Libera: Trieste e le location della serie Rai

Parlando con il regista Gianluca Mazzella, andiamo alla scoperta dei luoghi della fiction con protagonisti Lunetta Savino e Matteo Martari. Ogni martedì su Rai1.

Lunetta Savino è Libera Orlando.

Libera è il nuovo appuntamento settimanale di Rai1 che unisce legal e dramedy in una fiction peculiare perché ambientata in una cittadina che spesso ha fatto da sfondo a svariati film e serie degli ultimi anni, tuttavia mai così dentro la sua storia e cultura. Stiamo parlando di Trieste, città di confine: faremo un viaggio tra le sue location con qualche aneddoto dalle riprese del regista Gianluca Mazzella (l'articolo verrà aggiornato man mano che vengono mostrati nuovi posti negli altri episodi).

Da Palermo a Trieste

Libera Monica Dugo Lunetta Savino Scena Serie Tv Rai
Sorelle a confronto

Libera Orlando (Lunetta Savino) è una giudice integerrima originaria della Sicilia che si è trasferita in Friuli non solo per seguire l'(oramai ex) marito vicequestore ma anche perché con la figlia Bianca ancora piccola si ritrovò in mezzo ad uno scontro a fuoco e pensò che al Nord avrebbe potuto crescerla meglio. Partiamo proprio da una frase del secondo episodio in questo nostro viaggio nelle location della serie Rai in cui Libera confessa alla sorella Isabella (Monica Dugo) di "aver salvato Bianca dalla pericolosa Palermo per poi perderla nell'asburgica Trieste".

La morte della giovane risale a 15 anni fa, in seguito ad un overdose anche se tecnicamente si era ripulita in seguito alla nascita della propria figlia, Clara, che a quel punto i nonni hanno cresciuto come vice-genitori, non dicendole mai la verità sulla morte della madre. Un trasferimento in cui ha provato ad ambientarsi negli anni, imparando anche l'idioma locale, al contrario di Isa, palermitana convinta. La parte comedy del serial gioca anche su questo contrasto tra sorelle, così come con gli altri personaggi in modo tragicomico che è la cifra stilistica scelta dal regista Gianluca Mazzella.

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Dentro al set di Libera

Le riprese si sono svolte da settembre 2023 a gennaio 2024. La Trieste della fiction Rai è volutamente ambigua, con la regia che si addentra in vari luoghi spesso non mostrati del capoluogo friulano. D'altronde, proprio negli ultimi anni il tasso criminale si è notevolmente alzato nella cittadina un tempo molto più tranquilla. Non a caso è stata scelta una città di confine anche se ovviamente in modo meno estremo e fondamentale per l'intreccio come ad esempio avviene in Brennero. "Abbiamo avuto modo di raccontarla a partire dal Tribunale, sede istituzionale massima della giustizia, fino ai quartieri periferici". La casa della protagonista si trova con vista sul mare e dà su Piazza Unità d'Italia*, una delle pochissime piazze che danno direttamente sul mare d'Europa, dove oramai attraccano spesso navi da crociera.

Libera Roberto Citran Lunetta Savino Scena Serie Tv Rai
I due amici-nemici in aula

Racconta Gianluca Mazzella "Per poter girare in piazza abbiamo dovuto fare un miracolo perché è sempre piena di eventi quindi ci siamo dovuti davvero infilare, addirittura si notano le basi degli alberi di Natale che erano già state installate. Siamo dovuti andare proprio di corsa prima che montassero gli addobbi che sono giganteschi e avrebbero reso impossibili le inquadrature che ci servivano. Abbiamo avuto la collaborazione massima della Film Commission in questo".

La casa dell'"acerrimo nemico" della giudice, Aldo Ferrero (Roberto Citran), si trova invece sulla Strada Costiera, segno dello status economico benestante della famiglia. È lì che avviene la festa che (ri)mette le due famiglia una contro l'altra, anche se i due nipoti si piacciono, con il terrazzo che dà appunto sulla costa. L'abitazione della giudice è altrettanto imponente, ma vecchia, con le infiltrazioni sul soffitto di cui viene chiamato ad occuparsi un certo imbianchino improvvisato...

Libera Serie Scena Lunetta Savino
Il personaggio titolare tra i corridoi della giustizia

"La più grande soddisfazione è stata poter girare nel vero tribunale di Trieste che è un monumento perché architettonicamente è bellissimo, tanto all'esterno quanto all'interno, con un patio molto particolare. Abbiamo convissuto con l'attività quotidiana in armonia. Forse per chi vi lavora è stato un po' invadente ma serviva a dare realismo al racconto. Abbiamo avuto come consulente il giudice locale Morvay".

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La sigla

Il tribunale, che si trova dietro Piazza Oberdan, è anche assoluto protagonista dei crediti d'apertura, animati e minimalisti, che ricordano quelli di Only Murders in the Building. La protagonista riesce a rifugiarsi nell'edificio prima che scoppi un temporale, ma poi tornerà il sole, proprio come potrebbe succedere nella sua vita dopo tanto dolore per la morte della figlia, per la quale non si è mai perdonata. "È una chiara ispirazione. Trovo che non ci sia niente di male a replicare idee che hanno funzionato nell'audiovisivo", come conferma il regista. La canzone della sigla, in linea col racconto, è C'est la vie di NaTta, cantante di origini belghe-bielorusse famosa per contaminare suoni moderni e anni '50, muovendosi tra il soul e il blues.

Continua Mazzella: "Molte location sono cambiate in corso d'opera. Il momento dei sopralluoghi è una parte bellissima di questo lavoro perché si comincia a dare forma alla parola scritta. Come dei turisti curiosi, soprattutto se non lo si conosce bene, come in questo caso. Ci si affida ai location manager. Si scoprono mondi nuovi".

Libera Matteo Martari Scena Rozzol Melara Serie Tv Rai
Libera. Matteo Martari in una sequenza della serie.

Aggiunge: "È stato particolarmente piacevole girare nel quartiere di Rozzol-Melara che ha una storia travagliata ma negli ultimi anni è stato fatto un bellissimo lavoro di integrazione e riqualificazione. Ho percepito una comunità molto serena e unita". Nella finzione è diventato sede dei delinquenti della città, dove girano droga e altro. Al regista è dispiaciuta questa associazione ma architettonicamente si prestava allo scopo.

In giro per la città

Libera ha un flirt con il collega magistrato Ettore (Gioele Dix) e uno dei loro incontri avviene, oltre che su una barca sulle Rive con romantica cenetta inclusa, al Caffè Sacher, che ha aperto da pochi anni: costoso ma sempre frequentatissimo, è caratterizzato dalle poltrone e dal mobilio rosso bordeaux, oltre ai pacchettini che si possono trovare all'entrata per l'acquisto. Un modo per rimarcare il passato austro-ungarico del capoluogo.

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Il porto

Essendo Trieste una città di mare, in Libera un altro grande protagonista è il porto. Sia quello vecchio dove i protagonisti si dirigono per provare a recuperare Vanni Rosati, che avrebbe dovuto testimoniare sulla verità dietro la morte di Bianca. Sia le cosiddette Rive, che si trovano davanti Piazza Unità e si estendono fino al Molo Audace, dove conosciamo il personaggio di Pietro (Matteo Martari), che appena uscito di prigione si reca allo Yacht Club, più avanti rispetto alla storica Gelateria Il Pinguino, per recuperare dei documenti proprio da Rosati.

Libera Gioele Dix Lunetta Savino Scena Serie Tv Rai
Gioele Dix al Caffè Sacher con la Savino

Le foto che ritraggono la defunta sono ambientate soprattutto a Barcola, tipica meta balneare dei cittadini che viene anche nominata in un dialogo-ricordo tra Isabella e la protagonista. Quest'ultima si trova a riflettere di fronte a Piazza Sant'Antonio sul Canal de Ponterosso, dove getta il telefono usa e getta che le ha dato Pietro, per la precisione camminando sopra al cosiddetto Ponte Curto ('ponte corto') di recente costruzione. Il canale un tempo era aperto e dava direttamente sul mare e oggi ospita ancora qualche barchetta attraccata.

Il padre estraniato di Pietro, invece, ha un'osteria nel comune di Muggia, di fronte al porticciolo, mentre i partner in crime si recano oltre confine a Lubjana per parlare con l'ex migliore amico e figlio di Ferrero, che ha lì una galleria d'arte. La scuola che frequentano i nipoti dei protagonisti, invece, si trova nel quartiere di Opicina, per la precisione in Piazzale Monte Re. In realtà è un asilo e scuola elementare, nella finzione viene fatta passare per un istituto superiore.

Dialetto triestino

Libera Matteo Martari Scena Serie Tv Rai
Pietro dietro le sbarre

Lunetta Savino si è trovata a dover imparare anche la lingua locale, con buoni risultati: "Si tratta di un dialetto molto difficile. Ho deciso che lei non poteva essere triestina perché sarebbe stato più complicato (e irrealistico, ndr) ma è una città che amo moltissimo e ho una predisposizione nell'imparare gli accenti e i dialetti. Mi piace poterli utilizzare e dove è stato possibile ho avuto dei brevi scambi con alcuni personaggi. Quelli più popolari, un modo per la giudice di avvicinarsi a quel mondo dove ha scelto di vivere. Penso soprattutto al cancelliere che lavora con lei oppure al giovane delinquente".