Mirren regina del RomaFictionFest

Il premio Oscar Helen Mirren a Roma per ricevere il Premio Speciale alla Carriera ed il Premio Migliore Attrice per Prime Suspect 7. La regina della fiction internazionale celebrata al RomaFictionFest 2008 ha incontrato i giornalisti.

L'anno scorso era mancata ma quest'anno ha voluto esserci per ritirare i suoi meritatissimi applausi e un altro prestigioso premio che il RFF le consegna all'unanimità: il Premio Speciale alla Carriera. Dopo la statuetta della prima edizione della rassegna come Migliore Attrice per Prime Suspect 7 - Atto Finale quest'anno Helen Mirren è senza dubbio l'ospite più atteso dell'edizione 2008. In ritardo di quasi mezz'ora rispetto alla tabella di marcia, perché il traffico cittadino ha vissuto un'altra giornata campale per via di una manifestazione, l'attrice Premio Oscar si è scusata con i giornalisti che l'attendevano numerosi e con un sorriso grandissimo ha risposto alle tante domande sul passato, sul presente e soprattutto sul suo imminente futuro.

In Italia la televisione è considerata la sorella minore del cinema, sia come qualità che come valore assoluto degli attori. Cosa ne pensa a questo proposito un'attrice di lunga carriera televisiva e cinematografica come Lei?

Helen Mirren: Io personalmente preferisco la televisione al cinema ed ho amato sempre di più i ruoli televisivi che ho interpretato. Sono sempre stati migliori a livello qualitativo e vi dico questo nonostante abbia appena vinto un Oscar con The Queen. Anche le sceneggiature e gli attori sono sempre stati migliori rispetto al cinema.

Lei ha interpretato il ruolo di Jane Tennison per quasi 20 anni, quando si è resa conto che sarebbe arrivato così in alto e che sarebbe finalmente decollato?

Helen Mirren: Il rapporto con Prime Suspect e in particolare con questo personaggio è sempre stato molto maturo, mi sono sempre preoccupata di non appesantirlo e di non fossilizzarmi troppo in certe storie. Per questo ho voluto fare una pausa di sette anni per poi tornare a riconsiderarlo e a guardarlo da un'altra prospettiva. Mi ha accompagnata per gran parte della mia carriera e della mia vita ma l'avvicendamento di tanti diversi sceneggiatori e registi mi ha aiutato a trovare sempre nuovi stimoli e punti di osservazione.

Qual è stato secondo lei il segreto di questo grande successo?

Helen Mirren: L'approccio è stato quello di invitare tutti loro a non rinchiudersi in uno stereotipo e di considerare la serie un po' come una cosa propria, di metterci sempre qualcosa di personale. Il lavoro dello sceneggiatore è senz'altro più positivo quando non è costretto all'interno di un format. Credo proprio grazie alla grande libertà d'espressione che da questo sceneggiato sono poi stati lanciati registi e sceneggiatori di successo.

Cosa pensa che le manchi dopo così tanti ruoli nel cinema, nella televisione, in teatro? Cosa si aspetta per il futuro?

Helen Mirren: Mi manca una cosa soltanto: prendermi un periodo di riposo e rilassarmi nel mezzo delle campagne del Salento insieme a mio marito (Taylor Hackford, regista di Ufficiale e Gentiluomo e de L'avvocato del diavolo ndr) e dedicarmi con lui alla ristrutturazione della masseria che abbiamo comprato in Puglia. Sì, direi che il mio sogno è questo visto che il nostro lavoro ci porta sempre costantemente in giro per il mondo e non ci permette pause. E' questa la storia della mia vita sempre frenetica, ho tanto bisogno di prendermi una pausa.

Quali sono i progetti futuri in cui potremo presto rivederla?

Helen Mirren: L'anno prossimo uscirà il film diretto e scritto da mio marito dal titolo Love Ranch (Il ranch dell'amore) a cui ho partecipato molto volentieri. Si tratta di un film molto divertente, ma non di una commedia, in cui recito nei panni della maitresse di un bordello e ho Joe Pesci come marito, pensate che strana coppia ne verrà fuori! E' la prima volta dopo tanti anni (l'ultima volta è stato nel 1984 sul set de Il sole a mezzanotte, in originale White Nights, ndr) che lavoro di nuovo con mio marito e devo dire che non è stato facile quando ho dovuto girare delle scene piccanti con un attore giovane e bello come lo spagnolo Sergio Peris-Mencheta (ride). Ho anche due progetti teatrali pronti per essere portati in scena, uno dei quali riguarda il regista John Madden (lo stesso di Shakespeare in Love, ndr) ma sono molto superstiziosa e no ne vorrei parlare prima che siano concluse le trattative.

Ha interpretato due regine, una al cinema e una in tv assai diverse tra loro sia come epoche che come personalità. Secondo lei quali sono le analogie tra i due personaggi?

Helen Mirren: Sono due donne assai diverse ma per certi versi piuttosto simili: hanno tutte e due assunto il ruolo di regina con dedizione e passione, senza compromessi e pensate che sono state incoronate quando avevano esattamente la stessa età, cioè 25 anni. Sono tra i sovrani britannici che hanno regnato più a lungo.

Lei che ha interpretato due ruoli femminili così importanti proprio in un anno in cui Hillary Clinton si è candidata alla presidenza degli Stati Uniti, come vede il rapporto tra donne e potere?

Helen Mirren: Elisabetta II non ha alcun potere politico ma solo una grande influenza nello spirito del Paese, mentre Elisabetta I aveva potere assoluto e non lasciava spazio ad alcun tipo di democrazia. Nel caso della candidata alle elezioni il discorso è molto diverso anche perché una persona eletta dal popolo è tutto l'opposto di un reale. Quest'ultimo deve credere fermamente di essere lì per volere di Dio mentre chi viene eletto occupa la sua posizione per volere di altri.

Qual è il suo pensiero a proposito dell'accuratezza storica e scenografica visti i numerosi film in costume di cui è stata protagonista e che la vedremo presto nel biopic su Lev Tolstoj The Last Station al fianco di Christopher Plummer?

Helen Mirren: Non sono d'accordo ad esempio sull'opinione che ha Oliver Stone riguardo le ricostruzioni storiche, non penso che possa essere costruttivo prendere la storia e la realtà dei fatti e manipolarla a proprio piacimento. Una certa accuratezza è sempre necessaria in questo tipo di storie, a maggior ragione lo è stato per Elizabeth I. The Last Station si differenzia da tutto quello che è stato fatto finora su Tolstoj, è stata considerata la versione più fedele alla realtà che sia stata mai realizzata. Ci hanno dato una mano anche i suoi eredi.

Ha detto di essere una grande estimatrice del cinema italiano soprattutto dopo i recenti successi nostrani in quel di Cannes. Cosa ne pensa di questa fatidica crisi?

Helen Mirren: Del cinema italiano conosco i grandi maestri e anche molti giovani registi emergenti e devo dire che quel che ho visto mi è sempre molto piaciuto. Tutti noi amiamo lamentarci sul fatto che il cinema del nostro paese è in crisi, la verità è che il cinema vive di alti e bassi e che in particolare quello italiano, dagli anni '30 ad oggi, ha sempre offerto grandi spunti ed è stato bello e a suo modo anche radicale, affrontando sfide importanti per il panorama cinematografica mondiale. Dovete essere orgogliosi della vostra tradizione artistica, non c'è nessun cineasta al mondo che non conosca il cinema italiano e non lo omaggi almeno una volta nella sua carriera.

Durante la sua carriera ha affrontato molti ruoli difficili, ce n'è uno che non ha mai interpretato e in cui avrebbe sempre desiderato cimentarsi?

Helen Mirren: Si, c'è sicuramente, quando si sceglie la carriera di attrice bisogna imparare a fare i conti con le delusioni e i rifiuti. Mi ha sempre attirato il personaggio di Caterina di Russia, mi sarebbe molto piaciuto interpretarlo.

Perché ha scelto di terminare la sua avventura in Prime Suspect?

Helen Mirren: Sono sicura che se avessi continuato alla fine il titolo sarebbe finito persino sulla mia tomba! Helen Mirren, l'attrice storica di Prime Suspect, già me lo vedo davanti agli occhi!