La serie di Cuphead 2, la recensione: Bentornati a Calamaio e nel mondo dell’animazione classica

La recensione de La serie di Cuphead 2, seconda stagione dell'adattamento del popolare videogioco, su Netflix dal 19 Agosto 2022.

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La serie di Cuphead! 2: un'immagine della seconda stagione

Con questa recensione de La serie di Cuphead 2 si torna a Calamaio, si torna nel mondo animato dal gusto vintage dell'adattamento targato Netflix del popolare videogioco del 2017 che già sei mesi fa ci aveva convinti, al netto di qualche perplessità, con la sua prima stagione. Altre 13 episodi per immergersi nuovamente nel gustoso stile grafico che contraddistingue il contesto narrativo in cui si muovono i due fratelli Cuphead e Mugman, popolato da personaggi pittoreschi e ben caratterizzati che interagiscono con i protagonisti per portare avanti una storia dal carattere episodico, ma capace di delineare pian piano il variegato mondo di Calamaio.

In prigione!

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La serie di Cuphead! 2: una scena della seconda stagione

Si riparte da dove eravamo rimasti al termine della prima stagione de La serie di Cuphead, con i due fratelli in prigione e, ovviamente, la necessità di uscirne per poter proseguire con le loro avventure che si ispirano a quanto visto già pad alla mano, adattate in modo coerente e in continuità con la prima stagione della serie, tra vecchie conoscenze degli spettatori della serie, nuovi incontri e nuovi ambienti da esplorare. Quello di Cuphead si conferma infatti un mondo suggestivo nel gusto old style che lo contraddistingue, accattivante per gli amanti di un certo tipo di animazione di cui è un sentito omaggio, intrigante per l'approccio di tono e atmosfera che prosegue quanto impostato con i primi dodici episodi dello scorso febbraio.

New Entry dal gioco alla serie

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La serie di Cuphead! 2: una scena tratta dalla seconda stagione

Una continuità che si riscontra anche in un limite che avevamo identificato in occasione della prima stagione, ovvero l'elevata frammentarietà del racconto, dovuta sia alla difficoltà di adattamento di un gioco che è di base un run 'n gun, sia al formato da 15 minuti a episodio (poco più di 10, togliendo sigla e credits finali), che limita la narrazione e lo sviluppo di una storia di più ampio respiro. Un ostacolo che gli autori de La serie di Cuphead hanno parzialmente aggirato in questa seconda stagione, mettendo in piedi un paio di episodi più corposi, da oltre venti minuti, laddove necessario per costruire un racconto più strutturato. Lo si è fatto per il terzo episodio, per esempio, che introduce il personaggio di Cala Maria, uno dei boss del gioco, ma anche per l'ottavo, Liberate i demoni, che torna sul personaggio di Satanasso e quindi la storyline orizzontale della serie.

Un gusto classico

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La serie di Cuphead! 2: un momento della seconda stagione

C'è del classico in questo approccio narrativo, basato su storie singole che tratteggiano qualcosa di più ampio respiro un passo per volta, con un gusto per la serialità vecchio stampa coerente con il medesimo gusto vintage nell'approccio allo stile grafico: La serie di Cuphead! si conferma un sentito e toccante omaggio al mondo dell'animazione del passato, quanto e più rispetto a come riusciva a esserlo il gioco di partenza, perché adatta quello stesso stile visivo nel medium stesso che voleva celebrare. Una conferma, quindi, da questo punto di vista, che accogliamo di buon grado perché sviluppa e in parte risolve quel limite che avevamo identificato, arricchendo il racconto con nuovi personaggi, nuove canzoni e in generale una maggior varietà, ma anche efficaci citazioni alla cultura pop. Un passo avanti che aumenta la voglia di guardare prima possibile la terza stagione, già ordinata da Netflix.

Conclusioni

Quella di cui vi abbiamo parlato nella recensione de La serie di Cuphead 2 è una conferma, in positivo per il modo in cui omaggia il mondo dell’animazione e adatta il gioco di partenza, ma anche in negativo per quella sensazione di frammentarietà che continuiamo a percepire, seppur mitigata rispetto alla prima stagione grazie ad alcune scelte. Resta anche il fascino dell’isola Calamaio e di tutto il mondo di Cuphead, con i suoi personaggi pittoreschi, il gusto vintage e il tono generale, che rendono la visione divertente e intrigante.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • Lo stile grafico, quello del gioco, così ben riprodotto nella serie Netflix.
  • L’omaggio al mondo dell’animazione, impostato dalla prima stagione e portato avanti con gusto.
  • Citazioni alla cultura pop, nuovi personaggi, nuove canzoni e ambientazioni per aggiungere varietà al mondo di Cuphead.
  • Alcune scelte narrative che creano un contesto di più ampio respiro per ridurre la sensazione di frammentarietà percepita sin dalla prima stagione…

Cosa non va

  • … che comunque resta almeno a tratti.