New Amsterdam 4, la recensione: l’amore è davvero la cura?

La nostra recensione di New Amsterdam 4, la quarta stagione del medical drama con Ryan Eggold dal 3 giugno in prima serata su Canale5 e in contemporanea su Infinity, che apre al sistema sanitario inglese.

News Amsterdam 4 Ryan Eggold Freema Agyeman
New Amsterdam 4: una scena della quarta stagione della serie

La prima stagione di New Amsterdam ci presentava un medico, un direttore sanitario, un personaggio, una chiave di lettura nuova per i medical drama: tutto partiva dalla frase "Come posso aiutare?". Arrivata alla quarta stagione, la serie dichiara agli spettatori nel poster "Love Heals". Un claim che sembra così stucchevole ma in realtà, soprattutto di questi tempi, è pieno di amore e di speranza verso il futuro, di sguardo ottimista e positivo in un mondo che ci dice di essere cinici, diffidenti, guardinghi e sospettosi verso ciò che verrà e verso le nuove persone che conosciamo, come cercheremo di spiegare nella nostra recensione di New Amsterdam 4, la quarta stagione dal 3 giugno in prima serata su Canale5 e in contemporanea su Infinity.

Stesso medical, diverso mare

La prima importante novità di questa quarta stagione di New Amsterdam è la doppia costa su cui si svolge grazie a un importante cambiamento dovuto al plot twist del finale della scorsa stagione: finalmente Max (Ryan Eggold) e Helen (Freema Agyeman) hanno deciso di darsi una possibilità come coppia ma lei, dopo la parentesi londinese della scorsa stagione, vorrebbe provare a fare in una clinica in Inghilterra quello che Max compie ogni giorno oltreoceano all'ospedale. È quindi interessante vedere il doppio punto di vista e la doppia riflessione sul sistema sanitario britannico in parallelo a quello statunitense, il fil rouge che è sempre stato quello dello show fin dal suo esordio. Il percorso di Max trova nuova linfa e respiro e, sebbene nella parte centrale dei nuovi episodi si ingolfi e funzioni meno, poi riprende alla grande e finisce in pompa magna. Già sapendo che la quinta sarà anche un'ultima stagione ridotta di 13 episodi, ci aspettiamo la conclusione che gli autori volevano più o meno fin dall'inizio.

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Una favola medica

News Amsterdam 4 Ryan Eggold Michelle Forbes
New Amsterdam 4: una scena della quarta stagione della serie

Si presenta ancora di più come una favola - a volte amara, ma sempre piena di speranza - anche nella quarta stagione, lo show creato da David Schulner e basato sul libro Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital di Eric Manheimer, che parla di un medico reale che ha ispirato con la sua passione e voglia di provare a risolvere piuttosto che denunciare il sistema sanitario americano, attraverso il personaggio di Max Goodwin. Questo grazie soprattutto alla new entry Veronica Fuentes (Michelle Forbes), nuovo direttore sanitario del New Amsterdam e nemico giurato e nemesi di Max: quasi una strega delle favole, forse un po' bidimensionale, ma che in realtà propone un'alternativa pragmatica e logica con cui non si può non concordare in parte. Antitesi di Max in tutto e per tutto, in come approccia non solo la professione medica, ma anche la gestione di un ospedale pubblico e dei suoi dottori, chirurghi e capi reparto. A proposito di questi ultimi, ognuno ha le proprie gatte da pelare a livello personale e professionale: Lauren (Janet Montgomery) deve bilanciare il proprio rapporto con Leyla (Shiva Kalaiselvan), sua specializzanda ma anche suo "investimento" economico nel progetto di specializzazione dell'ospedale, Floyd (Jocko Sims) ha una situazione a tre in corso davvero complicata, infine Iggy (Tyler Labine) deve vedersela con le conseguenze di quanto accaduto la scorsa stagione e la voglia di tornare a praticare, oltre che a qualche crisi personale nel proprio matrimonio.

L'amore è la cura?

New Amsterdam 4 Scena
New Amsterdam 4: una scena della quarta stagione della serie

Insomma mettono tutti in discussione l'amore nella propria vita in questi nuovi e penultimi episodi, che però oltre ad essere il problema potrebbe essere anche la soluzione, la malattia come la cura come mai prima d'ora. Forse un pensiero stucchevole, come dicevamo, ma davvero pieno di speranza di cui più che mai abbiamo bisogno in questo mondo post-guerra e in pandemia. Dopo che la scorsa stagione aveva un po' perso smalto e potere nella frase di Max proprio per via del Covid inserito nella trama che aveva rallentato varie storyline e personaggi, come quella poco convincente della nipote di Helen, torniamo a rivitalizzare l'ospedale e le storie grazie ad altre due new entry. Un arricchimento anche dalla parte degli alleati con nuovi medici interpretati da Mia Castries (Genevieve Angelson) dottoressa specializzata in medicina olistica - che quindi si scontrerà non poco con gli altri chirurghi - e Elizabeth Wilder (Sandra Mae Frank), attrice sorda anche nella realtà convincente e interessante con una storia familiare alle spalle, e oncologa di grande tatto e bravura. Non ci si dimentica neanche di Vijay (Anupam Kher) in questa stagione, che aveva lasciato la serie lo scorso anno fuori schermo durante la pandemia, e il rimetterlo in gioco sarà un po' ruffiano ma funzionale alla trama.

Conclusioni

A chiusura della nostra recensione di New Amsterdam 4 possiamo dire come la serie, dopo una stagione un po’ provata dalla pandemia come storyline e sviluppo dei personaggi, abbia saputo rilanciarsi e reinventarsi, guardando oltreoceano nel Regno Unito, confrontando due sistemi sanitari e facendo riaccendere al massimo la luce del personaggio di Max, contrapponendolo a quello nuovo di Veronica.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Il riaccendere il personaggio di Max e la gestione della sua storia con Helen
  • L’aprire la tematica centrale di “risoluzione” o “risanamento” del sistema sanitario americano a quello inglese
  • L’amore come chiave dei rapporti dei personaggi, può essere la causa ma anche la cura
  • Le new entry…

Cosa non va

  • …anche se alcune un po’ bidimensionali a rappresentare un “nemico” da sconfiggere
  • La parte centrale funziona meno con la doppia location, ma riesce a riprendersi molto bene nella terza ed ultima parte