Da anni ormai si sa che il colosso HBO è diventato un nuovo modo per intendere la televisione. Non a caso il suo slogan principale recita "It's no tv. It's HBO". La grande casa di produzione statunitense, che ha visto sorgere serie come Sex and the City, Il trono di spade e Westworld, ma anche film per la televisione come Recount e The Normal Heart, che ha sdoganato molti limiti nei contenuti che, soprattutto la televisione generalista, si era imposta per tanto tempo.
HBO si è sempre mostrata pronta dal punto di vista della sperimentazione, dell'osare a condizione di offrire esclusivamente contenuti di qualità che potessero fidelizzare lo spettatore. La mission di HBO è, infatti, quella di far sentire a casa il proprio spettatore, dandogli un prodotto unico e inimitabile attraverso il quale riconoscersi. Ed è proprio per questo motivo se oggi la HBO è diventata a tutti gli effetti un vero e proprio marchio di riconoscibilità e garanzia. Proprio per questo motivo la casa di produzione, assieme a un grande regista come Steven Soderbergh, ha deciso di mettersi in gioco portando alla luce un progetto estremamente audace dove viene chiesto agli spettatori stessi di fare la storia: Mosaic. Mosaic nasce, appunto, come un app dove erano gli spettatori a decidere le sorti di ogni personaggio, muovendosi comunque su uno storytelling ben definito. Oggi Mosaic, la miniserie di Soderbergh, arriva su Sky Atlantic, dopo aver fatto il suo debutto negli Stati Uniti lo scorso 30 gennaio. La miniserie, composta da sei episodi, è un thriller tortuoso e ricco di colpi di scena che vede come protagonista Sharon Stone assieme a Garrett Hedlund. La storia gira attorno alla terribile scomparsa dell'autrice e illustratrice di successo di libri per bambini Olivia Lake (Stone), nonché membro di alto profilo della pittoresca Summit, cittadina di montagna dello Utah.
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Per inaugurare il debutto della serie, Sky Atlantic HD ha organizzato una masterclass nell'Università La Cattolica di Milano alla presenza dello stesso Len Amato, presidente di HBO Films. Ad accompagnarlo il presidente di Sky Atlantic Antonio Visca - da anni grande collaboratore di HBO - e il professor Antonio Grasso, che apre la masterclass parlando del passaggio dalla televisione generalista alla televisione di HBO. "Per tanti anni la generalista è stata il medium egemone, ovvero più importante e che ha condizionato tutti gli altri. Nel momento in cui, però, è arrivata la rivoluzione digitale non è solo cambiato lo scenario mediatico ma anche, e soprattutto, il rapporto del pubblico con la televisione. Un pubblico sempre più affamato e che non si accontenta più dei contenuti superficiali, automatici. Un pubblico che non andava dato per scontato. E come si poteva accontentare un pubblico del genere?
Generando contenuti con almeno queste due caratteristiche: riconoscibilità e trasversalità. Una televisione fatta di trame più articolate, linguaggi complessi, temi molto importanti. Una televisione che, per la prima volta, assume un valore, un ruolo mediatico molto più importante di quello giocato fino a quel momento. E tutto questo ha iniziato a essere possibile attraverso HBO che ha portato nella serie televisiva, ma non solo, la scoperta di valori dimenticati dal medium della televisione fino a quel momento. Valore punto di forza dei grandi romanzi, film e pièce teatrali che entra a far parte del mondo televisivo."
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It's not TV. It's HBO.
Non a caso, parafrasando lo slogan della casa di produzione ed emittente, non parliamo di televisione ma di HBO. La HBO, in vent'anni, ha letteralmente cambiato il modo di raccontare le storie, attingendo dalla realtà ma trasformando anche la stessa finzione, cercando di rappresentare sempre e comunque personaggi all'interno dei quali riconoscersi sempre. Ritrovarsi in situazioni, momenti e complessità che, anche se fantastici, possano comunque avere un'attinenza con la vita di tutti i giorni.
Len Amato, attuale presidente della HBO Films, è una delle menti che ha reso possibile tutto questo, portando l'HBO sul podio delle emittenti più forti. Un uomo che ha prodotto 43 Emmy Awards e 12 Golden Globes solo tra il 2009 e il 2015. E quest'anno, nell'attesa della nuova e ultima stagione di Game of Thrones, l'incetta di premi sta avvenendo con Big Little Lies - Piccole grandi bugie, che da poco ha annunciato di aver accolto nel suo cast la grande Meryl Streep.
Del resto un prodotto HBO si riconosce fin dai primi minuti, ma come è possibile realizzare tutto questo? "Non esiste nessun paradigma scientifico alla base del quale HBO sceglie la sua programmazione, ma rispondiamo unicamente al coinvolgimento emotivo", afferma Len Amato continuando: "Una storia deve creare intimità, ma che sia diversa da quella creata dal cinema. L'intimità da noi ricercata è quella della propria comunità, quella che ci porta ad affrontare serenamente determinati argomenti e che fa sentire il nostro pubblico a casa. Per noi la cosa fondamentale è rispettare il nostro pubblico. Alcuni programmi, alcune tematiche creeranno sicuramente discussione, dividendo il pubblico. Ma questo va bene perché noi vogliamo sempre sfidare il nostro spettatore e nel momento in cui si viene a creare una discussione, un dialogo tra due fasce diverse di spettatori, possiamo ritenerci soddisfatti."
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La qualità al servizio della serialità
Caratteristica principale tra i tanti elementi che vengono messi in risalto all'interno della serialità, e non solo, di HBO è la loro qualità che strizza l'occhio alla sala cinematografica, realizzando prodotti sempre più somiglianti a lunghissimi film. "Ho iniziato producendo film per la sala con Warner Bros., poi sono passato alla televisione. Sarò sincero, per me l'estetica non è mai cambiata. Dal cinema alla televisione ciò che cambia davvero sono i soldi, ma per me il resto deve restare invariato. È fondamentale il valore che può portare una buona regia, fotografia, recitazione. È questo che fa la qualità, a prescindere dalla sala o dalla televisione, ed è per questo motivo che sempre più artisti vanno dal cinema alla televisione come se nulla fosse, senza fare davvero caso al passaggio da un mezzo all'altro."
Qualità scenica ma anche qualità nelle tematiche, sempre attuali e che rispecchiano la società e la politica dell'attuale momento storico, a prescindere se tratte da fatti reali oppure no. Ed anche su questo l'idea di Len Amato sembra essere molto precisa e definita: "Se guardiamo i vincitori e le nomination delle edizioni passate degli Oscar, film come The Social Network o Il discorso del re, sono quelli che coinvolgono di più il gusto del pubblico e della critica, perché sono storie tratte dal reale. Ricordiamoci sempre che le storie migliori saranno sempre quelle vere. Quello che noi cerchiamo di fare quando raccontiamo una storia o una fiction, è aprire una finestra sul mondo reale. Come? Attraverso i personaggi. Che sia un fantasy, uno storico o un biografico, saranno sempre i personaggi la finestra sul reale, il punto di contatto con lo spettatore. Questo perché il personaggio sa parlare e una storia deve saper parlare al proprio pubblico. Deve parlare della vita, dell'esperienza del mondo. Deve riuscire a coinvolgere dal punto di vista emotivo, toccando nel profondo lo spettatore."
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Mosaic: l'inizio di una nuova fase
Nella fase di chiusura della masterclass si arriva al rapporto tra Sky Atlantic e HBO, tornando a parlare proprio di Mosaic, che dal 30 gennaio troveremo su Sky Atlantic HD. Len Amato afferma che la serie è sicuramente tra i progetti più ambiziosi della HBO, rappresentando come tante altre serie un punto di partenza per qualcosa di nuovo. "Mosaic è stata una grande sfida per noi, in quanto va ben oltre qualsiasi altro prodotto già prodotto e sperimentato. Non è classificabile, ma Soderbergh voleva sperimentare una narrazione interattiva, una storia che permettesse allo stesso pubblico di creare una propria storia. Sicuramente quello che abbiamo fatto con Mosaic è solo un prototipo, ma stiamo imparando, ci stiamo preparando per qualcosa di ancora più complesso."
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HBO e Sky: dal passato al futuro
E dagli Stati Uniti facciamo un salto nell'attuale serialità italiana, quella proposta da Sky negli ultimi anni e che ha trovato fondamentale appoggio da parte della stessa HBO. "L'influnenza di HBO è stata fondamentale per la nascita di Sky Atlantic" afferma Antonio Visca, continuando: "Dopo la prima foto e il primo episodio de Il trono di spade mandato in onda per inaugurare il canale, abbiamo iniziato a trasmettere circa il 99% delle miniserie e serie realizzate da HBO. La collaborazione è stata subito molto salda, a tal punto che durante la festa di lancio di Sky Atlantic hanno presenziato ben tre degli attori de Il trono di spade."
E da quello sono nati i primi prodotti di co-produzione tra le due "case", come dice anche Len Amato, che non può fare a meno di riconoscere l'importanza dello stesso cinema italiano in quello che oggi è HBO. "Sebbene non mi sia occupato in prima persona di una serie come The Young Pope, sicuramente rappresenta una nostra grande collaborazione dove tutte le tematiche di HBO vengono rispecchiate totalmente. Un grandissimo regista italiano, delle meravigliose interpretazioni e argomenti controversi. Devo dire che il cinema italiano per noi è stato davvero fondamentale. Siete voi ad aver inventato molto stile di regia e di questo dovremmo esservene grati." Infine si conclude con quelli che saranno i progetti futuri, annunciati da Antonio Visca: "In cantiere c'è sicuramente una specie di sequel dedicato a The Young Pope che sarà The New Pope, ma strettamente legati alla produzione HBO abbiamo due progetti molto interessati: Chernobyl e Catherine The Great con una stupenda Helen Mirren."