Recensione Agente Smart - Casino Totale (2008)

Una commedia solida, che si avvale intelligentemente in modo funzionale dell'alto budget che aveva a disposizione, e che risulta divertente e godibile per un pubblico di ogni ordine e tipo.

Mi chiamo Smart

Questo Agente Smart - Casino totale ha un innegabile pregio. Unisce, anche se indirettamente, il genio assoluto di Mel Brooks con la verve comica di Steve Carell, attore nonché sceneggiatore spesso sottovalutato, ma uno dei pochi a saper gestire i tempi comici della commedia popolare americana quasi mai incappando in banalità o in momenti morti.
Ci si aggiunga una splendida Anne Hathaway (di recente balzata agli onori delle cronache per le disavventure giudiziarie del suo compagno italiano), già avvezza al genere per l'ottima performance ne Il diavolo veste Prada, e l'onesta regia di Peter Seagal, che si ricorda prevalentemente per il discreto Terapia d'urto, e si otterrà un ottimo e divertente prodotto, che non cede mai a facili morali ma che soprattutto riesce a tenere costantemente alta la vis comica su cui si fonda.

Dicevamo di Mel Brooks perchè, probabilmente non tutti lo sapranno, il film è tratto da una famosa serie americana andata in onda negli anni '70 negli Stati Uniti da un'idea proprio dell'eclettico regista newyorkese. E dal mondo delle serie televisive arriva pure il talento di Steve Carell, che, prima di arrivare sul grande schermo, ha girovagato per anni, con alterne fortune, qua e là per il tubo catodico.
Agente Smart, pur godibilissimo anche senza avere un background specifico, è così disseminato di riferimenti alle serie televisive (e alle due pellicole precedentemente ispiratevisi, anche se con scarso successo), a partire dalla celebre scarpa-telefono che il protagonista brandisce sulla locandina.

Il leit-motiv è una feroce presa in giro della mitologia che ruota attorno al mondo delle spy-stories, a partire, ovviamente, dalla saga di James Bond, con citazioni sparse ovunque, tra cui la riconoscibilissima sequenza di The Entrapment.

La trama è banale, e viene usata solamente come pretesto per le gag che si susseguono senza sosta.
Smart è un analista che sogna di diventare agente operativo, e che per questo viene deriso dai colleghi più smaliziati. Ma quando l'agenzia perde in un attacco il proprio database e tutti quelli che operano sul campo perdono la propria copertura, Smart dovrà assumersi l'onere di salvare baracca e burattini insieme ad una sua avvenente collega.
Ce n'è per tutti nelle quasi due ore di Agente Smart, finanche per la premiata ditta Bush/Cheney, presi in giro con intelligenza e senza volgarità inutili.
Siamo dunque di fronte a una commedia solida, che si avvale intelligentemente in modo funzionale dell'alto budget che aveva a disposizione, e che risulta divertente e godibile per un pubblico di ogni ordine e tipo.