Dopo l'anteprima alla 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dove il film ha aperto questa edizione e Penélope Cruz è stata premiata con la Coppa Volpi alla migliore interpretazione femminile, Madres paralelas arriva nelle sale italiane il 28 ottobre. Il regista Pedro Almodóvar ritrova la sua attrice preferita e le affianca un giovane talento: Milena Smit.
Penélope Cruz e Milena Smit sono Janis e Ana, fotografa affermata la prima e ragazza che deve ancora capire la sua strada la seconda. Si incontrano in un ospedale di Madrid, dove entrambe stanno per partorire. La vicinanza in corsia fa nascere tra loro un'amicizia e si ritroveranno, mesi dopo, per caso in un bar, scoprendo di avere in comune molto più di quanto non credano.
Oltre alla maternità Pedro Almodóvar affronta anche una ferita ancora aperta per la società spagnola: la sparizione di centinaia di migliaia di persone durante la guerra civile, sepolte senza nome in fosse comuni che, ancora oggi, vengono riaperte cercando di identificare i corpi. Abbiamo parlato di Madres Parallelas proprio con il regista, in collegamento su Zoom dagli uffici della sua casa di produzione El Deseo.
Madres Paralelas: Penélope Cruz premiata a Venezia 78
Come ha reagito quando Penélope Cruz ha vinto la Coppa Volpi a Venezia?
Naturalmente grandissima gioia, anche perché questa è stata davvero una buona edizione del festival: c'erano tantissime attrici molto brave. Hanno premiato il nostro lavoro: lei come attrice e me come regista. Abbiamo lavorato per molti mesi. Questo è un personaggio a cui Penélope non si sente molto vicina: questa è una donna che è sempre in contraddizione con quanto dice. Dice una cosa ma magari intanto ne nasconde un'altra e questo provoca un senso di colpa. E anche una certa vergogna. Abbiamo provato insieme tutta la sceneggiatura due o tre volte.
Madres Paralelas, la recensione: nel grembo del passato
Madres Paralelas e le donne al cinema
Lei è stato uno dei primi grandi autori a puntare sulle storie di donne: crede che la maggiore attenzione ai personaggi femminili del cinema attuale sia una moda passeggera?
È la direzione giusta e credo che con il tempo aumenterà. Più che registi uomini che parlano di donne, l'aspetto interessante di adesso è vedere l'opportunità che si offre a molte registe di raccontare le loro storie. Senza spingerci troppo lontano: il festival di Venezia ha premiato un film diretto da una donna, così come il Festival di Cannes. Credo che noi registi maschi possiamo scrivere e dirigere ruoli femminili, però c'è qualcosa che va al di là, cose che soltanto le donne possono dire. Per esempio: in questo film parlo di madri diverse, contemporanee, alcune madri molto imperfette. Credo però che nella maternità ci sia un mistero che noi uomini mai riusciremo a sviscerare. Per quanto possiamo sforzarci di capire, c'è una testimonianza che può venire soltanto dalle donne. A me hanno interessato sempre di più i personaggi femminili, non so dire perché. È così. E ho avuto la fortuna di aver avuto a disposizione le migliori attrici spagnole per raccontarli.
Abbiamo parlato del premio a Penélope Cruz, ma Milena Smit è la rivelazione del film.
Milena è stata scelta perché al provino era di gran lunga la migliore. Rappresenta una ragazza confusa, che ha nulla a che vedere con il passato. È nata in questo secolo, con la democrazia. Come Penélope però deve sapere da dove arriva, vuole conoscere la sua posizione. I giovani oggi hanno una vita diversa rispetto alla nostra: le nuove generazioni si stanno ponendo la questione di genere in modo molto serio. Molti non si identificano in nessun genere, per esempio. E ancora, i giovani rispetto alla sessualità hanno un accostamento errato, accostandolo alla pornografia. Ed è la peggior assimilazione possibile.
Madres Paralelas e le madri di Almódovar
Cosa hanno di diverso queste madri dalle altre viste nei suoi film?
Come scrittore parlare di una donna che non ha l'istinto materno è un punto di vista molto interessante e drammatico. Sia per la madre che per la figlia. È un personaggio che è esattamente l'opposto di una madre modello. Una persona così egoista da far tutto il possibile perché il marito prenda lui la figlia perché lei si possa dedicare a fare ciò che desidera, cioè l'attrice. Non la giudico, non dico che è una madre cattiva: è un modello di madre. Ci sono donne, e io le conosco, ci sono delle attrici a cui un po' mi sono ispirato, in cui la loro vocazione artistica è molto più forte rispetto a quella di madri. Con il tempo si rendono conto che devono pagare un prezzo molto alto per avere il tempo di dedicarsi a qualcosa che non sia la cura di se stesse. Ed è molto doloroso, soprattutto quando il padre non le aiuta. Mi sembravano dei personaggi molto interessanti: ho cercato di raccontare quanto sia sempre stato molto complesso per una donna mettere insieme il lavoro e la cura di un figlio, soprattutto se lo fa da sola.
La madre di Ana dice che il suo lavoro è piacere a tutti: dobbiamo diffidare di chi vuole piacere a tutti ad ogni costo?
Senza giudicarla, quando qualcuno mi dice "devo piacere a tutti", o un'attrice mi dice che deve piacere a ogni tipo di pubblico e per questo è apolitica mi crea una certa diffidenza. E allo tesso tempo mi rende tutto molto chiaro: chi risponde così non è apolitico, ma è di destra, conservatori. Queste frasi le dicono soltanto le persone di destra. Chi fa cinema è come ogni cittadino, non è che ci dobbiamo annullare: ognuno ha il diritto di pensare, avere le sue idee politiche, a esprimerle ed agire di conseguenza.
Madres Paralelas di Oscar e società spagnola
Le dispiace che il suo film non sia il candidato della Spagna agli Oscar?
In Spagna a decidere il film candidato sono i membri dell'Accademia del cinema spagnolo. E loro hanno deciso di mandare un altro film. Quindi che posso dire? Certo, mi sarebbe piaciuto se avessero scelto me.
È una strana coincidenza, ma proprio in questi giorni El País ha scritto che sono stati rinvenuti più di cento corpi in una fossa comune. Come nel suo film.
Quello delle fosse è l'unico grande tema ancora in sospeso e da risolvere della Guerra Civile: finché non verrà affrontato credo che la società spagnola non potrà considerare chiuso quell'orribile capitolo. Non ci sono stime ufficiali, ma si dice che ci siano 114mila persone scomparse sepolte in fosse. È un numero enorme ed è una grande vergogna. Siamo il secondo paese, dopo la Somalia, con il maggior numero di desaparecidos. Credo che la società spagnola sappia di avere un debito contratto con queste persone: con le vittime e con le loro famiglie. Questo debito deve essere pagato quanto prima, anche perché ora è la generazione dei nipoti che chiede l'apertura di queste fosse. Fino a oggi la destra spagnola si è opposta strenuamente a questo. Spero che questo cambierà con una recente legge approvata a luglio dal governo socialista, in cui si è stabilito che l'apertura delle fosse è una questione che interessa lo Stato.
Pedro Almodóvar su stile, caso e memoria
Il suo stile come influenza le storie che scrive?
I miei film oggi sono molto più sobri, meno barocchi, più contenuti. E con un numero sempre minore di personaggi, ma andando più a fondo nell'animo di questi protagonisti. È ciò che occomuna Julieta, Dolor y Gloria e Madres Paralelas. Io sono di sinistra e molto preoccupato per il mio paese. Non sono sicuro di come riuscirò a inserire la società spagnola nei miei prossimi film. Ho diversi temi che vorrei affrontare. I film sono sempre politici. Ogni gesto artistico è politico. Anche i miei film anni '80, più pop, sono molto politici. Ho due o tre sceneggiature in fase di sviluppo, dove parlerò di attualità ma non di storia spagnola.
In Madres Paralelas il caso è uno dei protagonisti. Quanto conta per lei?
Uso molto il caso come motore drammatico delle mie storie. Qui il caso si pone sin dall'inizio, fin dalla sessione fotografica. Poi in ospedale: qui si trovano due donne che stanno per partorire. Io racconto la traiettoria di queste due donne che, di fatto, sono destinate a ritrovarsi. Tra loro due si crea da subito un rapporto, un'amicizia silenziosa. Come scrittore volevo che si ritrovassero in modo fortuito, nel bar dove lavora Ana. Ci sono teorie che dicono che la creazione del mondo si deve al caso. Credo che il caso abbia un ruolo fondamentale nella vita delle persone. Quando esci di casa a seconda che tu vada a destra o a sinistra il tuo destino cambia radicalmente. Da cineasta lo uso come motore, che innesca questo dinamismo nelle storie.
In Madres Paralelas si parla di memoria, di passato, di ricordi. Ma il futuro è sempre presente. Che ne pensa?
La verità è che volevo raccontare storie, fin da piccolo. Mi sono comprato una Super8 e ho iniziato a fare cinema. Quello era un formato perfetto per fare i film. Se penso al futuro non conosco bene i bambini tanto da immaginarmi il loro domani. Però ho due sceneggiature ambientate nel futuro, una tragi-commedia distopica e una che ha come il tema il cambiamento climatico.