Going Clear: Alex Gibney racconta Scientology

Il premio Oscar Alex Gibney indaga le ombre che avvolgono la Chiesa di Scientology, partendo dal libro del Premio Pulitzer Lawrence Wright, nel documentario presentato all'ultima edizione del Sundance Film Festival e prodotto dalla HBO, raccontando la storia personale del suo fondatore, L. Ron Hubbard, per poi raccogliere le testimonianze di ex membri che hanno abbandonato il culto.

Dopo aver raccontato la discutibile presidenza di Bush Jr, dal punto di vista dei prigionieri, durante la guerra in Iraq in Taxi to the Dark Side, documentario che gli valse la statuetta d'oro agli Academy Awards, e aver smascherato la responsabilità della Chiesa cattolica nell'aver protetto e taciuto sulle violenze perpetrate da sacerdoti pedofili ai danni di centinaia di bambini in Mea Maxima Culpa. Silenzio nella casa di Dio, Alex Gibney ha portato sul grande schermo le controversie attorno alla Chiesa di Scientology che da anni dividono l'opinione pubblica statunitense e mondiale.

Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena del documentario
Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena del documentario

Per farlo ha preso spunto da Going Clear, libro del finalista ai National Book Awards e Premio Pulitzer, Lawrence Wright, lo scrittore americano che nel documentario riveste anche il ruolo di produttore insieme alla HBO, il celebre canale via cavo che dopo l'acclamata première del film al Sundance Film Festival, ha trasmesso sul piccolo schermo l'ultimo lavoro di Gibney realizzando un record di spettatori, scatenando, inoltre, una prevedibile opposizione mediatica al documentario da parte della Chiesa stessa. Dividendo il lavoro in tre fasi narrative - il racconto degli ex membri sul loro avvicinamento a Scientology, la storia del fondatore L. Ron Hubbard e della nascita della Chiesa fino al racconto dei presunti abusi perpetrati ai danni degli ormai ex appartenenti al culto - Gibney ampia la narrazione inserendo numerose parentesi che vanno ad arricchire le due ore di documentario, descrivendo l'interazione tra Scientology e le celebrità hollywoodiane fino a svelare aspetti poco noti del funzionamento della religione, anche grazie al racconto di membri illustri fuoriusciti dalla Chiesa, come Mark Rathbun, numero due di Scientology, Mike Rinder, Ufficio Affari Speciali, o del regista Paul Haggis e dell'attore Jason Beghe.

The Master

Se Paul Thomas Anderson, nel 2012, aveva dipinto un ritratto ispirato a L. Ron Hubbard per il personaggio di Lancaster Dodd , nella perfetta interpretazione del compianto Philip Seymour Hoffman, nel suo The Master, Alex Gibney ci racconta la storia di Hubbard stesso, dai suoi trascorsi militari durante la Seconda Guerra mondiale, dalla quale uscirà provato come molti suoi compagni, al suo successo come scrittore di libri e racconti fantascientifici per riviste all'epoca molto celebri tra gli appassionati, fino alla stesura, nel 1950, di Dianetics, successo editoriale e sistema di auto-aiuto alla base del pensiero di Scientology, fondata due anni dopo e che avrebbe a sua volta portato alla nascita della Sea Organization, organizzazione paramilitare, alla metà degli anni '60. Grazie a filmati d'archivio e documenti inediti, Gibney ci traccia un profilo esaustivo dell'uomo a capo della Chiesa di Scientology fino al 1986, anno della sua morte, dal quale emerge una fragilità psicologica, confermata da una lettera dello stesso Hubbard nella quale richiedeva un'assistenza psichiatrica mai accordatagli, dalla quale scaturisce la Chiesa stessa, come se la fondazione di Scientology non fosse altro che il suo bisogno di trovare una soluzione ad un malessere personale.

Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena del film
Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena del film

Il regista riesce a mantenere alta l'attenzione dello spettatore grazie ad una narrazione "pulita", in grado di tenere le fila dei vari temi affrontati ed interconnessi tra di loro, nonostante la grande quantità di materiale audio e video a sua disposizione, ampliata da interviste ad Hubbard inedite realizzate sulla nave, centro nevralgico della Sea Organization, con la quale attraversò il Mediterraneo nella seconda metà degli anni '60 con il pretesto di lavorare ad un programma che tracciasse le passate vite, il cui vero scopo era, secondo la ricostruzione di Gibney, sfuggire al fisco statunitense poiché la Chiesa non era ancora stata riconosciuta come culto religioso. In Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede quello che risalta è una certa comprensione che il regista attesta alla figura di Hubbard, proprio in virtù di quella fragilità psicologica che scaturisce dai racconti e la ricostruzione della sua vita, mentre non sembra esserci spazio per indulgenza nei confronti del suo successore David Miscavige, leader indiscusso della Chiesa, tratteggiato come una personalità ambigua ed a tratti dittatoriale, che ha traghettato il culto verso un espansione territoriale, edificando svariate sedi in tutto il mondo, e aprendo alle celebrità statunitensi come Tom Cruise e John Travolta, realizzando il desiderio di Hubbard, tanto da costruire nel cuore di Hollywood il Celebrity Centre.

Taxman

Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena tratta dal documentario
Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, una scena tratta dal documentario

"If you drive a car, I'll tax the street If you try to sit, I'll tax your seat If you get too cold I'll tax the heat If you take a walk, I'll tax your feet"

Se George Harrison, in Taxman, nel 1966 si scagliava contro l'esattore delle tasse, reo di portargli via, tra le varie cartelle esattoriali, buona parte degli introiti guadagnati con i Beatles, L. Ron Hubbard secondo quanto riportato da Gibney e Wright mirava a far riconoscere Scientology come culto religioso proprio per non dover pagare nulla all'Agenzia delle Entrate. A dare man forte a questa ricostruzione anche le testimonianze della prima moglie di Hubbard, al suo fianco negli anni della fondazione di quella che diventerà una Chiesa sotto la guida di Miscavige, che affiderà a lettere e diari personali i ricordi della vita matrimoniale, spesso burrascosa, e della volontà del marito di fondare un culto riconosciuto a livello nazionale, portati alla luce per la prima volta dal regista e lo scrittore. Il fisco gioca un ruolo da protagonista nella parte centrale del documentario, con la quale Gibney spiega l'enorme possesso di capitale accumulato da Scientology, grazie al riconoscimento di culto religioso dopo una disputa legale durata anni. Riconoscendone, nel 1993, il carattere religioso, per non dover portare avanti centinai di cause legali, l'ufficio delle tasse statunitense ha così permesso una crescita economica esponenziale del culto che l'ha visto espandersi con sedi in tutto il mondo, aumentando capitale e affiliati.

The Hole

Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, un'immagine del documentario
Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, un'immagine del documentario

Per la parte conclusiva Alex Gibney riserva il tema più spinoso, riguardante le testimonianze degli ex membri del culto circa le presunte vessazioni fisiche e psicologiche subite all'interno di Scientology, che vanno dai ricatti subiti da chi prova a lasciare la Chiesa fino alla segregazione in quello che viene chiamato The Hole, il buco, costruzione nella quale chi ha tentennamenti o posizioni non linea con il pensiero di Scientology viene mandato lì per mesi o anni nei quali è costretto a subire umiliazioni psicologiche e fisiche. Dopo aver svelato i retroscena della religione, dalla nascita al meccanismo di funzionamento - basato principalmente sull' auditing, dove un'affiliato confida ad un auditor i suoi ricordi più remoti impugnando un e-meter, elettro-psicometro con il quale riformattare il soggetto per liberarlo da sensi di colpa e traumi installati milioni di anni prima in lui dal dio Xenu per diventare "clear", puro, dietro il lauto pagamento di ogni seduta - il regista riporta le dichiarazioni dei sette ex membri protagonisti del documentario, fotografando un aspetto finora sconosciuto di Scientology.

Il lavoro di Gibney non si muove dunque nel tentativo di dare una verità assoluta ai suoi spettatori, bensì cerca di stimolare la curiosità e il bisogno di conoscenza di chi guarda e ascolta le storie personali di chi è stato parte attiva della Chiesa, dando al titolo un duplice significato. Da una parte quel "going clear", diventare puro, non è solo l'obiettivo al quale aspira ogni membro della Chiesa ma anche il bisogno di purificarsi e liberarsi di chi ha lasciato Scientology.

Movieplayer.it

4.0/5