Nel regno dei ciechi il monocolo è il re
Casey (Odette Yustman) vive a Chicago, frequenta il college e lavora come baby-sitter part-time per i suoi vicini di casa. Abbandonata dalla madre in tenerissima età e apparentemente senza spiegazione, Casey è cresciuta felicemente grazie all'amore di suo padre. La sua vita scorre tranquilla fino al giorno in cui inizia ad avere paurosi incubi e inquietanti allucinazioni in cui compare un bambino dagli occhi malefici. Un fantasma o qualcosa di simile che sembra seguirla ovunque e volere qualcosa di preciso da lei. Quando anche il figlioletto dei vicini inizia a manifestare segni di squilibrio come fosse posseduto da un'entità malvagia e a parlarle in modo sconnesso, Casey capisce che qualcosa di brutto le sta per accadere. Grazie all'aiuto del suo fidanzato Mar (Cam Gigandet), dell'amica Romy (Meagan Good) e del Rabbino Sendak(Gary Oldman), Casey scopre che sulla sua famiglia ricade una maledizione sin dai tempi dei campi di concentramento nazisti. Imprigionata in una sorta di limbo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, Casey, come sua madre e sua nonna avevano fatto prima di lei, dovrà respingere gli attacchi del Dybbuk, un'anima dannata respinta dal paradiso e costretta a girovagare senza sosta in cerca di un corpo in cui insediarsi. Casey è in pericolo, il varco è stato aperto da un essere mai nato che ha trovato in lei terreno fertile in cui seminare la paura e vivere finalmente la vita che gli è stata negata. Lui ora, grazie a Casey, vuole solo nascere...
Horror demoniaco per teenager, Il mai nato segna il ritorno dietro la macchina da presa di David S. Goyer, un mago nella creazione di mondi paralleli oscuri e funesti. Parliamo infatti dello sceneggiatore degli ultimi due Batman di Nolan, de Il corvo 2, di Dark City e della trilogia di Blade, creatore di uno straordinario carnet di personaggi e storie dai toni decisamente dark. I problemi sorgono quando oltre a scrivere Goyer decide anche di dirigere, ne abbiamo avuto prova in Blade: Trinity e in maniera assai più palese nell'impalpabile thriller sovrannaturale The Invisible, di cui Il mai nato sembra essere il fratello maggiore in versione horror. Parliamo di nuovo di un'anima errante tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma stavolta si tratta di un'anima malvagia e agguerrita, decisa a portare a termine la sua vendetta nei confronti dell'umanità.
Buona l'idea di partenza di realizzare un horror-thriller ambientato ai confini della realtà tra scienza e occulto, qualcosa di diverso dalle recenti produzioni, un film che fosse incentrato su argomenti (i gemelli, il rancore, la paura, gli esorcismi e chi ne ha più ne metta) che da tanto non venivano sviscerati. Non si è dimostrato però all'altezza delle potenzialità del genere e delle suddette premesse il lavoro di scrittura e di confezione di Goyer, che nel tentativo di accaparrarsi più pubblico possibile ha scelto di gettare nel calderone decisamente troppe cose. Maschere, possessioni demoniache, specchi, insetti, libri antichi, esorcismi multietnici, torture e esperimenti nei laboratori nazisti durante l'Olocausto, mistica cristiana, folklore ebraico e la cabala; tutto questo amalgamato in maniera piuttosto improbabile in una storia intricata, probabilmente concepita in maniera frettolosa senza una precisa idea su cosa ottenere come risultato finale. Mettiamoci poi una non eccelsa caratterizzazione dei personaggi ed otteniamo un horror in cui vanno per la maggiore i colpi di scena, sia visivi che narrativi, senza che si riesca a seguire una linea fluida della storia dall'inizio alla fine.
Il mai nato non è un remake, né un prequel _né un _sequel, ma il vizietto di Michael Bay & Co. esce fuori anche stavolta. Sembra quasi che alla_ Platinum Dunes_ non si riesca ad evitare di attingere a piene mani nelle tasche dei grandi capolavori americani del passato. Il quarto lungometraggio diretto da Goyer poggia su ottimi spunti ma poi si perde per strada senza offrire alcunché di originale, omaggiando sia pietre miliari come L'Esorcista (da notare la scena del ragno umano che scende le scale, a decenni di distanza ci appare molto meglio girata quella di Friedkin) e Rosemary's Baby, sia i moderni horror orientaleggianti come The Ring, The Grudge e del suo precursore nipponico Ju-on: Rancore.Avrebbe potuto essere proprio il rancore la chiave di lettura giusta per una storia come quella de Il mai nato, incentrata oggettivamente sulle ire funeste di un gemello mai nato nei confronti di chi lo ha generato e di chi gli ha impedito di venire al mondo, un gemello visto come una sorta di specchio umano attraverso il quale guardare l'altra faccia di se stessi, il rovescio della medaglia, la parte oscura del mondo.
88 minuti in cui se ne vedono di tutti i colori, anche un Gary Oldman in grande forma (preso in prestito da Goyer dalla polizia di Gotham City per pochi minuti, nominato rabbino e improvvisatosi esorcista) che riesce a sfornare un'ottima interpretazione anche in un ruolo cosiddetto secondario ma di grande impatto. Giovani, carini, molto occupati e un po' rigidini nei loro ruoli i due protagonisti Odette Yustman e Cam Gigandet già visti rispettivamente in Cloverfield e Twilight, che vanno a completare il quadro del cast insieme a Megan Good, la bella attrice di colore tra le numerose vittime dell'Enigmista in Saw V.
Peccato, perchè con qualche taglio in fase di scrittura e qualche virtuosismo visivo in meno avremmo potuto assistere ad un buon film di genere. Ci si aspettava sicuramente di più dall'uomo che ha contribuito a riportare ai fasti di un tempo un personaggio straordinario come Batman, vedremo come se la caverà l'anno prossimo con l'annunciato X-Men Origins: Magneto di cui Goyer sarà sia sceneggiatore che regista.Movieplayer.it
3.0/5