Viva la sposa e l’Italia senza speranza di Ascanio Celestini

Dalle giornate degli autori di Venezia 2015, il nuovo lavoro dell'autore romano è un mosaico di personaggi al limite della disperazione che vuole raccontare una parte dell'Italia di oggi.

L'Italia unita è un concetto molto astratto, perché basta spostare l'attenzione dal Paese nel suo insieme al particolare di una città, e ancor più in profondità a un singolo quartiere, per scoprire che è composta di tantissimi microcosmi a sé, con i proprio problemi unici e singolari, il suo campionario di personaggi irripetibili, le sue storie non replicabili altrove.

Viva la sposa: Ascanio Celestini in un'immagine del film
Viva la sposa: Ascanio Celestini in un'immagine del film

Basta guardare Non essere cattivo di Caligari, fuori concorso a Venezia 2015, per rendersi conto di trovare a Ostia uno spaccato diverso da quello che invece descrive Ascanio Celestini nel suo Viva la sposa. Da Ostia al quartiere Quadraro ci troviamo al cospetto di due mondi lontani anni luce, animati da personaggi di diversa indole, flagellati da problemi quotidiani di opposta natura. Questo anche perché raccontati da sguardi diversi, che sanno mettere a fuoco dettagli che sfuggirebbero ad altri. Perché ogni autore ha la sua voce e racconta il suo mondo, in questo caso la sua Italia.

L'Italia di Ascanio Celestini

Quella che ci racconta il teatrante e autore romano è una nazione disperata, o forse sarebbe meglio dire senza speranza. I suoi personaggi sono figure che si trascinano lungo la loro esistenza senza particolari stimoli o speranze per il futuro, solo con il miraggio di una sposa americana vista e seguita in TV e nei sogni. Da Nicola che per lo più passa il tempo a bere a Sabatino che vive truffando le assicurazioni, causando incidenti fino a quello andato storto in cui qualcuno perde la vita; dalla prostituta Anna a suo figlio Salvatore, da Sofia all'Abbruzzese. Tante vite, tante storie che si incrociano per caso e che hanno in comune solo quel senso di disperata inerzia con cui percorrono le proprie vite.

La necessità di osare

Viva la sposa: Ascanio Celestini in un'immagine tratta dal film da lui diretto
Viva la sposa: Ascanio Celestini in un'immagine tratta dal film da lui diretto

Dei numerosi personaggi di Viva la sposa, Ascanio Celestini dà il volto a Nicola e lo fa oscillando tra il suo abituale stile e la ricerca di qualcosa di nuovo, tra la voglia di percorrere nuove strade e trovare la sua strada cinematografica e la sicurezza dei suoi tic e monologhi. È in questa incertezza che risiede uno dei problemi del film, che ricade anche sugli altri personaggi, sul modo di raccontarne i drammi restando in superficie, senza affondare il colpo quando e dove servirebbe. Non è mancanza di coraggio, ne siamo sicuri, ma la ricerca di un percorso ancora non ultimato, che permetta all'autore di trovare la propria voce cinematografica, di tradurre il suo teatro nel suo cinema.

La ricerca dell'equilibrio

Viva la sposa: Ascanio Celestini abbraccia Alba Rohrwacher
Viva la sposa: Ascanio Celestini abbraccia Alba Rohrwacher

Questo percorso passa necessariamente per la ricerca di un equilibrio tra i diversi elementi della storia, tra i personaggi, tra i problemi italiani che sceglie di raccontare. Ci sono aspetti che è giusto mettere in scena, ma che, se affrontati, necessitano di un maggior approfondimento. Pensiamo per esempio all'attacco alle forze dell'ordine, che non mancherà di causare polemiche e che non può essere introdotto e sviluppato senza scendere in profondità. Un po' come l'accenno ai migranti in A Bigger Splash di Luca Guadagnino, anch'esso a Venezia 2015: su alcuni argomenti non si può sorvolare.

Cartoline dal Quadraro

Così com'è, Viva la sposa è un'occasione mancata, un insieme di cartoline, di momenti di alterna e discontinua riuscita, che alterna sequenze di grande poesia, ad altre emozionanti ed altre ancora divertenti, fino a, purtroppo, alcune che non riescono a sfuggire alla banalità. È in questa mancanza di continuità che il film non riesce, nella ricerca di quello stile unitario per il quale il Celestini teatrale è noto e amato. Siamo sicuri che lo troverà anche nei suoi lavori per il grande schermo e lo aspetteremo al prossimo progetto pronti a ricrederci.

Movieplayer.it

2.5/5