Michelle Pfeiffer compie 65 anni: è ancora la migliore Catwoman di sempre

Michelle Pfeiffer festeggia oggi 65 anni. Da Elvira Hancock a Isabeau "Ladyhawke" D'Angiou, dalla Ellen de L'età dell'innocenza alla Angela di Married to the Mob, per finire alla Janet di casa Marvel, Pfeiffer è una delle attrici più versatili della sua generazione, capace di destreggiarsi fra i generi cinematografici e di creare icone cinematografiche. Una di queste è la sua Catwoman, ancora oggi imbattuta.

Michelle Pfeiffer compie 65 anni: è ancora la migliore Catwoman di sempre
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Quando al cinefilo si chiede quale sia il suo Batman preferito le risposte si affastellano. Michael Keaton è il migliore, ma anche Christian Bale è il migliore. E cosa dire di Ben Affleck? Anche lui, tutto sommato, è il miglior Batman. Il flusso della discussione tipica procede così, per ipotesi che si alternano e non trovano mai soluzione definitiva. Si provi, invece, a chiedere allo stesso cinefilo quale sia la migliore Catwoman mai portata sullo schermo: molto probabilmente, in un grafico immaginario, vedremmo rappresentata una schiacciante maggioranza che urla all'unisono una sola grande verità: la migliore Catwoman di sempre è quella interpretata da Michelle Pfeiffer.

Michelle Pfeiffer: ancora oggi la Catwoman più amata

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A distanza di quasi trent'anni la Catwoman concepita da Tim Burton, che fa la sua apparizione in Batman - Il ritorno nel 1992, riesce nell'impresa di essere universalmente amata, di racchiudere simbolicamente tutte le Catwoman esistite (e quelle possibili) e di far tutto ciò discostandosi nettamente dalla fonte originaria. Potremmo supporre che alla base vi sia una motivazione legata al gap generazionale: per molti quella di Pfeiffer è semplicemente la prima Catwoman, a cui Anne Hathaway finirà per essere comparata (pur vivendo in un universo cinematografico, quello di Christopher Nolan, a dir poco dissimile) e a cui Halle Berry non sarebbe, per colpe non sue, neppure degna di lustrare gli stivali di pelle. E poi vanno considerati i film di riferimento. Pochi Batman possono competere, sul piano del successo in termini di apprezzamento e in termini economici, con quelli di Burton e con la trilogia sul cavaliere oscuro: questo spiegherebbe perché Julie Newmar, la Catwoman della generazione precedente a Pfeiffer e protagonista della serie andata in onda dal '66 al '68, non arriva quasi mai a competere con la gatta incarnata da Michelle Pfeiffer nelle preferenze personali, così come quella di Eartha Kitt e e Lee Meriwether, appartenenti a un mondo cinematografico distante da quello del blockbuster-cinefumetto contemporaneo. Zoë Kravitz, nel Batman di Matt Reeves, è stata la più recente risposta all'urgente richiesta di una Catwoman da parte della generazione che rifiuta Berry e non si riconosce in Hathaway. La domanda, però, persiste: perché, fra tutte le opzioni a disposizione, proprio quella di Michelle Pfeiffer è ancora oggi la Catwoman definitiva?

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Da Selina a Catwoman: arco di una genesi terrificante

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Burton aveva identificato la strategia vincente del sequel. Se in un cinecomic c'è un villain, nel suo sequel possono e devono comparirne di più. Se in Batman del 1989 Jack Nicholson, nelle vesti di iconico Joker, era stato minaccia sufficiente e unica per il percorso dell'eroe compiuto dal Batman di Keaton, in Batman - Il ritorno Pinguino non basta: si materializza, invece, una triade ai cui vertici si trovano lui, Max Shreck e infine proprio Catwoman. Il pericoloso e falsamente affidabile (ma affabile) uomo di potere che rimane umano e poi, sotto di lui, le sue due vittime diventate mostri. Michelle Pfeiffer entra con tutto il corpo in una Catwoman schizofrenica: l'impacciata e umile Selina Kyle, segretaria di Shreck, lascia il posto alla sfacciata e aggressiva Catwoman e l'attrice è portata a scivolare da un registro all'altro, ma ci riesce con naturalezza prodigiosa. Questo porta a chiedersi quanto, e come, Selina/Catwoman sia definibile cattiva a tutto tondo. Lungo il dispiegarsi dell'arco narrativo del personaggio lo spettatore empatizza con Selina e prende le parti di Catwoman anche quando mette in serie difficoltà l'eroe principale, che è un uomo. Eppure, precisamente a causa di questo difetto di fabbricazione, Selina/Catwoman non aderisce alla figura dell'eroina. Ma allora cos'è?

Cosa dovrebbe fare un'antieroina?

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La Catwoman di Pfeiffer ha qualche caratteristica della villainess, ma la denominazione di antieroina le si addice di più. Ed è, in particolare, un'antieroina raffigurata in uno stile che è perfettamente integrato nella poetica burtoniana: Selina Kyle/Catwoman, certamente carica di femminilità in entrambe le versioni in cui si manifesta, non possiede mai la bellezza standard dell'eroina (malgrado il fascino indiscutibile della bellissima attrice che la porta in scena). La capacità di assumere potere deriva al personaggio dalla sua abilità nell'essere grottesco, esagerato, estremo e non, al contrario, nel tentativo di essere appagante per lo sguardo. La strategia attuata per rappresentarla non è stata guidata dal fine di soddisfare un piacere maschile, bensì quello di mettere in discussione cosa sia la femminilità decostruendone il significato alla base, sfidando l'ordine tradizionale delle cose e ribaltando le aspettative legate ai ruoli di genere. Un eroe, Batman, viene ammirato per le sue azioni; un antieroe (Deadpool) è ammirato nonostante le sue azioni malvage o ambigue. Ci si chiede quale evento terribile del suo passato ne abbia modificato il carattere e deviato le ambizioni, attivando il meccanismo d'identificazione che sorregge la sua attrattiva. Con l'antieroina, al contrario, ci si chiede come avrebbe dovuto comportarsi. Il trauma è sempre centrale nella sua storia, ma a seguito di questo non avviene soltanto un cambiamento epidermico. A seguito del danno subito l'antieroina si rivela, in uno svelamento più profondo, non più adatta a coprire a giocare una parte stabile nello schema dei ruoli di genere prescritto per lei; diventa dunque una creatura nel mezzo, senza luogo e senza dimensione, ma allo stesso tempo adatta a occupare qualsiasi spazio nella società.

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Devianza come qualità: il potere dell'antieroina

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Il suo comportamento deviante, conseguenza di un danno fisico o mentale (spesso ambedue), viene interpretato dalla stessa società come malattia o anormalità: a livello drammaturgico, un'antieroina come Catwoman è uno strumento potentissimo nelle mani dell'autore per esprimere le contraddizioni del mondo e per rappresentare il processo di emancipazione di una figura che, esiliata nel non-luogo dell'anomalia, rompe gli argini e plasma la realtà a suo modo. La traiettoria della Selina di Burton e Pfeiffer è, non a caso, perfettamente conforme a quella descritta da Maureen Murdock quando disegna l'ideale viaggio dell'eroina. Per "viaggio dell'eroina" s'intende quell'arco di trasfigurazione lungo cui il personaggio femminile acquisisce qualità in grado di emanciparlo da uno stadio iniziale che non ne afferma le potenzialità e la reprimeva su più livelli. Il viaggio dell'eroina è diverso da quello dell'eroe almeno quanto uomini e donne sono, nella società che ne imposta i ruoli fissi, diversi: il percorso verso la liberazione di un'antieroina segue fasi diverse dal percorso di un antieroe, e l'iter di Catwoman ne è la dimostrazione.

La morte dell'innocente Selina Kyle

Michelle Pfeiffer è una temibile e supersexy Catwoman
Michelle Pfeiffer è una temibile e supersexy Catwoman

Selina Kyle è l'Innocente per eccellenza, vale a dire quel personaggio ingenuo e fanciullesco, ma anche ordinario e conformista, che appare di contorno. La sua lateralità è sottolineata dal ruolo subordinato in cui ci viene presentata, quello di segretaria di un uomo di potere (lo Shrek magnate dell'industria, villain cardine di Batman - Il ritorno). Il ritorno al suo appartamento rosa, iperfemminile e costellato di peluches poggiati su ogni mobile, è un ritorno sicuro a una dimensione fanciullesca che è preservata intatta e che replica il suo spirito naïf intrappolato nel corpo di donna adulta. In questa fase l'eroina è convinta, in modo ancora ingenuo, di poter restare nel mondo Ordinario per qualche ragione: Selina crede che il duro lavoro conduca al merito e che ogni errore commesso abbia un peso e rivela a Shreck di aver sbirciato fra i suoi documenti privati credendo che nulla di crudele possa accaderle. L'eroina si rende conto che non può continuare a vivere nell'illusione del Mondo Ordinario, ma lo scopre troppo tardi e pagando molto caro lo scotto della sua ingenuità. In questa seconda fase l'eroina subisce un tradimento, una grande ingiustizia, spesso in relazione al genere e/o alla classe sociale. I due fattori qui s'intersecano: Selina è una segretaria, lavoro in cui s'intrecciano pregiudizi di genere e di classe in egual misura. Una segretaria è una donna subordinata all'uomo, ma anche una donna che non significa nulla nella gerarchia piramidale del potere economico, in cui figure come Shreck occupano il vertice. Shreck, di conseguenza, è un uomo che uccide una donna e al contempo il potente che calpesta il sottoposto. I punti di riferimento della vita dell'eroina crollano insieme a lei: cadendo, Selina muore per lasciare spazio a una nuova Selina, in una morte e rinascita spirituale che è simbolica ma anche raffigurata sul piano letterale. Selina viene uccisa davvero ma, davvero, rinasce.

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La nascita della dea della morte: Catwoman

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La fase che segue, quella del risveglio, è determinata dal tracciamento dei confini e dei propri strumenti. L'eroina, la non-più-Selina, torna a casa annichilita, ma poco dopo comincia a ridisegnare il suo appartamento: lo spray nero sulle pareti rosa, i peluches distrutti e, infine, il costume in latex nero che viene da lei cucito e prende vita pian piano vita come fosse una seconda pelle pronta per essere indossata. È a questo punto che diventa una nuova versione di sé: attraversa il confine fra due mondi, quello Ordinario che l'ha tradita e il Mondo Segreto, che è un cosmo invisibile e tutto da esplorare. Selina perde la sua pelle e il rinnovamento si concretizza definitivamente in Catwoman, che comincia a cercare un nuovo scopo. La vediamo battersi contro uomini che feriscono donne o che limitano la sua stessa libera espressione, ma anche divertirsi nella vana devastazione di una gioielleria (dopotutto, solo distruggendo è possibile creare da capo). Proprio per questa ragione Selina/Catwoman si distacca completamente dal Mondo Ordinario, ora, e dal conformismo che la voleva ingabbiata in un ruolo limitante. La distruzione letterale di spazi e regole è un atto in funzione del rimodellamento della realtà secondo un suo ordine e della ricerca di un potere personale. L'eroina trova alleati (Pinguino) e nemici (Batman), ma soprattutto scopre che la sua migliore alleata è se stessa. Rifiutando le rigide ripartizioni della società patriarcale - contro cui si ribella identificando Batman come "l'arci-uomo", emblema di tutti gli uomini che l'hanno demolita - si prepara a raggiungere la sua forma massima. Nel caso di Catwoman questa fase, denominata da Murdock "fase della Dea/Morte", viene presa alla lettera: Catwoman, rinata dopo la morte e forse immortale (Max le spara, ma stavolta non le fa nulla), è davvero una divinità che semina disordine e morte.

Catwoman contro tutti gli uomini

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Nella sua breve fase romantica con Bruce Wayne, contrapposta all'odio per il giustiziere della notte Batman, Selina risolve anche la riconnessione con il femminile prevista dal viaggio dell'eroina, passando attraverso la natura puramente erotica del suo rapporto con Bruce. Dopo essere stata tradita una seconda volta da un secondo uomo (Pinguino) e con un secondo volo, Catwoman impara a muoversi con destrezza fra i due mondi Segreto e Ordinario, imparando che il potere che ha acquisito rimane circostanziato al primo. Selina, quando è una donna e non la "regina degli inferi", è ancora Selina. Con l'aggravante che Selina è ufficialmente deceduta. Impara così che il Mondo Segreto non è l'unico mondo possibile e che questo deve, anzi, diventare risorsa per vivere anche nel Mondo Ordinario per avere senso: è una fase perfettamente rappresentata nel momento in cui Bruce e Selina, nella scena del ballo, si schiudono l'una all'altro nei propri alter ego, senza timore. Quando Selina impara ad accogliere tutte le proprie ferite, accettandosi totalmente nelle sue nuove vesti e incorporando nella sua identità il suo trauma e il suo passato, riesce a sconfiggere Shrek. Assumendo la totale e incondizionata libertà, sbarazzandosi dei tre uomini che l'hanno mortificata, Selina apprende che può essere Catwoman quando vuole e che può rinascere in continuazione.

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Perché abbiamo bisogno di un personaggio come Catwoman

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Forse è tutto qui. Se Michelle Pfeiffer è ancora la migliore Catwoman mai apparsa su uno schermo è perché cessa, con Burton, di essere una costola e assume i connotati di un personaggio rotondo, con un background, un'origine e un punto d'arrivo (mai compiuto, ancora oggi aperto) che si differenzia dal materiale d'origine per essere coerente con il significato della trasfigurazione corporale che avvierà. La costruzione del personaggio di Catwoman, da parte di Selina stessa ma anche sul piano narrativo, non sembra condurre verso un traguardo ben stabilito: l'aggressione ai danni della stessa donna che ha salvato da un uomo violento dimostra che non è una giustiziera sociale, e il suo perpetuo temporeggiare prima di arrivare al suo aguzzino dimostra che quella di Batman Returns non è la storia di vendetta di Selina Kyle. Selina deve prima abbracciare una sé sopita e capace di grandi cose, oltre ogni categorizzazione, per meritarsi di uccidere il suo carnefice. C'è dell'altro: c'è la presa di coscienza di un mondo in cui i rapporti fra gli uomini e le donne sono incrinati, ma c'è prima di tutto la necessità di diventare adulte in un sistema sociale (costantemente sottolineato nel film) in cui i subalterni come Selina, e come anche Pinguino, devono essere relegati al proprio stadio infantile per assicurarsene il controllo. Personaggi come la Catwoman di Michelle Pfeiffer, invece, esistono per soddisfare la fantasia di emancipazione di cui abbiamo bisogno come spettatori, come spettatrici e come donne.