato alla mera presentazione dei personaggi, No Ordinary Family ha forse sbagliato l'approccio al secondo episodio Un matrimonio fuori dell'ordinario, scavato sulla falsariga del precedente, non abbastanza per mostrare al pubblico in quale direzione si aveva intenzione di spingere lo show. Si indugia sui personaggi, sulle loro motivazioni: il bisogno di rivalsa, e di darsi da fare per il prossimo, di Jim; le ricerche di Stephanie sulle cause della loro mutazione; i problemi adolescenziali di Daphne ed il sentimento di inferiorità di J.J. che lo spinge a tener segreto il suo potere. Motivazioni che portano anche ai primi scontri tra i membri della famiglia, in particolare tra Jim e Stephanie, con relativa decisione, subito messa da parte, di non usufruire dei propri poteri in attesa di scoprire di più al riguardo.
E' solo nel finale che si cerca di offrire qualcosa in più al pubblico, tornando a mettere al centro dell'attenzione quelli che potrebbero essere i nemici del gruppo.
Dal punto di vista dell'impostazione in fase di scrittura, l'episodio non fa ricorso alle interviste ai due protagonisti, abbandonando fin da subito un espediente che da una parte poteva caratterizzare la serie, ma che dall'altra sarebbe potuto diventare un limite sulla lunga distanza.
Il successivo No Ordinary Ring fa dei passi avanti nella costruzione della prima stagione della serie, introducendo dei primi veri problemi per ognuno dei membri della famiglia. Se per Daphne e J.J. l'applicazione dei poteri viene spontaneamente rivolta alla sfera scolastica e sociale, con il ragazzo impegnato a fare i compiti alla sorella in cambio di preziose informazioni sui pensieri della ragazzina che gli piace, diverso il discorso per i due genitori: Jim si procura il suo primo vero caso da risolvere nel tentativo di recuperare l'anello del titolo, rubato alla moglie nel corso di un ricevimento al quale i due stavano prendendo parte; Steph deve invece inventarsi qualcosa per impedire che una analisi fatta sul lavoro faccia venir fuori le particolarità del suo sangue. Insomma prime situazioni da supereroi o aspiranti tali e soprattutto primi momenti della serie in linea con quanto ci si potrebbe aspettare per il suo futuro. Inoltre si caratterizzano sempre di più le due principali figure di contorno extra-familiari, ovvero il George di Romany Malco e la Katie di Autumn Reeser, che dimostrano di saper costruire una buona alchimia con i protagonisti Michael Chiklis e Julie Benz.
Resta comunque molto viva l'ironia che caratterizza No Ordinary Family, la leggerezza con cui il tema è trattato, con la chiara intenzione di farne un prodotto per tutta la famiglia, ordinaria o meno che sia. Qua e là si intravedono spunti che, se sviluppati adeguatamente, potrebbero dare alla serie una spinta in più, ma forse allo stato attuale della lavorazione nemmeno gli autori hanno deciso con certezza in che direzione muoversi per il futuro meno immediato. Molto forse dipenderà dalla risposta del pubblico, dalle caratteristiche dello show che gli spettatori dimostreranno di amare maggiormente, ed una certa influenza l'avrà sicuramente la ABC che trasmette la serie in USA, ma speriamo che gli autori sapranno bilanciare queste influenze esterne con le idee che hanno in cantiere per i Powell, facendoli rientrare nella lunga lista di famiglie più amate della televisione.