Non possiamo definirlo sicuramente un ritorno che ripaga la lunga attesa dei fan dei romanzi originari oppure del nuovo adattamento a episodi, dopo due anni di assenza. Stiamo parlando della recensione dei primi episodi de La Ruota del Tempo 2, disponibili dal 1° settembre su Prime Video ad inaugurare la nuova stagione televisiva in streaming. Questo perché la storia riprende qualche tempo dopo gli eventi del precedente finale di stagione, puntando ancora una volta sulle emozioni ma non riuscendo però a creare una storia e uno sviluppo per i personaggi che crei davvero appeal negli spettatori, se non un briciolo di fiducia in ciò che verrà. Ironico, dato che il tema di questa stagione sembra proprio quello della fede, nel prossimo piuttosto che in un disegno più grande di noi.
Il Drago e l'Aes Sedai
Dopo il toto-scommesse che ha percorso il primo ciclo di episodi, è stato rivelato che il Drago Rinato della profezia è in realtà Rand al'Thor (Josha Stradowski, che vedremo prossimamente al cinema in Gran Turismo) ovvero una figura potentissima destinata tanto a salvare il mondo fantasy conosciuto nella serie quanto a distruggerlo potenzialmente. La scelta sarà solamente sua, a patto che venga protetto dall'Oscuro, che potrebbe influenzarlo in un senso piuttosto che nell'altro. A questo punto è l'esercito delle Aes Sedai a preoccuparsi di salvaguardare il suo potere e soprattutto la sua crescente propensione verso la follia e il caos. La ruota del tempo del titolo continua a girare e non si sa mai verso quale direzione punterà, se la luce oppure l'oscurità, perché è il mondo ad essere ciclico, proprio come quello reale in cui viviamo noi spettatori: infatti, anche se Rand era convinto di aver distrutto l'Oscuro, il Male non è scomparso dal mondo. Non potrà mai scomparire del tutto, per davvero. Forse. Quella che viene messa in piedi ora è una sorta di danza, delicatissima e sulle punte, tra i due personaggi e tra le fazioni, per riuscire ad arrivare preparati ad una minaccia ancora più grande che sta arrivando.
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Una serie fantasy fatta di rapporti
Ciò che si esplora in questi primi episodi della seconda stagione de La Ruota del Tempo sono soprattutto i rapporti tra i personaggi e la loro evoluzione (o involuzione che sia). Centrale è nuovamente Rosamund Pike, anche produttrice della serie, che torna a vestire i panni di Moiraine, ruolo iconico e fondamentale della saga fantasy basata sui best-seller di Robert Jordan, adattata per la tv da Rafe Judkins (Agents of S.H.I.E.L.D., Hemlock Grove). La ritroviamo ancora più determinata e solo apparentemente fragile, dalle ferme convinzioni e che continuamente dimostra di sapere molto di più di quanto dice agli altri. Anche al proprio custode, l'inseparabile Lan Mandragoran (interpretato da Daniel Henney), che ritroviamo al suo fianco mentre si prepara al meglio all'Ultima Battaglia che incombe.
È sulla loro relazione, fatta di alti e bassi, che si concentrano queste prime puntate e sul loro provare a trovare un nuovo equilibrio e un modo per fidarsi l'uno dell'altra. Come parallelamente abbiamo il rapporto tra Nynaeve al'Meara (Zoë Robins) e Egwene al'Vere (Madeleine Madden), le ultime arrivate e più potenti Aes Sedai che non riescono a trovare il proprio potenziale dentro di sé, creando non pochi attriti a palazzo tra le Anziane e indispettendo soprattutto la pericolosa Liandrin Guirale (Kate Fleetwood), che sta imbastendo un piano tutto suo nelle proprie stanze. Senza dimenticare Perrin Aybara (Marcus Rutherford) e Mat Cauthon (Dónal Finn) e la promettente Elayne Trakand (Ceara Coveney).
Un inizio di stagione poco incisivo
La seconda stagione della serie, che era partita come uno degli (apparenti) fiori all'occhiello di Prime Video per raccontare un mondo fantasy più facilmente comprensibile anche dai non-lettori dei romanzi originari e rivelatasi man mano un prodotto non totalmente riuscito, conferma i propri pregi e difetti in questo nuovo incipit stagionale. Sembra proprio che la piattaforma non abbia molta fortuna col genere, visti i risultati de Gli Anelli del Potere e di Carnival Row. I nuovi otto episodi, girati tra Repubblica Ceca, Marocco e la nostra Italia, partono col freno a mano tirato, rallentando troppo il ritmo e l'(apparente) tensione narrativa di alcune scene e concentrandosi sulle emozioni dei protagonisti più che sullo sviluppo dei eventi che li riguardano, con una CGI che continua a non convincere appieno. Questo crea meno appeal verso gli episodi successivi ma vogliamo provare a dare fiducia alla direzione intrapresa dagli autori. In ogni caso, ciò che sembra centrale è il tema della fiducia verso il prossimo e soprattutto verso se stessi. Infatti il popolo di Two Rivers, oramai sparso lungo l'universo della serie, non si sente guidato a dovere dalla donna e vuole cercare forza altrove: la troverà in se stesso o nell'altro? Nella luce o nell'oscurità? Questa è la domanda che sembra ci accompagnerà lungo questa nuova stagione e speriamo di trovare una risposta.
Conclusioni
Abbiamo parlato di un inizio di stagione che si rivela un po’ un passo falso nella recensione dei primi episodi de La Ruota del Tempo 2. Questo perché ci sono i personaggi ben caratterizzati, trainati da Rosamund Pike, e c'è l’elemento emotivo, ma manca quello fattuale che crei maggiore carne al fuoco, lasciandola a quanto sembra per le puntate a venire. Proviamo a dare fiducia allo show in questo senso ma per il momento rimaniamo perplessi.
Perché ci piace
- Scegliere di presentare i nuovi episodi come "passi a due" tra i personaggi.
- Il carisma di Rosamund Pike e il suo rapporto con il personaggio di Daniel Henney.
- Il guizzo da villain di Kate Fleetwood.
Cosa non va
- Il concentrarsi sulle emozioni dei personaggi piuttosto che sulle loro storyline.
- Il ritmo troppo compassato e la scrittura un po' piatta.
- Il lasciare (a quanto sembra) il vero sviluppo degli eventi per dopo, senza assestare qualche colpo di scena importante subito all’inizio della stagione.