Recensione Il richiamo della foresta 3D (2009)

Un film per famiglie, condito dalla tecnologia 3D, che ha come principali destinatari gli amanti della natura e degli animali, grazie all'imponenza dei paesaggi innevati, alle gare di dogsled ed alla recitazione del cane protagonista.

La natura chiama

La natura selvaggia e incontaminata mantiene un fascino per gran parte di noi, forse per un richiamo interiore mai troppo sopito. Comprensibile però che per la piccola Ryan Hale sia difficile accettare il piccolo villaggio del Montana in cui vive il nonno, troppo distante dalle atmosfere e gli stimoli di Boston, da cui lei proviene, troppo isolato dalle tendenze e le mode delle coetanee.
A far leva sulla ragazzina, aiutandola poco a poco a comprendere il fascino del luogo, a sentire il richiamo della foresta del titolo, è l'arrivo nella sua vita di un cane selvatico alla loro porta: l'animale, apparentemente in punto di morte, riesce a superare inaspettatamente la notte e migliorare sempre di più, diventando un vero compagno per la piccola Ryan, che inizia ad addestrarlo come cane da slitta insieme al vicino esperto nel campo. L'attitudine naturale del cane non passa inosservata e diventa oggetto dell'attenzione dei rivali del ragazzo, che ne reclamano la proprietà, ottenendo di giocarsela in una gara con la slitta.
Intanto il cane, molto vicino ad un lupo, inizia a dimostrare la sua indole, rendendo impossibile il desiderio della piccola Ryan di riportarlo in città con sè al termine del suo soggiorno dal nonno.

E' proprio quest'ultimo uno dei messaggi secondari de Il richiamo della foresta 3D, quello di dover accettare la realtà delle cose, che a volte quello che vogliamo non è possibile ottenerlo. Il tema principale, però, che si dipana per tutta la durata del film, è quello ovvio della riscoperta della natura, a cui fa da contrappunto il romanzo di Jack London che dà il titolo al film: non si può infatti dire che la storia scritta da Leland Douglas sia tratta dall'opera del romanziere americano, ma di fatto la parabola di Buck ne è parte integrante, attraverso il racconto del nonno alla nipote, ottenuto parafrasando le pagine del romanzo originale dell'autore. Un racconto nel racconto che ne rafforza temi e spunti, sostenendo quanto accade su schermo.
Il racconto di London non fa solo il verso alla tendenza selvatica del cane-lupo adottato da Ryan, ma anche nella (ri)scoperta della ragazzina del fascino e dei valori della natura, che la portano man mano a rinnegare la superficialità che l'accompagnava al suo arrivo a casa del nonno, permettendole di capire ed apprezzare uno stile di vita a cui non era abituata.
E' sicuramente un modo originale per raccontare ancora una volta la storia di Buck sul grande schermo (non sono pochi infatti gli adattamenti del romanzo di London già realizzati in passato, a partire dal 1935, tra i quali figurano anche due anime), ma il risultato ottenuto da Richard Gabai non va oltre il suo genere, risultando soltanto un piacevole film per famiglie, condito dalla tecnologia 3D, che, in linea con la moda del momento, viene usata per donare profondità alle incantevoli location in cui la storia è ambientata. Con questa premessa, è facile immaginare come gli amanti della natura e degli animali siano i principali destinatari de Il richiamo della foresta 3D: loro più di chiunque altro troveranno motivi di interesse nella visione del film, grazie all'imponenza dei paesaggi innevati, alle gare di dogsled, alla recitazione del cane protagonista, chiamato Buck come quello di London.
Arricchisce la narrazione la presenza di un attore carismatico come Christopher Lloyd nel ruolo del nonno della piccola Ryan, al quale dona una sicurezza e solidità rassicurante e paterna. Nel cast, in un ruolo secondario, anche Aimee Teegarden, nota per le sue apparizioni televisive in High School Team - Friday Night Lights.

Movieplayer.it

2.0/5