Luca Marinelli ha fatto un lavoro straordinario per portare su schermo Benito Amilcare Andrea Mussolini. Non ha soltanto studiato l'accento, preso peso, fatto radere i capelli e messo le lenti a contatto scure. È entrato nella mente del Duce, trovando i suoi gesti, tic e movimenti involontari. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: M. Il figlio del secolo brilla per regia, scrittura, scenografie e costumi, ma l'interpretazione dell'attore giganteggia su tutto.
Su Sky e NOW, dopo l'anteprima a Venezia 2024, la serie tratta dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati parla al presente: è un monito sulla popolarità che diventa populismo, sull'arte di sapersi vendere, sul tradimento come stile di vita. Tutte caratteristiche che la maggior parte dei leader politici (e delle persone celebri) spesso possiede.
Joe Wright lo sa bene: non a caso ha inserito nella serie anche il celebre slogan di Donald Trump, trasformato per l'occasione in "Make Italy Great Again". Come diceva il cantautore Giorgio Gaber, che non temeva Berlusconi in sé, ma il Berlusconi dentro di sé, anche il regista e gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino hanno voluto metterci in guardia: c'è un Mussolini dentro ognuno di noi e dobbiamo averne paura.
M. Il figlio del secolo: intervista a Luca Marinelli e Joe Wright
In M. Il figlio del secolo Mussolini è ritratto come una persona in grado di catalizzare l'attenzione e piacere alla gente. Aveva ragione Gaber? Dobbiamo temere il tiranno che è dentro di noi?
Joe Wright: "È esattamente ciò che abbiamo cercato di fare: non demonizzarlo, non renderlo qualcosa lontana da noi. Volevamo invece cogliere quella parte di noi che è come Mussolini. È una bestia che esiste dentro ognuno di noi. Quindi in un certo senso è un racconto ammonitore. Un racconto ammonitore metaforico. Su quella parte di noi stessi che dobbiamo evitare che controlli le nostre vite, la nostra famiglia e i nostri affari".
Il fascino oscuro di Mussolini
Nel ritrarre Mussolini, Wright, gli autori e Marinelli hanno quindi portato alla luce anche il suo carisma, quel fascino oscuro che sembra aver fatto breccia in molti: dall'intellettuale Margherita Sarfatti, amante e mentore, al re Vittorio Emanuele III di Savoia. Non c'è quindi pericolo che la serie possa renderlo troppo affascinante e simpatico?
Luca Marinelli: "No, non credo. Le persone che faranno l'esperienza della serie e si interesseranno alla storia, verranno stimolate nel conoscere quello che è stato e non credo che lo troveranno simpatico. Credo anzi nell'intelligenza e nella sensibilità del pubblico. Quindi mi sento di dire di no".
Per il regista: "È interessante: prima delle ultime elezioni americane hanno fatto un test per scoprire perché le persone abbiano votato per Trump. E il motivo principale per cui l'hanno votato è perché pensavano che fosse divertente. Lo trovo straordinario: votare qualcuno perché ti fa ridere e dargli il controllo del mondo. Il suo umorismo era importante. Lo ha usato. E in effetti se vediamo molti dei politici di oggi in Italia dicono qualcosa di serio e poi finiscono con una battuta. È un'abilità e una tattica. Penso fosse importante inserirlo nella serie. La mia più grande paura è che le persone smettano di guardare la serie alla fine del quarto episodio. Quando è trionfante: ha fatto la marcia su Roma ed esulta alla sua scrivania. È la mia paura. Ma sono fiducioso del fatto che abbiamo realizzato qualcosa di abbastanza coinvolgente da spingere le persone a continuare la serie e vedere dove porta questo racconto ammonitore".
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Luca Marinelli e il trucco di Mussolini
Come dicevamo, il lavoro fatto sull'aspetto di Luca Marinelli è notevole: il trucco di Mussolini è stato il tocco finale. Tutto fatto talmente bene, che nemmeno la madre dell'attore l'ha riconosciuto quando è andata a trovarlo sul set. Wright stesso ci ha detto: "È stato incredibile, straordinario!". Marinelli lo ricorda con meno entusiasmo: "Eravamo a Napoli. E l'aspetto non ha aiutato a farmi riconoscere. È stata una cosa abbastanza forte: il fatto di essere allontanati così tanto da se stessi e avvicinati così tanto a questo criminale. Per fortuna adesso mi riconosce di nuovo".
Il mondo va sempre più verso l'estrema destra?
Diversi sondaggi fatti nel mondo negli ultimi mesi mostrano che, in tutto il mondo, i giovani, nonostante abbiano internet e quindi accesso a ogni tipo di informazione e documento storico, stanno andando sempre più verso l'estrema destra. Specialmente i ventenni maschi. Come mai sta succedendo questo?
Per Joe Wright: "La mia opinione non vale molto, perché non sono un sociologo. In ogni caso mi sento di dire che il mondo è molto confuso per tutti noi e specialmente per i giovani. Ci sono talmente tante informazioni che è difficile capire quale sia la verità. E l'estrema destra ha sempre dato alle persone risposte semplicistiche. Non è colpa vostra, ma degli immigrati. Non è colpa vostra, ma degli ebrei. È sempre colpa di altri che vengono demonizzati, così noi siamo assolti. È un'idea molto semplice e una soluzione molto semplice. E le persone vogliono idee e soluzioni semplici, perché la verità è che non ci sono soluzioni semplici. La vita è piena di sfumature, difficile e complicata. Non ci sono certezze. Ed è per questo che sempre più persone, non solo i giovani, vanno verso queste soluzioni semplici e brutali di estrema destra".