I 10 migliori film cyberpunk da vedere

In occasione dell'uscita del videogioco Cyberpunk 2077, che ha risvegliato l'interesse per il genere, ecco i migliori film cyberpunk da recuperare e vedere assolutamente.

Cyberpunk 2077
Il videogioco Cyberpunk 2077

La definizione di cyberpunk è oggi più che mai sfuggente. Nato agli inizi degli anni ottanta come deriva letteraria della produzione fantascientifica new-wave, il cyberpunk ha subito negli anni uno scollamento tra i suoi topos narrativi di riferimento e la sua estetica, ormai totalmente inglobata nella cultura pop. Il risultato? Avere storie molto cyberpunk senza nessun elemento visivo riconoscibile o, al contrario, bellissime produzioni sci-fi ambientate in megalopoli notturne e piovose senza essere veramente cyberpunk.

In questa classifica abbiamo selezionato 10 film e li abbiamo ordinati dal meno cyberpunk al più cyberpunk: l'assunto di partenza è il motto "High Tech - Low Life" che riassume il rapporto tra un avanzato livello tecnologico e un vivere, sia personale che collettivo, molto precario: da qui andremo progressivamente aggiungere altri archetipi narrativi cyberpunk, per arrivare a quella manciata di film che ha proprio tutto. Ecco dunque la classifica dei migliori film cyberpunk, quelli da vedere assolutamente.

10. EXISTENZ (1999)

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Una scena di eXistenZ

Approcciamo la classifica un po' alla lontana con eXistenZ di David Cronenberg. La parte hightech del film è rappresentata dal tema centrale del thriller: eXistenZ infatti è un nuovo mondo di gioco al quale si può accedere solo attraverso un'interfaccia neurale biologica. Si genera così una paranoica sovrapposizione tra finzione e realtà, tra fittizio e reale. La critica low-life non è forse quella tipica del cyberpunk ma è chiaro che Cronenberg punti il dito verso una società assuefatta all'intrattenimento e incapace di prendersi le sue responsabilità, come aveva già fatto ai tempi di Videodrome. Non sarebbe un film di Cronenberg se non ci fosse ovviamente un elemento estraneo e ripugnante e no, non stiamo parlando del maglioncino infeltrito di Jude Law. Il fatto che uomo e computer condividano letteralmente la carne, che non si capisca quindi dove finisce l'umano e dove inizia la macchina all'interno di un mondo totalmente allucinato è certamente affascinante e per certi aspetti ricorda il raccapriccio del racconto Non ho la bocca, e devo urlare di Harlan Ellison.

9. THE ZERO THEOREM (2013)

The Zero Theorem: Christoph Waltz in una scena
The Zero Theorem: Christoph Waltz in una scena

La critica sociale del cyberpunk, quando è presente, è violenta e incisiva, come del resto qualsiasi movimento punk impone. Il tutto però è sempre affrontato con un occhio che dal macro zoomma sul micro, che dal panorama generale si focalizza sul singolo. Con The Zero Theorem, Terry Gilliam non si concentra mai sulla visione d'insieme ma decide di sferrare i suoi attacchi, in questa pellicola del 2013 in modo più cinico e disincantato di quanto fatto in passato con Brazil e L'esercito delle dodici scimmie, senza mai abbandonare la dimensione intima del suo protagonista. Nella plutocrazia dipinta da Gilliam si realizza un cyberpunk più cervellotico del previsto ma non per questo carente di spunti sulla condizione umana, anzi. Il gusto chiaramente caricaturale dei personaggi, dove tutti gli attori sono visibilmente divertiti e consapevoli di questo, gonfia con ironia e cinismo una quotidianità molto attuale.

8. ALITA - ANGELO DELLA BATTAGLIA (2019)

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Alita - Angelo della battaglia: Rosa Salazar durante una scena del film

Non è un film perfetto e non riassume in modo esaustivo le vicende del manga di Yukito Kishiro ma una cosa è certa: a Robert Rodriguez e James Cameron, Alita - Angelo della battaglia stava certamente a cuore. La storia della giovane cyborg trovata tra i rottami, in cerca di se stessa, rimane il cuore dell'opera. Forse un po' edulcorato e non molto preciso rispetto all'originale ma siamo di fronte ad un ottimo film action che vale la pena di essere visto. Il setting, anche se arido e polveroso, è molto cyberpunk: l'enorme distretto discarica sotto la città sospesa di Salem è un bell'esempio di sprawl cyberpunk (ovvero un agglomerato urbano di grandi dimensioni), in perfetto contrasto con l'elitaria città che si staglia sulla sua sommità. Al centro della narrazione vi è però il rapporto tra uomo e macchina: quanti cyber-impianti ci vogliono per perdere la propria umanità? Cosa definisce l'essere umano se questo è fatto di puro metallo?

James Cameron è ancora il re del mondo?

7. UPGRADE (2018)

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Upgrade: Logan Marshall-Green in un momento del film

Continuiamo rimanendo sempre nel genere action, stavolta abbassando il budget di produzione di diversi milioni di dollari ma non per questo la resa generale della pellicola. Upgrade, di Leigh Whannell, si configura come un buddy movie sui generis: da una parte un uomo qualunque, contrario alla tecnologia moderna, in cerca di vendetta e dall'altra l'intelligenza artificiale che lo aiuterà delle sue indagini. Lo definiamo sui generis perché l'I.A. che aiuta Grey, interpretato da Logan Marshall-Green, è contenuta nel chip direttamente impiantato nella sua spina dorsale. I due conversano, si scambiano opinioni ma condividono il corpo, dando vita a sequenze d'azione davvero ben dirette e allo stesso tempo divertenti, visto il totale distacco del protagonista rispetto alle azioni che compie il suo corpo. Come dite, vi ricorda qualcosa? Ad esempio Venom? Il concetto è quello ma l'elemento tech rende la storia di Upgrade meritevole di un riflessione in più, portandoci in un mondo dove la scoperta scientifica, etica e morale stridono fortemente. La chiusura amara del film è il tocco finale.

6. ALTERED CARBON RESLEEVED (2019)

Altered Carbon Resleeved 2
Altered Carbon: Resleeved, una sequenza del film

Qui lo ammettiamo, abbiamo fatto un po' i furbetti, però ci sarebbe dispiaciuto non inserire Altered Carbon in questa classifica, e lo facciamo quindi mettendo in sesta posizione il film d'animazione Resleeved. L'esperienza con questa pellicola cambia a seconda della vostra conoscenza della serie tv: se avete visto almeno la prima stagione e conoscete la storia di Takeshi Kovacs apprezzerete diversi rimandi allo show, oltre alla sua nuova custodia, un buon mix tra il pragmatismo di Joel Kinnaman e l'eleganza di Anthony Mackie. Se vi manca il contesto vi potrete comunque godere un film d'azione molto ben ambientato e che vi spingerà a recuperare la serie tv. È un po' un peccato che alcuni personaggi manchino di una caratterizzazione più profonda ma il setting giapponese, focalizzato su malavita e tradizione, è da dieci e lode.

5. SLEEP DEALER (2008)

Un'immagine del film Sleep Dealer
Un'immagine del film Sleep Dealer

Entriamo in top five con la pellicola forse meno conosciuta dai più inserita in classifica. Sleep Dealer è l'emblema di quel cyberpunk di cui parlavamo in introduzione, ovvero quello molto aderente agli archetipi del genere ma discretamente lontano in termini visivi. Niente megalopoli dal vibe asiatico, luci al neon o pioggia; il film si svolge in Messico e affronta temi come lo sfruttamento delle minoranze etniche come forza lavoro, la privatizzazione delle risorse essenziali, il razzismo e l'immigrazione. Classica chicca da Sundance Film Festival che riesce a conciliare i temi cardine del cyberpunk con un impatto fortemente culturale, tanto da aggiudicarsi una menzione speciale nel 2008 al Festival di Berlino da Amnesty International.

4. STRANGE DAYS (1995)

Ralph Fiennes e Angela Bassett in una scena di Strange days
Ralph Fiennes e Angela Bassett in una scena di Strange days

Qui siamo dalle parti della leggenda anche se nessuno sembra ricordarsi di Strange Days. Un film che all'uscita ricevette un'accoglienza così polarizzata che ci vollero 10 anni alla regista Kathryn Bigelow per rimettersi in carreggiata. Il film, ambientato a pochi giorni dall'inizio del nuovo millennio, è lo specchio di un periodo di tumulti molto forti negli Stati Uniti; recenti furono ai tempi le rivolte di Los Angeles e la morte di Rodney King per mano della polizia losangelina. La città che vediamo in Strange Days esaspera questo clima avvicinandosi molto alla costa ovest re-immaginata dal genere cyberpunk. Poliziotti corrotti, traffico illegale di ricordi e storie d'amore decadenti elevano Strange Days a cult cyberpunk davvero immancabile.

3. GHOST IN THE SHELL (1995)

Ghost in the shell
Ghost in the shell

Saliamo sul podio con un "classicone" del cyberpunk, e non ce ne voglia la bella Scarlett Johansson se alla versione live action preferiamo il film d'animazione del 1995. Ghost in the Shell è diventato un punto di riferimento nel panorama dell'animazione giapponese nonostante ai tempi non ricevette grande considerazione in patria. La pellicola diretta da Mamoru Oshii, come il manga di Shirow Masamune, è una rappresentazione tagliente e asettica del concetto di transumanesimo, ovvero della trascendenza umana dal corpo biologico al guscio cibernetico. Mentre con il concetto di pila e custodia, Altered Carbon esplora il concetto di de-umanizzazione attraverso un ciclo vitale ininterrotto scandito da corpi diversi, Ghost in the Shell si spoglia di ogni accezione legata all'immanenza. Sono in tanti infatti a considerare il Maggiore Kusanagi un'entità priva di genere più che un'eroina femminile: il suo corpo è chiaramente quello di una donna ma è freddo, asessuato, una nudità sempre in bella vista ma mai sessualizzata. Ed è forse questo il motivo per cui il film live action non eguaglia mai l'originale animato.

2. JOHNNY MNEMONIC (1995)

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Una scena di Johnny Mnemonic

Prima di essere Jhonny Silverhand in Cyberpunk 2077, Keanu Reeves negli anni novantadi cognome faceva Mnemonic, protagonista dell'omonimo racconto di William Gibson e arrivato sul grande schermo nel 1995. Johnny è un corriere di dati, che trasporta non in una valigetta bensì nella sua mente. Quando viene braccato dalla Yakuza e il pacco che trasporta potrebbe letteralmente ucciderlo, la corsa contro il tempo del malcapitato corriere si fa via via più affannosa. Gli effetti speciali di questo film sono invecchiati male? Ahinoi si. È una trama particolarmente complessa ed elaborata? Assolutamente no. È un film da vedere quindi? Certo che si, perché in Johnny Mnemonic tutto è al posto giusto, e non potrebbe essere altrimenti visto che la sceneggiatura l'ha scritta William Gibson in persona.

EXTRA

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Trinity e Neo in una scena iconica del film

Giustamente, avendo parlato di Keanu Reeves, vi starete chiedendo: e Matrix in che posizione l'avete messo? La trilogia delle sorelle Wachowski per noi rimane un onorevole fuori concorso perché nonostante Matrix peschi a piene mani dal genere, quello che ne risulta alla fine è... Matrix. Una creatura così distinta, caratteristica, visivamente riconoscibile che trascende il genere al quale dovrebbe appartenere. E badate bene, per noi questo non è un demerito, un volerlo affossare ma un incredibile merito.

Una sequenza di BLADE RUNNER
Una sequenza di BLADE RUNNER

Stessa cosa vale per un altre gigante cinematografico che, spoiler, non vedrete in prima posizione. Perché Blade Runner è l'altro esempio fatto in introduzione a questo video, l'opposto di Sleep Dealer: quel film che visivamente è molto cyberpunk, meno contenutisticamente. Certo, rimane forte l'esplorazione della cyber-culture e un focus molto attento sull'intelligenza artificiale ma la diatriba rimane comunque aperta per via delle origini di Blade Runner: se Do Androids Dream of Electric Sheep (nome originale de Il cacciatore di androidi) e il resto della produzione di Philip K. Dick costituiscono i prodromi del cyberpunk, quel terreno fertile senza il quale Gibson, Sterling e altri scrittori non avrebbero trovato ispirazione, allora è probabile che Blade Runner non sia un film propriamente cyberpunk.

Un wallpaper rosso di Akira
Un wallpaper rosso di Akira

Aggiungiamo anche una terza pellicola, Akira. Anche qui l'immaginario è visivamente molto cyberpunk anche se il connotato più aggressivo, più punk di Akira è la sua spietata critica politica. Nel film viene mostrata molta tecnologia: plance a perdita d'occhio, computer e strumenti scientifici di analisi ma niente di tutto ciò è correlato né alla critica socio-politica né al tema cardine del film, ovvero quello del potere, della sua distribuzione e amministrazione. Insomma, c'è l'high-tech, c'è il low-life ma questi due aspetti non entrano mai in contatto perché i fenomeni psichici fanno da cuscinetto.

1. NIRVANA (1997)

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Una scena di Nirvana

È buffo come per trovare un perfetto esempio di cinema cyberpunk, in questa classifica abbiamo girato tutto il mondo per tornare in Italia. A sei anni di distanza dall'Oscar al miglior film straniero con Mediterraneo, Gabriele Salvatores ri-contatta Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Gigio Alberti e al centro di un cast stracolmo di eccellenze italiane piazza l'Highlander Christopher Lambert. Nasce così Nirvana, uno dei più ambiziosi e meglio riusciti film di fantascienza Made in Italy. La storia di muove su due binari: quella dello sviluppatore Jimi, superstar dei videogiochi interpretato da Lambert, e del suo Solo, il protagonista del suo ultimo videogame che acquista libero arbitrio dopo essere stato infettato da un virus. Ne segue il viaggio di Jimi, che dovrà risolvere il problema di Solo e contemporaneamente partirà alla ricerca della moglie Lisa, che lo ha lasciato. Qui si pone un po' lo stesso problema di Johnny Mnemonic e del suo essere forse non invecchiato benissimo negli effetti speciali ma è anche vero che le interpretazioni di un cast italiano così vicino a noi rendono la storia di Nirvana più futuribile che futuristica.