Considerato ancora oggi uno dei più grandi strateghi mai esistiti, figura fondamentale alle radici del diritto civile, soldato impareggiabile e maestro d'alleanze, Napoleone Bonaparte si prepara adesso a una nuova ribalta cinematografica grazie all'omonimo biopic con protagonista Joaquin Phoenix. A lungo discusso e chiacchierato, l'ultimo film di Ridley Scott prodotto da Apple Studios ha avuto una complessa e sostanziosa post-produzione, mostrandosi soltanto in queste ore nel suo primo e assolutamente maestoso trailer ufficiale e dimostrando ancora una volta un assaggio del talento di un artista infaticabile della settima arte come Scott.
Due minuti e mezzo di filmato che ci portano direttamente dentro la storia d'Europa e di Francia attraverso tre distinti ma inestricabili volti del primo imperatore francese: quello militare, quello politico e quello romantico. Tutto rimesso in capo a un Phoenix che non tenta di nascondersi fisicamente nel personaggio ma di farlo proprio, riconoscibile nei suoi tratti più noti eppure fedele a quell'anima bonapartiana rivoluzionaria prima e rifondatrice poi, di un intero sistema, di uno stato, di una nazione, certo sempre tra luci e ombre ma passando alla storia come uno degli uomini più grandi dell'età contemporanea. Sguardo che il lungometraggio sembra in effetti riuscire a restituire perfettamente.
Kitbag
Il trailer di Napoleon si apre in piena Rivoluzione Francese, esattamente nel 1793, già quattro anni dopo lo scoppio dei conflitti civili interni al paese. È un anno estremamente sanguinoso in preda alla repressione giacobina, pieno di condanne a morte per ghigliottina (come vediamo infatti nel video) e per questo noto come Regime del Terrore, praticamente estrema conseguenza della guerra civile infuriata proprio in quel periodo. È però anche l'anno dell'affermazione militare di Bonaparte e l'inizio dei suoi incredibili e avventurosi successi, molti dei quali ottenuti con spietati massacri di rivoltosi, alleati o popolazioni locali - basti pensare alla conquista del porto di Tolone. Fino a quel momento Napoleone era un ventenne già divenuto ufficiale ma pressoché un signor nessuno, e tanto Ridley Scott quanto lo sceneggiatore David Scarpa conoscono l'importanza di quella data, della potenza visiva generata dal terrore e di un embrione di cambiamento in gestazione in sotto testo. L'iniziale titolo Kitbag (riferito allo zaino che indossano i militari) era in effetti calzante alla figura di Napoleone, nato da una famiglia corsa di rango nobiliare e con entrambi i genitori impegnati attivamente in guerra, tanto che la madre combatté persino quando era in attesa di lui.
Non solo cresciuto tra guerrieri e soldati, dunque, ma addirittura nutrito dalla polvere e dal sangue del campo di battaglia. La sua via era già indirizzata alla grandezza militare e a una strada di prestigio nei ranghi ufficiali, quasi fosse una vocazione divina. La storia e anche il trailer rivelano altresì la fredda crudeltà della sue macchinose azioni, come ad esempio sparare a cannoni spiegati sulla popolazione in rivolta. In quell'esatta sequenza dovremmo essere nel 1795, quando Paul Barras (interpretato nell'opera da Tahar Rahim) lo nominò prima comandante della piazza di Parigi e poi generale del corpo d'armata dell'interno. Nel filmato vediamo Napoleone promettere proprio a Barras "brillanti successi", con lo stacco di montaggio a definire in modo chiaro la fine dell'inizio, dando una precisa dimensione della fedeltà storica e dell'impegno cinematografico del film. Introdotto così il primo volto di Bonaparte, si passa agli altri due.
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Amante e Imperatore
La bellezza del trailer di Napoleon sta nella precisione dei suoi intenti. In un modo o nell'altro, il nome di Napoleone o alcuni dei suoi più notevoli successi li conosciamo tutti, ma è nell'impegno della decostruzione e descrizione dell'uomo, dell'amante e dell'Imperatore che il trailer vuole catturare l'interesse dello spettatore, mostrando di fatto i tratti più salienti della persona. Non nasconde infatti la storia d'amore con Giuseppina di Beauharnais (Vanessa Kirby) ma nulla anticipa sulle sue future conquiste amorose e i suoi tradimenti, esattamente come mostra l'amicizia con Barras ma glissa in modo intelligente sul colpo di stato del 9 novembre 1799, anticipando appena qualche immagine. Tanto invece fa vedere sulla sua bravura militare e il suo essere "spada" prima di essere tutto per i francesi. Questo chiarifica la centralità della sua ascesa nell'esercito e delle guerre napoleoniche, permettendo così a Scott di tornare alla grande epica storica de Le Crociate o del Gladiatore ma raccontando questa volta una personalità che - come cita il poster - "venuta dal niente ha conquistato tutto", approfondendo quindi la caparbietà e la determinazione di un piccolo uomo destinato alla grandezza, persino emblema del più noto complesso di compensazione che porta infatti il suo nome.
Assistiamo a immagini mozzafiato delle sue campagne in giro per il mondo, dall'Italia all'Egitto, e sembra che Scott alla veneranda età di 85 anni sia persino riuscito a confezionare un titolo virtuoso e concettualmente dedicato al genio stratega di Napoleone, adottandolo forse come chiave di lettura degli scontri veri e propri. Il trailer non sembra nemmeno dimenticarsi dell'egomania di Bonaparte e della sua virata tirannica una volta conquistato il potere, macchiando il filmato del calore del fuoco e del rosso del sangue, comunque filtrati da una cinematografica glaciale e d'impatto - a prima vista eccellente - curata dall'ormai fedelissimo Dariusz Wolski. Tra impressionanti battaglie campali, noti tradimenti politici e tutta la gravitas dietro al passaggio dall'età moderna a quella contemporanea, Napoleone di Ridley Scott potrebbe essere in effetti quel biopic eccellente e appassionante in cui speravamo e in cui forse sperava persino il compianto Stanley Kubrick, che a lungo ha desiderato trasporre la vita del primo imperatore di Francia senza però mai riuscirci.