Nell'Inghilterra del 1700, non così diversa da quella del 2024, non c'è più spazio per mitologia, leggende e divinità antiche. Ora il tempo è attraversato dalle pistole, dalle teste che si ornano di parrucche e cappelli, dai volti che si ricoprono di trucco. Eppure, come fu per Xena negli anni 90, a ridestare un equilibrio temutosi perduto, è ancora una donna, un'improbabile eroina pronta a ribaltare le convenzioni, ponendosi alla guida di un racconto di avventura non più e non soltanto per (e con) uomini. Disponibile su Disney+, Nell - Rinnegata è un viaggio dell'eroe in otto episodi dove l'ironia si fa fedele accompagnatrice di un mondo abitato da segreti, magia, poteri soprannaturali e fragilità interne.
Una coltre avventurosa pronta a rivestire un corpo narrativo molto più profondo e fortemente attualizzante di quello che si pensi. Già, perché come dimostrano le nostre interviste al regista Ben Taylor, e agli interpreti Joely Richardson (Lady Euliana), Frank Dillane (Charles Devereux) ed Enyi Okoronkwo (Rasselas) dietro a battaglie, spari e incantesimi si cela un dialogo diretto con la nostra contemporaneità, tra le difficoltà di essere noi stessi e la rappresentazione della donna in contesti che fino a qualche anno fa era forse impossibile da immaginarsi.
Nell - Rinnegata: la trama
Nella campagna inglese del XVIII secolo, Nell, giovane donna indipendente, torna a casa dopo la morte del marito. Qui ritrova il padre locandiere e le sorelle minori, ma in breve tempo s'inimica il folle Thomas Blancheford, figlio nobile del magistrato che gestisce la contea per conto del re. Dotata di una forza misteriosa che la trasforma in una guerriera invincibile (e la costringe a battibeccare di continuo con il suo spirito guida Billy Blind), Nell umilia pubblicamente Thomas, il quale per rabbia si ritorce contro suo padre e poi la accusa di un omicidio che non ha commesso. Per Nell sarà l'inizio di una fuga che la trasformerà in una rinnegata e nella più famosa fuorilegge d'Inghilterra.
La difficoltà di essere se stessi: intervista a Joely Richardson, Frank Dillane e Enyi Okoronkwo
In Nell - Rinnegata l'arma più potente per la sopravvivenza non sono pistole, forze sovrumane, o incantesimi, ma travestimenti e identità fittizie. Ogni personaggio si fa pertanto ulteriore strumento di recitazione. Un gioco delle parti che forse non è così lontano da quello che compiamo nel corso della quotidianità. Vale ancora, quindi, quanto detto da Shakespeare che tutto il mondo è teatro, oppure vantiamo di libertà maggiore, che ci permette di essere noi stessi, rispetto al passato? Una domanda complessa, a cui Joely Richardson risponde con altrettanta saggezza. "Credo che nell'epoca delle insurrezioni giacobine del 1700, molti erano costretti a travestirsi e a vivere sotto mentite spoglie. Ciononostante, ancora oggi, rimanere fedeli a noi stessi richiede un'enorme forza di volontà. A noi tutti capita di aver paura, di scivolare nella tana del lupo perché insicuri del nostro aspetto, del nostro carattere, ma non c'è nulla che catturi meglio la nostra autenticità della forza del nostro sguardo, o della nostra voce. E a tal proposito credo che nell'essere autentici resisti una vibrazione del tutto unica. Le persone stanno lottando in questo momento, e tutto ciò che desideriamo è una connessione, un legame, da stabilire sulla scia di qualcosa di autentico".
Un concetto profondo, quello dell'autenticità, che tocca molto da vicino la sensibilità degli stessi attori, come sottolinea Frank Dillane: "Mi ricordo che una volta Bob Dylan si presentò con il volto truccato di bianco e disse una frase del tipo 'sappiate che se qualcuno ha il viso dipinto, vi sta dicendo la verità, altrimenti vi sta mentendo'. È un qualcosa che ritrovo tantissimo nel momento in cui dobbiamo interpretare un personaggio. C'è una credenza che vuole noi attori come dei bugiardi, che recitare non sia altro che nascondere la verità, solo perché abbiamo nomi e personalità diverse. Ma alla fine se ci pensiamo, nemmeno credere in se stessi è poi così tanto facile". Ma se è difficile restare se stessi, a quali strumenti hanno attinto i tre attori per dar vita ai propri personaggi? Per Frank Dillane è stato tutto un gioco di analisi e studio della sceneggiatura: "mi sono preparato semplicemente lavorando sullo script, individuando i vari punch-lines, e cogliendo gli obiettivi prepostosi da personaggi alquanto volitivi e per questo non sempre facile da comprendere a una prima lettura".
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Il processo dietro Nell
Un processo immaginifico molto simile a quello compiuto da Enyi Okoronkwo: "La scrittura di Sally offre così tanto, è così diretta che la costruzione dei propri personaggi è un gioco da ragazzi, perché basta semplicemente eseguire la parte più tecnica dell'essere attore, ossia imparare le battute, da cima a fondo, e recitarle come se ogni parola provenisse da te"."Mi ritrovo molto in quello che ha detto Enyi", aggiunge Joely Richardson, la quale continua raccontando che a volte "ti ritrovi a interpretare un ruolo, dici una battuta e ti senti dire 'No! Hai mancato il punto', altre volte, invece, ti ritrovi a inventare qualcosina, aggiungere qualcosa di tuo, improvvisare insomma. Per quanto riguarda il mio personaggio, oltre a saper le battute a memoria, si aggiungono anche la prova costume, le parrucche, il trucco... piccoli elementi attraverso i quali inizi a veder nascere il tuo personaggio. Oltre a tutto questo devi tener conto di altri fattori come il lavoro dei tuoi colleghi, la direzione del regista, ingredienti da inserire in un frullatore in attesa che ciò che ne viene fuori passi al lavoro di montaggio. Noi attori non siamo altro che responsabili di una piccola parte della nostra performance. Il resto è compiuto da altri colleghi fenomenali".
La danza delle pallottole: intervista al regista Ben Taylor
Nell - Rinnegata non è solo un'avventura in salsa televisiva, ma anche un coming of age fuori dagli schemi, pronto a ribaltare l'identità e i generi di appartenenza. Una sfida che il regista Ben Taylor non ha esitato ad accettare, sopratutto dopo aver portato sul piccolo schermo tematiche delicate come quelle tra teenager e sessualità con Sex Education. Eppure, ancora oggi, quando pensiamo a una storia piena di battaglie, pistole e avventure, continuiamo ad aspettarci un protagonista di sesso maschile. Ritrovarci un personaggio come Nell ribalta completamente le aspettative, senza per questo snaturare la forza del racconto. Eppure, chissà se fino a dieci anni fa portare sullo schermo uno show come Nell - Rinnegata fosse già possibile, o era qualcosa di utopico, perché i tempi non erano ancora maturi per la sua comprensione e la sua portata rivoluzionaria.
"Forse non era del tutto impensabile" afferma a tal proposito lo stesso regista, per poi aggiungere: "realizzare uno show significa parlare con un determinato spazio e un determinato tempo, arrivando a volte anche ad anticiparli ribaltando dei canoni come quelli di genere. Credo che la scrittura di Sally funzioni proprio per questo, perché è interessata a quello che tratta e come lo tratta, e un'altra versione con una protagonista diversa da Nell non era di suo interesse. Per quanto riguarda il sovvertire le aspettative, soprattutto in termini di principesse Disney, realizzare Nell - Rinnegata ci ha permesso di creare qualcosa di drastico e innovativo, che spero segni un nuovo cammino. Si pensi solo alla scena iniziale, dove la camera inquadra un uomo che ferma una carrozza con una pistola rivolta verso l'alto, seguendo un'iconografia già vista in passato e per questo riconoscibile da molti, per poi cambiare prospettiva e rivolgere la propria attenzione verso un'altra persona - Nell - nelle vesti di un'improbabile eroina di cui non potremmo più fare a meno".
E come è stato per i suoi interpreti, anche per Ben a giocare un ruolo essenziale nella sua preparazione è stata la scrittura di Sally, così facilmente visuale e immersiva da aiutarlo a immaginare le sue scene di lotta come danze di pallottole. "Sin dalla prima lettura ho capito l'importanza dell'aspetto visivo, e quanto necessitasse di una buona dose di energia. C'è un lato della scrittura di Sally quasi anarchico, punk, che si riversa nell'atteggiamento di Nell che non a caso è molto punk. Abbiamo quindi tentato di scuotere un po' le regole del tempo, anche a livello registico, con movimenti di macchina che andassero oltre alle aspettative del genere provando qualcosa di nuovo. Come hai detto giustamente anche tu, una delle più grandi opportunità è stata quella di lavorare sulle coreografie delle lotte, il che è stato anche divertente da realizzare, ma anche abbastanza intimidatorio visto che giravamo agli studios della Disney, circondati dalle crew della Marvel, o di Star Wars. Non ci siamo però tirati indietro, dimostrando che anche noi non eravamo da meno".