L'estate addosso: viaggio nella generazione che non c'è

Il respiro internazionale che permea il film di Gabriele Muccino ne influenza la scrittura e la costruzione dei personaggi.

Con L'estate addosso il cinema di Gabriele Muccino torna a essere generazionale. In pellicole come Ecco Fatto, L'ultimo bacio e Ricordati di me il regista romano ha raccontato pulsioni e idiosincrasie dei trentenni e quarantenni della borghesia romana, ma è in Come te nessuno mai che Muccino ha dato il meglio di sé nel descrivere i patemi dell'adolescenza. Grazie alla complicità del fratello Silvio e dell'amica Adele Tulli, allora sedicenni, Muccino ha confezionato un affresco vitale e realistico che racconta le dinamiche complesse dell'amore e dell'amicizia ai tempi del liceo. Diciassette anni dopo il cineasta torna a raccontare quello stesso limen che segna il passaggio dalla giovinezza all'età adulta, ma le pulsioni e le urgenze che si percepiscono sono ben diverse rispetto a un tempo.

L'estate addosso: la prima immagine del nuovo film di Gabriele Muccino
L'estate addosso: la prima immagine del nuovo film di Gabriele Muccino

Cos'è cambiato in tutti questi anni? La novità più radicale è il trasferimento di Gabriele Muccino negli USA. Il successo de L'ultimo bacio e le competenze tecniche mostrate sui set hanno fruttato all'autore romano una chiamata da Hollywood, permettendogli di realizzare il sogno di molti autori nostrani. Con il commovente La ricerca della felicità Muccino ha spiccato il salto verso un'industria così diversa da quella italiana. Nonostante l'alterno esito delle pellicole, Hollywood ha rinnovato la fiducia nei confronti del regista, che a oggi vanta quattro regie internazionali in cui ha diretto star del calibro di Will Smith, Russell Crowe, Rosario Dawson e Jessica Biel. L'estate addosso rappresenta il ritorno al cinema italiano, ma solo in parte.

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Lontano, troppo lontano

L'estate addosso: Matilda Anna Ingrid Lutz e Taylor Frey in una scena del film
L'estate addosso: Matilda Anna Ingrid Lutz e Taylor Frey in una scena del film

Aderendo al canone del genere on the road, L'estate addosso racconta il rocambolesco viaggio di due adolescenti romani a San Francisco. Marco (Brando Pacitto) è un giovane squattrinato e confuso alle prese con l'esame di maturità. Indeciso sul suo futuro, dopo un incidente in scooter il ragazzo usa il denaro del risarcimento dell'assicurazione per recarsi in California su consiglio di un compagno di studi. All'ultimo momento scopre che ad accompagnarlo ci sarà l'odiata Maria (Matilda Lutz), studentessa modello snob e perfettina dalla moralità irreprensibile. Ma le sorprese non sono finite. A ospitare Marco e Maria sono Matt e Paul, coppia omosessuale che apre la sua casa a due perfetti sconosciuti per condividere un'estate ricca di sorprese, in cui ognuno scoprirà nuovi lati di sé.

L'estate addosso: una scena del film
L'estate addosso: una scena del film

Dopo un incipit ambientato a Roma, L'estate addosso si svolge quasi interamente negli USA, tra la liberal San Francisco e la conservatrice Louisiana - location di un lungo flashback dedicato a Paul e Matt - con una rapida puntata a Cuba. Il respiro internazionale che permea il film ne influenza la scrittura e la costruzione dei personaggi. Lo sguardo di Gabriele Muccino sembra ugualmente distante dai diciottenni italiani di oggi così come dai venticinquenni americani in bilico tra libertà sfrenata e bigottismo. Il viaggio estivo sradica temporaneamente Matteo e Maria dalla realtà romana, ma fin dai primi minuti del film i personaggi sembrano affetti solo superficialmente dai problemi dell'Italia odierna. La disoccupazione giovanile, la crisi, il degrado della realtà romana vengono liquidati in brevi accenni, mentre Muccino sembra più interessato a generiche questioni universali come lo smarrimento di chi non sa cosa fare della propria vita. Questioni con cui tutti abbiamo dovuto fare i conti prima o poi, ma che private di un radicamento nel quotidiano risultano incolori e stereotipate.

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Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra...

Il tema dell'omosessualità viene affrontato con il medesimo distacco. La scelta di aprire un'ampia parentesi sulla sofferta storia d'amore di Matt e Paul permette a Muccino di affrontare dinamiche familiari complesse come l'accettazione della diversità e la difficoltà di una coppia omosessuale di vivere il quotidiano, ma se si escludono pochi momenti "forti" la questione viene affrontata solo superficialmente. Il nuovo Muccino sembra distante anni luce da quel cinema "urlato" per cui era spesso criticato ma che ci aveva regalato personaggi emotivi e sanguigni. L'estate addosso appare perciò come il ritratto ideale di un'esperienza indimenticabile, ma filtrata attraverso uno sguardo letterario che la depura delle brutture del quotidiano.

L'estate addosso: un primo piano di Matilda Anna Ingrid Lutz
L'estate addosso: un primo piano di Matilda Anna Ingrid Lutz

Dalla visione che emerge da L'estate addosso, oggi Muccino sembra frequentare poco gli adolescenti nostrani e al tempo stesso il suo sguardo sulla società americana sembra quello di uno straniero che ne ha colto i tratti essenziali in modo grossolano, senza averla compresa fino a fondo. Distante da entrambe queste realtà, il regista preferisce rifugiarsi nella memoria ricreando un'estate ideale, perfetta nella sua lontananza, costellata di amici che tutti vorremmo incontrare e di esperienze che tutti sogniamo di vivere. In questa direzione va anche la confezione, molto curata, che mette in scena una situazione troppo appagante per toccarci davvero.

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