Pedro Almodóvar colpisce ancora. Più in forma che mai, il regista spagnolo 74enne si cimenta col suo primo lungometraggio in lingua inglese regalandoci una pellicola densa e profonda sul senso della vita e della morte, sulla dignità del malato e sul diritto a una morte dignitosa grazie alla complicità delle dive da Oscar Julianne Moore e Tilda Swinton, perfette nei panni di due amiche unite da un patto inconfessabile. Nel film, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, trova spazio in un piccolo ruolo anche John Turturro nei panni di un intellettuale votato al catastrofismo nonché ex amante di entrambe le amiche.
"È sempre difficile parlare di morte" esordisce Pedro Almodovar, riferendosi al tema al centro della sua opera. "La cultura della morte è più femminile che maschile dove sono nato io, nella Mancia. Personalmente mi sento più vicino al personaggio di Julianne Moore, non riesco a capire perché un essere vivente debba morire. La morte è ovunque, ma fatico ad accettarla. Ma quando abbiamo girato nella casa del bosco noi tre, credo che il personaggio di Tilda abbia insegnato a me e a Julianne a convivere con l'idea della morte".
Julianne Moore e Tilda Swinton: dive a confronto
A riflettere sulla vita e sulla morte sono le magnifiche interpreti di La stanza accanto, Julianne Moore e Tilda Swinton, protagoniste di un notevole duetto visto che per la maggior parte del film le due attrici sono sole in scena. "Per me questo film parla di vita e devo confessare di sentirmi più vicina al mio personaggio che a quello di Julianne" esordisce Tilda Swinton. "So che tutti dobbiamo morire a un certo punto e lo accetto. Per alcune persone è più difficile, io nella mia vita l'ho affrontato varie volte e ho sostenuto i miei conoscenti, ma credo che dobbiamo parlare di vita. Il film parla di autodeterminazione e del diritto di decidere come morire. La scelta della casa nel bosco è come un'avventura per la mia Martha, una celebrazione della sua vita".
Julianne Moore aggiunge: "I film di Pedro sono pieni di vita, senti il cuore battere guardandoli. Questo film riflette su cosa significhi essere vivi, avere un corpo o avere amici. Ingrid ha paura, ma decide di accogliere la richiesta della sua vecchia amica ed essere presente per lei". Parlando di sentimenti, Tilda Swinton chiarisce che la pellicola di Almodóvar, a suo vedere, è una storia d'amore intenso nel senso più universale del termine: "L'amicizia tra Ingrid e Martha è sintomo della fede nella necessità di evolversi, che ciò riguardi persone, il mondo o la società. Il cambiamento è inevitabile, ma è anche ciò che ci permette di andare avanti, di continuare a esistere".
La stanza accanto, recensione del film di Pedro Almodóvar: esorcizzare la morte con la bellezza
L'evoluzione come forma di sopravvivenza
Ne La stanza accanto, il personaggio di Tilda Swinton, una reporter di guerra malata terminale di tumore, chiede all'amica Ingrid (Julianne Moore) di assisterla finché non deciderà di porre fine alle sue sofferenze con l'eutanasia. Richiesta che mette Ingrid di fronte a dilemmi morali e problemi giudiziari. "Questo film è a favore dell'eutanasia" dichiara Pedro Almodóvar. "Del personaggio di Tilda ammiriamo la sua scelta, lei decide che è possibile liberarsi dal cancro solo facendola finita. 'Se lo faccio prima, il cancro non avrà la meglio su di me', dice. E così trova il modo di raggiungere il suo obiettivo con l'aiuto della sua amica, ma loro sono costrette a comportarsi come se fossero delle criminali."
Il paese natale di Almodóvar, la Spagna, ha legalizzato l'eutanasia nel 2021, e lui ritiene che il resto del mondo dovrebbe seguire l'esempio. La scelta di ambientare La stanza accanto negli USA è legata proprio alla volontà di puntare il dito contro le leggi del paese che invece non permettono di porre fine volontariamente alle sofferenze. "Dovrebbe esserci la possibilità di praticare l'eutanasia in tutto il mondo" dichiara il cineasta suscitando gli applausi dei giornalisti presenti. "Dovrebbe essere regolamentato e a un medico dovrebbe essere consentito di aiutare il suo paziente". Dopo aver assunto toni decisamente seri, Almodóvar ci tiene a concludere la conversazione con una nota positiva e dichiara: "Nonostante la situazione generale sia tutt'altro che rassicurante, io cerco di essere positivo. La scrittrice Almudena Grandes, che purtroppo non è più tra noi, mi fece una dedica scrivendo che l'allegria è la miglior forma di resistenza. Io sposo in pieno questa filosofia".