Recensione Iron Road (2008)

Presentata al RomaFictionFest la miniserie Iron Road, un dramma sentimentale ambientato nel 1800 tra Cina e Canada. Tra gli interpreti il grande Peter O'Toole, Sam Neill, Sun Li, Luke MacFarlane e Tony Leung Ka-Fai.

Amore tra le montagne rocciose

E' la struggente storia di Piccola Tigre, una ragazza di strada cinese esperta di esplosivi e fuochi d'artificio che con lo scopo di ritrovare il padre disperso si finge maschio e si fa reclutare dal giovane James Nichol, figlio di un ferroviere canadese, che si occupa di reperire gli uomini per la costruzione della ferrovia che attraversa le Montagne Rocciose. Solo in questo modo Piccola Tigre potrà raggiungere la Montagna d'Oro e scoprire perché suo padre l'ha abbandonata. Tutto si complicherà quando il suo amico James scoprirà che in realtà Piccola Tigre è una donna e quando lei capirà cosa accade veramente su quelle montagne: la società ferroviaria canadese è gestita da ladri e sfruttatori razzisti che lasciano morire i suoi connazionali senza rispetto né pietà. Come si comporterà James di fronte a tutto questo e al grande amore che si è accorto di provare per la ragazza?

In concorso nella categoria Miniserie, Iron Road è una coproduzione cino-canadese che andrà in onda sulla CBC a novembre di quest'anno e che nel finale contiene una commovente dedica a tutti i cinesi morti durante la costruzione della Canadian Pacific Railway. Ispirata alla celebre opera teatrale ideata e composta dal maestro Chan Ka Nin (insieme al librettista Mark Brownell) la storia ha origine da centinaia di fotografie di operai cinesi che lavoravano alla ferrovia accalcati uno sull'altro tra i quali l'autore sembrò riconoscere una donna.

Diretto e co-prodotto da David Wu - regista, attore e prolifico scrittore di Hong Kong che iniziò la sua carriera come montatore per i film di John Woo - Iron Road è un prodotto di buona fattura, confezionato in maniera impeccabile, visivamente vivace e ottimamente fotografato ma fin troppo romanzato per poter arrivare al cuore dello spettatore. La coloratissima, smielata e movimentata prima parte ambientata ad Hong Kong, in cui si susseguono peripezie di ogni tipo e lo spettatore viene introdotto nella variegata realtà cinese del 1800 ed entra in contatto con i personaggi principali, lascia improvvisamente il posto ad una seconda parte quasi totalmente incentrata sulla costruzione della ferrovia da parte di operai cinesi e sulla ridondante storia d'amore tra i due protagonisti sempre sull'orlo del decollo ma mai 'sviscerata' fino in fondo. Scenari mozzafiato si alternano a effetti speciali (a volte non troppo speciali) e a superflui ''suggerimenti emozionali' che finiscono con l'irritare lo spettatore.

Grande interpretazione della protagonista femminileSun Li ed in generale di tutto il cast, guidato da un sempre straordinario Peter O'Toole. Menzione speciale per Tony Leung Ka Fai (indimenticato interprete ne L'amante di Jean-Jacques Annaud) autore di una performance appassionata quanto drammatica. Visivamente pregevole, narrativamente poco convincente Iron Road non riesce mai a toccare le corde giuste e ad emozionare. Peccato, perché il cast e i mezzi a disposizione avrebbero meritato un adattamento più cinematografico e meno teatrale.

Movieplayer.it

2.0/5