L'attesa volge al termine: sotto Natale negli Stati Uniti e all'inizio del 2022 in Italia arriverà nelle sale Matrix Resurrections, quarto episodio cinematografico del franchise che ha debuttato nel 1999. Torna dietro la macchina da presa la co-creatrice e regista Lana Wachowski (la sorella Lilly ha preferito astenersi per motivi personali), mentre davanti ci sono nuovamente Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss più alcuni altri volti storici della saga. Il nesso con i capitoli precedenti è ancora un po' vago (le dichiarazioni rilasciate dalla Warner insieme al primo trailer parlano solo del capostipite, lasciando intendere che i due sequel forse non saranno considerati sul piano narrativo), ma il mondo che conosciamo da più di due decenni si appresta a invadere nuovamente i cinema con il solito tocco visionario, che già si intravede nelle prime immagini. Ne parliamo nella nostra consueta analisi del trailer di Matrix 4.
Chi non muore si rivede
Matrix Revolutions, uscito nell'autunno del 2003, si concludeva con la morte di Neo e una tregua provvisoria tra gli umani e le macchine. Qui però ritroviamo il protagonista, che per ragioni pratiche assomiglia più a John Wick che all'icona del franchise (dato che Keanu Reeves stava anche girando il quarto episodio delle avventure del killer redento), ed è nuovamente nel mondo reale, alle prese con bizzarri sogni che racconta al proprio analista (Jonathan Groff o Neil Patrick Harris a seconda della scena). In Matrix 4 torna in scena anche Trinity, defunta ai tempi, e tra i due c'è subito un'intesa, con Neo che chiede esplicitamente "Ci siamo già visti da qualche parte?". Un attacco intrigante per questo trailer, che si apre con il mistero di come due dei volti storici del franchise siano ancora vivi. E da lì le cose iniziano a farsi ancora più bizzarre.
Essere Lewis Carroll
Già ai tempi del primo Matrix era esplicito il rimando all'opera di Lewis Carroll, ideatore di Alice e delle sue peripezie nel paese delle meraviglie. Il trailer sottolinea la cosa prima con un dettaglio della copertina del libro, e poi - soprattutto - con l'accompagnamento musicale principale, il brano White Rabbit dei Jefferson Airplane, il cui testo si rifà direttamente agli scritti di Carroll. E c'è anche Neo che, presumibilmente per tornare nel mondo virtuale, attraversa letteralmente uno specchio, mentre sullo sfondo si vedono immagini del primo film proiettate su uno schermo. Siamo quindi in un universo dove il capostipite della saga esiste come opera di finzione? Uno spunto potenzialmente interessante per avvicinarsi nuovamente a questo mondo dopo anni di assenza, e che spiegherebbe anche la parziale deviazione estetica dallo schema cromatico caratteristico del franchise, dato che non c'è sempre la patina verde o grigia (a seconda di dove ci troviamo) che era il marchio di fabbrica dei film precedenti.
Un nuovo Morpheus
Nel mondo reale, si suppone per ragioni mediche, Neo continua a consumare delle pillole azzurre, rimando evidente al bivio propostogli nel film del 1999. E subito dopo, infatti, arriva Morpheus con la pillola rossa e frasi criptiche sul fatto che il protagonista non abbia mai veramente smesso di lottare. Ma non è più Laurence Fishburne a prestare il corpo al mentore di Neo, bensì il più giovane Yahya Abdul-Mateen II, già in casa Warner tramite alcune produzioni basate sui fumetti della DC Comics. Una situazione nuova ma al contempo familiare, come si evince anche da successivi spezzoni in cui i due, come ai vecchi tempi, si sfidano a suon di arti marziali, mentre altrove torna a farsi viva la minaccia degli Agenti (ma senza il perfido Smith, dato che Hugo Weaving non era disponibile a causa di altri impegni).
Matrix 4: abbiamo davvero bisogno di un nuovo sequel?
Immagini riconoscibili
Il franchise di Matrix comporta un'iconografia che è entrata a far parte dell'immaginario collettivo, a partire dal celebre bullet time, e il trailer non esita a riproporre immagini come quelle di Trinity in motocicletta, Morpheus armato o Neo che schiva i proiettili. Eppure, non è tutto come prima, poiché in questa sede il protagonista le pallottole non le evita, le afferra proprio con la mano. La promessa è sempre quella di un ritorno alle origini, veicolato però attraverso l'evoluzione della cultura popolare negli anni che separano questo episodio dalla conclusione della prima trilogia. Un fattore evocato anche dalla battuta finale dell'analista, che assume connotazioni autoreferenziali: "Bisogna tornare dove tutto è iniziato: Matrix." Mancano ancora all'appello alcuni personaggi il cui ritorno è stato confermato (come il Merovingio), ma già adesso ci sono tutti gli elementi per farsi un'idea su come sarà, tra qualche mese, l'esperienza di entrare ancora una volta nella tana del Bianconiglio. Appuntamento a dicembre/gennaio.