Vita, crimini, passioni e bugie di Santo Russo, mente e braccio di una temuta gang nella "Milano da bere" degli anni '80 e '90: Lo spietato, film scritto e diretto da Renato De Maria, è l'adattamento cinematografico del romanzo Manager Calibro 9,di Pietro Colaprico e Luca Fazzo. Nel ruolo del protagonista Riccardo Scamarcio, ormai specializzato, dopo Loro 1 e 2 di Paolo Sorrentino e Il testimone invisibile, in personaggi dallo sguardo indecifrabile e un po' luciferino.
Proprio come quello che dà in camera alla fine del film Netflix: un'occhiata che racconta un mondo. "Credo che Riccardo lì abbia fatto una delle cose più belle di tutto il film" ci ha detto il regista Renato De Maria, che abbiamo incontrato a Roma, insieme a Riccardo Scamarcio, proseguendo: "Spesso gli attori li giudichi da come portano le battute e interpretano fisicamente lo spazio: per quella scena gli avevo chiesto di dare una graffiata, guardando indietro mentre se ne andava, come a salutare lo spettatore. Non sapevo se l'avrei montato, ma quando l'ha fatto sapevo che aveva graffiato lo schermo: è una scena bellissima, che racconta molto del personaggio. Lo abbiamo visto per un'ora e cinquanta ma con quell'occhiata finale dà un'altra zampata."
Un triangolo amoroso su Netflix
Film originale Netflix, su cui sarà disponibile sul catalogo Netflix da Aprile, (dopo un breve passaggio in alcune sale selezionate l'otto, nove e dieci aprile), Lo spietato racconta anche un triangolo amoroso: quello tra Santo, sua moglie Mariangela (Sara Serraiocco), e la sua amante, Annabelle (Marie-Ange Casta). Entrambe le donne, pur essendo molto diverse, sono convinte di conoscere realmente l'uomo che amano. Ma forse nessuna delle due è vicina alla verità. L'amore basta per conoscere davvero una persona, o c'è sempre qualcosa che non sapremo mai di chi amiamo? "Uno dei brani scelti per la colonna sonora, che è in un momento centrale del film e lo chiude, è Malamore di Enzo Carella" ci ha risposto Scamarcio, spiegando meglio: "Un testo criptico: dì che bene mi amerai di malamore. Una frase che sembra non voglia dire nulla, ma che invece, da qualche parte, risuona bene in questa inafferrabile ambiguità del sentimento che disciplina tutti i nostri rapporti. L'amore in quanto tale è Eros, il dio dell'amore, ma l'amore è mistero, per cui la certezza rovina il sentimento: se uno pensa di conoscere completamente un'altra persona finisce l'amore."