Dal 9 giugno, per iniziativa della Cineteca di Bologna che periodicamente riporta in sala film classici e importanti in versione restaurata, il pubblico italiano ha modo di (ri)vedere sul grande schermo Lo chiamavano Trinità, uno dei titoli di culto del sodalizio recitativo fra Bud Spencer e Terence Hill, al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti. Un'occasione ghiotta per tornare a parlare del duo e di uno dei loro più grandi successi, tramite alcune curiosità sulla realizzazione del film che ha consacrato Spencer e Hill come icone del cinema western e action all'italiana.
1. Non la prima scelta
Oggi è impossibile immaginare Lo chiamavano Trinità senza i suoi due mitici interpreti principali, eppure cinque decenni fa era accaduto, e a immaginare la cosa fu proprio il regista Enzo Barboni. Per l'esattezza, in un primo momento Bambino doveva avere le fattezze di George Eastman, e Trinità quelle di Peter Martell (il quale, ironia della sorte, era già stato sostituito da Terence Hill sul set di Dio perdona... Io no!). Un'altra versione sostiene che Trinità doveva essere Franco Nero, e quando questi rifiutò Barboni dovette ripiegare su Hill per questioni di somiglianza fisica.
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2. Un altro notevole duo
Il film è memorabile anche per aver introdotto un sodalizio importante quanto quello fra i due attori principali: quello tra i loro più noti doppiatori italiani. Questo è infatti il primo lungometraggio ad abbinare Glauco Onorato per la voce di Bud Spencer e Pino Locchi per quella di Hill. La loro collaborazione durò quasi quanto quella fra i due divi: Locchi smise di doppiare Hill dopo Nati con la camicia, mentre Onorato continuò a prestare la voce a Spencer nei due film successivi interpretati dal duo, che misero fine all'era classica del filone (i due amici si ritrovarono ancora per un film negli anni Novanta, entrambi con nuovi doppiatori per la versione italiana).
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3. Girare a digiuno
Tra le sequenze entrate nella Storia c'è quella iniziale, dove Trinità mangia un'intera padella di fagioli senza lamentarsi. Un'impresa che Hill riuscì a compiere per davvero sul set, dopo aver digiunato per circa 36 ore (altre versioni dell'aneddoto dicono che fossero 48). Ancora oggi è uno dei momenti indelebili della sua carriera, al punto che nel 2017, quando è stato realizzato un videogioco che trae ispirazione dalla filmografia di Spencer e Hill, gli è stato dato il titolo Slaps and Beans, ossia "schiaffi e fagioli".
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4. Il fischio
Anche se il film nasce come rilettura comica degli stilemi dello spaghetti western (con le scazzottate al posto delle sparatorie per ridurre il livello di violenza), non mancano gli elementi filologici che omaggiano il genere in maniera non per forza ironica. Tra questi il commento musicale, ripreso anche da Tarantino per il finale di Django Unchained, dove la parte fischiata è di Alessandro Alessandroni, celebre nel mondo del cinema soprattutto per le sue "fischiatine" nei titoli di testa dei film di Sergio Leone, su richiesta dell'amico Ennio Morricone.
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5. I titoli tedeschi
Se negli Stati Uniti il film ottenne un successo tale da portare i distributori a inserire a casaccio il nome di Trinità nei titoli di altri lungometraggi interpretati da Spencer e Hill, è ancora più surreale il caso della Germania, dove i due episodi delle avventure di Trinità e Bambino hanno degli appellativi a dir poco curiosi, basati sulla componente delle scazzottate: il capostipite si chiama Die rechte und die linke hand des Teufels (La mano destra e la mano sinistra del diavolo), mentre Continuavano a chiamarlo Trinità è diventato Vier Fäuste für ein Halleluja (Quattro pugni per un alleluia). Quest'ultima immagine fu ripresa anche per lo spin-off, sui figli di Trinità e Bambino: in tedesco è noto come Ein Begräbnis und die Auferstehung der vier Fäuste (Una sepoltura e la resurrezione dei quattro pugni).