Lasciarsi un giorno a Roma, la recensione: Edoardo Leo ci racconta la fine di un amore

La recensione di Lasciarsi un giorno a Roma: il film in onda su Sky Cinema il 1 gennaio, in streaming su NOW e disponibile On Demand, è coraggioso perché, in un cinema che ha sempre raccontato lo stato nascente dell'amore, ci racconta la fine.

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Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo e Stefano Fresi durante una scena del film

"Fine" è una parola che ha due significato. Può volere dire la fine di qualcosa. Ma anche un obiettivo da raggiungere. È la dicotomia che vive Tommaso (Edoardo Leo), scrittore e giornalista. Nella recensione di Lasciarsi un giorno a Roma, il film Sky Original in onda su Sky Cinema il 1 gennaio, in streaming su NOW e disponibile su Sky On Demand, vi raccontiamo la sua storia, e quella di un film molto coraggioso. Perché, in un cinema che ha sempre raccontato lo stato nascente dell'amore, o l'amore che trionfa su tutto, dove ha sempre dominato l'happy ending hollywoodiano, Leo ha il coraggio di raccontate la fine di un amore. Come ha fatto, a suo modo, Alessandro Genovesi con Ridatemi mia moglie, e come ha fato, soprattutto, Stefano Sardo con il bellissimo Una relazione. L'amore non è solo "e vissero felici e contenti". È anche persone che cambiano, con un mondo che cambia intorno a loro, è adattamento. Ci si adatta o ci si lascia. Lasciarsi un giorno a Roma - il titolo è preso dalla canzone di Niccolò Fabi degli anni Novanta che chiude il film - è un film che il coraggio di raccontare tutto questo. È un film dolceamaro, doloroso, a volte dolce, a volte divertente. È come la vita. È un film molto raffinato, forse la miglior regia di Edoardo Leo fino ad ora, sicuramente la più matura. La messa in onda su Sky è la giusta collocazione: non è un film che debba concorrere agli incassi del primo weekend, un film che ci debba colpire subito, ma è probabilmente un'opera che ha bisogno di una visione più calma, che va sedimentato. E che va anche visto più volte.

Tommaso, Zoe e la posta del cuore

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Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo e Marta Nieto in un'immagine

Tommaso (Edoardo Leo) è uno scrittore: è reduce da un romanzo di successo, e sta per consegnare l'altro. Però non vuole dare un lieto fine al suo libro. I lettori, e l'editore, invece lo pretendono. La vita è diversa dai romanzi, e quel lieto fine non sembra esserci. Tommaso, che gestisce una rubrica della posta del cuore per una rivista, con lo pseudonimo di Marquez, riceve la lettera di Zoe (Marta Nieto), proprio la sua ragazza. E così scopre che, dopo dieci anni, ha deciso di lasciarlo, e non sa come dirglielo. Così comincia una corrispondenza via e-mail con Marquez, ignara che dietro a questo nome letterario c'è proprio il suo Tom. Che, conoscendola, sembra risponderle sempre nel modo giusto. Accanto a loro si muove un'altra coppia: Elena (Claudia Gerini) è il sindaco di Roma, e il marito (Stefano Fresi) sembra soffrire davvero molto la sua continua assenza. Anche per loro, forse, c'è una separazione in vista.

Per Edoardo Leo il "piano A" della vita è la commedia Noi e la Giulia

Scrivimi fermo posta, ma nel mondo di oggi

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Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo con Marta Nieto in una scena del film

L'idea di partenza, quella che due persone vicine si scrivano senza sapere chi ci sia dietro a quel nome e quell'indirizzo, è molto intelligente. Sembra venire da altri tempi, da quei film come Scrivimi fermo posta. Ma il discorso è attualizzato al giorno d'oggi, non solo perché ci sono gli smartphone e le risposte in tempo reale, ma anche perché la storia è inserita in un contesto attuale. C'è il mondo di oggi in cui le donne lavorano e giustamente aspirano al loro tempo e alla loro carriera, e dei maschi smarriti davanti a tutto questo. Sembra che non le capiscano, che non si adattino al loro modo di essere e le loro esigenze. A proposito di attualità, c'è una donna che è sindaco di Roma - e continuo bersaglio di critiche - e ci sono i giorni passati insieme a casa che in qualche modo hanno esacerbato le situazioni. Si fa infatti riferimento al primo lockdown, quei "quaranta giorni", anche se poi, nella storia che accade pochi mesi dopo, del Covid e delle misure di contenimento non c'è traccia. Ma questo è un discorso lungo, che andrebbe fatto a parte (ne avevamo parlato qui). Lasciarsi un giorno a Roma è un film sul non detto, su coppie che non riescono a parlarsi mai di persona, ma lo fanno attraverso e-mail, lettere, messaggi, anche attraverso i libri e uffici stampa. Tutto questo piuttosto che aprirsi l'uno con l'altro. Le scene in cui Tom e Zoe si scrivono essendo magari nella stanza accanto è paradossale, ma in un certo senso anche simbolico della nostra vita di oggi.

Io per te ci sarò sempre

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Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo e Marta Nieto in una scena romantica

Come abbiamo scritto all'inizio, "fine" significa la fine di qualcosa. Ma anche un obiettivo da raggiungere. Questa parola e altre, dal doppio significato, scandiscono un racconto che, come il libro che Tommaso sta scrivendo, è diviso in capitoli: è un'altra ottima idea di sceneggiatura e di regia. Ma è questa la parola su cui soffermarci qui. Perché Lasciarsi un giorno a Roma è sì un film sulla fine, intesa come conclusione di una storia, ma anche un film su un fine, quello a cui aspirano i protagonisti, quello di lasciarsi senza far soffrire l'altro, lasciando qualcosa dietro, riuscire a dire, senza che sia una frase fatta ma qualcosa di concreto, "io per te ci sarò sempre".

Claudia Gerini, "Tornerei in tv per fare un varietà""

Edoardo Leo, il volto della precarietà

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Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo e Marta Nieto in un'immagine

Edoardo Leo, oltre ad aver confezionato un script molto sottile e pieno di sensibilità, è anche il protagonista del film. Mette al servizio della storia il suo volto un po' stralunato e attonito, quello che in questi anni è stato sempre il simbolo di una certa precarietà lavorativa ed esistenziale. Qui vive un altro tipo di precarietà, quella sentimentale, e il suo volto è nuovo, più stanco, più abbattuto dalla vita, più sofferente, e con qualche ruga in più.

Marta Nieto, che rivelazione!

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Lasciarsi un giorno a Roma: Marta Nieto con Edoardo Leo in una scena del film

Accanto a lui c'è la vera rivelazione del film. Marta Nieto dà il volto e il corpo a Zoe, portando un vero e proprio raggio di luce al film. È prima di tutto un volto nuovo, inedito, che non avevamo mai visto: come sempre accade in questi casi, vedendola per la prima volta, crediamo davvero che lei sia Zoe. Ha degli occhi verde smeraldo, i capelli biondi, luminosi, e un volto a punta, spigoloso, come il carattere del personaggio che interpreta. Il suo è un fisico nervoso, scattante, sportivo, con delle gambe lunghissime, ed è perfetto per far vivere Zoe. Una volta le star straniere venivano scelte spesso dal nostro cinema, ricordiamo ad esempio molti film di Pieraccioni, ma qui non abbiamo un'attrice scelta per la sua bellezza, ma perché perfettamente in parte. A proposito di donne, Claudia Gerini è perfetta nel ruolo di un sindaco donna (quanto avrà preso da Virginia Raggi?) E Stefano Fresi è funzionale per rappresentare il maschio sfinito di oggi. Quello che ci piace del film di Leo è la capacità di prendere un discorso e di portarlo davvero fino in fondo, in modo coerente, tanto che la storia che vediamo ci sembra vera. Mentre una Roma bellissima senza essere mai da cartolina osserva tutto senza parlare, il film finisce in modo perfetto. Lo schermo è a nero. E parte la voce di Niccolò Fabi. "Non ho visto nessuno andare incontro a un calcio in faccia, con la tua calma, indifferenza, sembra quasi che ti piaccia".

Conclusioni

Nella recensione di Lasciarsi un giorno a Roma vi abbiamo parlato di un film dolceamaro, doloroso, a volte dolce, a volte divertente. È un film molto raffinato, forse la miglior regia di Edoardo Leo fino ad ora, sicuramente la più matura. La messa in onda su Sky è la giusta collocazione: non è un film che debba concorrere agli incassi del primo weekend, un film che ci debba colpire subito, ma è probabilmente un'opera che ha bisogno di una visione più calma, che va sedimentato. E che va anche visto più volte.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • La scelta di non raccontare l'inizio di un amore, ma la sua fine.
  • L'attualità dei temi, come il cambiamento dei rapporti tra uomo e donna.
  • La scelta della protagonista femminile, Marta Nieto, una rivelazione.

Cosa non va

  • Non è la solita commedia sentimentale, e potrebbe spiazzare qualcuno.