Recensione I Heart Huckabees - le strane coincidenze della vita (2004)

Ispirandosi apertamente ai lavori del fresco premio Oscar Charlie Kaufman, David O. Russell ha firmato una commedia da prendere sul serio.

Metafisica da ridere

La storia del modo in cui l'uomo si è relazionato alla realtà è la storia dell'uomo: i documenti di ogni genere, dalla stele di Rosetta al tema di quinta elementare, gli studi scientifici, le forme di espressione artistica: tutto ciò che studiamo ed esploriamo siamo noi, come natura e nel nostro rapporto con la natura. E' il nostro modo di esperire ed elaborare l'universo in cui siamo capitati. Un'esperienza multiforme, vasta e complessa che dura da milioni di anni; un'indagine fatta di molte domande e pochissime risposte. Il grande intellettuale tedesco Gotthold Ephraim Lessing scrisse, verso la metà del diciottesimo secolo: "Se il Signore avesse la Verità nella Sua mano destra, e l'eterna ricerca della Verità nella sinistra, e mi dicesse 'scegli!', io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra dicendo: 'Questa, Padre! La verità pura è tua soltanto!'" Le soluzioni al mistero dell'universo sono tutte fragili, parziali, risibili, ma è il contrasto tra di esse la chiave per una serena e propositiva Weltanschaung. Questo è lo spirito di I Heart Huckabees - le strane coincidenze della vita, soprendente commedia di David O. Russell, la storia di un'illuminazione... all'inverso.

Albert Markovski (Jason Schwartzman) è un giovane che ha nell'impegno ambientalista la sua ragione di vita, ma si trova tormentato da terrificanti dubbi sulla futilità dell'esistenza. Una sera si reca in un ristorante elegante e si accorge di non indossare la giacca che normalmente non manca mai di portare; quando il personale del locale gli passa una di quelle a disposizione del pubblico, Albert pesca nella tasca il biglietto da visita di Vivian Jaffe, detective esistenziale. Un'altra strana coincidenza che si va ad aggiungere a quelle che si stanno susseguendo nella vita del nostro eroe, che, tra le altre cose, s'imbatte di continuo in un un gigantesco ragazzo africano. Albert finisce per decidersi a consultare la signora Jaffe (Lily Tomlin, la quale accetta il caso e gli presenta il suo partner di lavoro nonché consorte (Dustin Hoffman), Bernard; questi si affretta a rivelare al giovane cliente l'essenza della filosofia esistenziale della coppia, con il supporto di un lenzuolo: tutte le cose appaiono diverse, ma sono la stessa cosa; la realtà che appare caotica e frammentaria è in realtà un'unica, infinita tela. Nessuno è solo e abbandonato nel cosmo, ma tutto è connesso e tutto ha un senso. Questa luminosa teoria ha il suo contraltare in quella professata dalla nichilista Catherine Vauban (Isabelle Huppert), che sembra voler insidiare i clienti dei Jaffe, e anzi riesce ad attrarre nella sua orbita sia Albert che Tommy (Mark Wahlberg) - il suo "altro", un pompiere ossessionato dalle politiche pertrolifere. Nel frattempo i Jaffe, indagando sulla vita di Albert, hanno scoperto la sua nemesi, l'affascinante Brad e la sua fidanzata Dawn (i bellissimi e bravissimi Jude Law e Naomi Watts), rispettivamente dirigente e donna immagine di Huckabee's, una catena di supermercati che minaccia un'area verde protetta da Albert e dalla sua associazione...
Questo guazzabuglio si trasforma in una pellicola divertente e interessante grazie ad una sceneggiatura ricca di livelli di lettura, di dialoghi intelligenti e di battute fulminanti, grazie ad un calibrato e coraggioso uso di temi difficili e "tabù", e grazie naturalmente anche a una regia creativa e imprevedibile e alla brillantezza dell'invidiabile cast. Ispirandosi apertamente ai lavori del fresco premio Oscar Charlie Kaufman, Russell ha firmato una commedia da prendere sul serio.

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3.0/5